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C1 Masch.: Alba Adriatica - Ceglie =70-58

Basket » 19/02/2008

C1 Masch.: Alba Adriatica - Ceglie =70-58

La flessione c'è. Inutile cercare altri sotterfugi per sintetizzare il momento del Ceglie.
E contemporaneamente sale la tensione, quattro sconfitte nelle ultime cinque partite sono un chiaro sintomo del trand negativo del team brindisino, quattro sconfitte in cinque partite, tre consecutive in trasferta contro Pescara, Giulianova ed ora Alba (Abruzzo da dimenticare per il Ceglie), la vittoria stentata contro il Penne, evidenziando il calo del gruppo, più mentale che atletico e a prescindere dalle prestazioni dei singoli.

Solo due punti su dieci a disposizione, primo posto perso a scapito della Due Esse Martina Franca (prima con merito, ma che ha sofferto la vivacità del Lucera).
L'obiettivo primo posto non è ancora perso, ma la squadra è scesa nuovamente dal podio, ha ceduto la seconda piazza all'Alba Adriatica di coach Alessandrini, a meno quattro dalla vetta e a meno due dagli abruzzesi vincitori ieri nel confronto diretto.

Analizzare il malessere può essere gioco scomodo fine a se stesso. Meglio puntare sulla cronaca: "La gara di Alba Adriatica l'avevamo segnata come la gara della nostra riscossa - afferma il direttore sportivo Nicola Missere - volevamo riprendere a fare punti dopo la vittoria contro il Penne, siamo scesi in campo determinati, grintosi pronti a prendere l'iniziativa e a sorprendere L'Alba in contropiede con possesso palla, precisione a rimbalzo. Invece siamo usciti nuovamente sconfitti, abbiamo retto bene punto a punto, fino all'aggancio sul 40-40 e lì dovevamo comandare noi, imporre il nostro passo. Così non è andata, l'Alba ha giocatori determinanti e una coppia di lunghi efficace come Luzi e Palantrani, il loro play Iagrosso è stato abile a cambiare pelle e da Stama sono partite tutte le loro azioni offensive".
Non possono essere due-tre aggiustamenti a garantire a coach Romano che sarà un altro Ceglie contro il Melfi. Pure che Zizza,Vozza e il rientrante Di Santo (apprezzabile per l'impegno e per la grinta, ma poco prolifico al tiro) sono veterani della competizione, è tutto il gruppo che si deve ritrovare.
Rossi Pose sta ritrovando lo smalto dei giorni migliori, Bosi deve trovare l'intesa con i compagni, Simone Albana e Gianfranco Cipulli pagano un po' di stanchezza per il grandissimo girone di andata svolto (e non si dica il contrario). E qui pesa in modo significativo l'aspetto psicologico che va a penalizzare l'atteggiamento tattico. La rosa, in questo momento, è scarica.

I risultati di solito aiutano a ritrovare le energie, il limite del Ceglie può essere questo: raccoglie solo e quando semina. Anche perchè la squadra di Romano, per il suo modulo che prevede difesa a tutto campo sul portatore di palla, taglia fuori a rimbalzo, pick'n'roll dove Vozza o Zizza porta il blocco che possa permettere al play (Rossi Pose o Torrieri), nel battere il proprio compagno, difesa puramente a uomo, alla fine può diventare prevedibile, sui lati non c'è stato quel cambio di gioco determinante.

A Romano il compito di fare da psicologo alla squadra, cercando di far inculcare nel gruppo uno spirito sereno e di tranquillità, facendo capire che non serve rimpiangere quanto perso per strada. Qualcosa però il trainer mesagnese dovrà pure cambiare.
Le indubbie qualità di Giancarlo Zizza, di Beppe Vozza, di Cipulli, e compagni non vanno disperse, ma è necessario che la squadra riacquisti l'armonia, non ottiene quanto vorrebbe. E il nervosismo e l'ansia non sono componenti necessarie per scacciare i fantasmi.
Basta poco, basta un Capone fenomenale in giornata di grazie per farti mandare in tilt, o come ieri un Alba Adriatica, squadra operaia e di sostanza per mandare in crisi il Ceglie e il suo progetto ambizioso.
Crisi di temperamento prima e di gioco poi. Improvvisamente mostro l'Alba Adriatica? Macchè, squadra operaia appunto, squadra bella a vedersi, Stama fa un grande lavoro di copertura a protezione di Luzi e Sacripanti (straordinario con un 3/3 dal perimetro), oltre a un Casasola che non ne sbaglia una dalla lunetta (16/16, complimenti!). Iagrosso mette a nudo le crepe cegliesi, gli abruzzesi non hanno un cinque di ruolo, ma nell'area dei tre secondi sono letali e l'hanno confermato, il Ceglie è crollato negli ultimi minuti, quando ha subito il break di 12-4 a favore dell'Alba.
Ceglie da febbraio nero, mentre l'Alba ha sangue e gioco nelle vene, nemmeno il rientro di Max Di Santo può salvare il salvabile, eppure la vetta e a soli quattro punti occupata dal Martina Franca.

Il 2 marzo ci sarà la sfida verità, quella che dirà di che pasta è fatto questo Ceglie contro un Martina che ieri ha sofferto il Lucera, ma che conta di giocatori d'esperienza come De Leonardis, Marino, il veterano Giovanni Parisi e Gianfranco Valentini. Liberatosi dell'ingombrante Pomenti, la società martinese conta di presentarsi al grande appuntamento con un nuovo lungo. Si vedrà.
Ma prima il Ceglie dovrà pensare al Melfi, di scena al Pala2006 domenica prossima, squadra ostica, difficile, con gente di calibro fra cui i due ex Rocco Palazzo e Josè Paggi. Un'altra settimana di riflessione attende i canarini messapici che non possono più sbagliare, bisogna guardarsi negli occhi e ricompattarsi. Il gruppo è fatto di uomini esperti e saggi, la via d'uscita alla crisi non è poi così lontana.

FRANCESCO ZIZZI





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