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C1 Masch.: Ceglie-Bari=70-85

Basket » 08/04/2008

C1 Masch.: Ceglie-Bari=70-85

In tempi di elezioni un noto politico ha scelto questo slogan: Rialzati Italia. Noi potremmo coniarlo con un Rialzati Ceglie, perchè la batosta subita in casa contro il CUS Bari è di quelle pesanti, Bari infligge 15 punti di scarto a una pretendente capolista giocando una partita praticamente perfetta, rasentando la perfezione, per intensità, agonismo, e perchè una volta capite le amnesie del Ceglie ha dilagato raggiungendo anche un cospicuo vantaggio di 23 punti (60-37 al 28').
Il CUS Bari spedisce nel tugurio un Ceglie inesistente, fiacco, spento e sprecone che sbaglia anche le cose più facili (un'azione due contro uno Di Santo-Bosi buttata al vento è l'emblema della serataccia dei messapici), passaggi a vuoto, palloni persi con la zona di Bray che ha impaludato la circolazione palla cegliese, i giochi a due su Cancellieri, miglior giocatore della serata, il grande impegno di Bruni, sempre onnipresente e il fosforo di Sardano hanno fatto il resto regalando al Bari una vittoria strameritatissima.
La partenza del Bari è sparata sin dall'inizio, con i biancorossi universitari al 10' già avanti 17-7.
Rossi Pose è l'unico in serata che cerca di rianimare il match con le sue giocate e con la sua immensa fantasia (segnerà alla fine 25 punti), Albana, che gioca da post basso è in serata opaca (1/4 da 2, 1/4 da 3) e nemmeno Max Di Santo, autore di una grandissima prestazione a L'Aquila riesce a tenere a galla la squadra. Sbaglia canestri già fatti. Dal 25-28 si andrà al riposo sul 37-30 per il Bari.
Ma il Bari confezionerà il suo capolavoro nel terzo quarto: break 16-3 che mette in ginocchio il Ceglie e lo punisce oltre i suoi limiti, con la classe di Francesco Conti, irrefrenabile in penetrazione e nell'uno contro uno, dal talento di Perrucci e di Ciocca. La squadra di Tonino Bray, vola, trova l'allungo e passa sul 60-37 alla mezz'ora.
Ceglie in ginocchio, stordito e in stato confusionale, tradito dalle percentuali basse al tiro (50% da 2 16/32, 5/21 da 3). Sembra l'inizio della fine, ma troverà il cuore, e la forza per tentare un assalto al bunker barese, Rossi Pose sigla 9 punti consecutivi più quattro di Vozza, il Bari si rilassa ed ecco uno strappo decisivo del Ceglie che si riporta sul -8 (68-60).
Il pubblico decide di incoraggiare i propri beniamini, sembra possibile una rimonta, è tornato il Ceglie indomito che lotta sempre e comunque, Romano chiama time-out, inserisce Zizza al posto di un Mancini generoso ma opaco e sciupone.
Ma è ancora Bari-time, Cipulli e Zizza non trovano dalla distanza i colpi letali, e il Bari chiude la contesa grazie a Conti, Sardano e i punti dalla lunetta di Ciocca che chiudono definitivamente il match e consegnano alla squadra di Tonino Bray la settima vittoria in otto partite.
Il gran cuore e il grande orgoglio mostrato dai brindisini nel terzo quarto per ricucire lo strappo non possono cancellare una condotta di partita insufficiente che ha cancellato la splendida vittoria di L'Aquila. Bisognerà seguire quello slogan coniato da un famoso politico: Rialzati. Ma bisognerà farlo in fretta.

LE INTERVISTE:
Tanta amarezza nelle facce dei giocatori cegliesi e del suo coach. Poca voglia di parlare, di raccontare il perchè di una partita che il Ceglie ha giocato male, concedendosi al Bari sempre avanti per tutta la partita.
Una riflessione è d'obbligo, società, coach e squadra si riuniranno per capire il perchè di una brutta prestazione, una squadra che lotta per il primato in classifica non può e non deve permettersi di buttare al vento simili partite.
E ormai il PalaPetracca non è più terra di nessuno, quello che era per il Ceglie un fortino inespugnabile ormai non lo è più: dopo la vittoria del Lucera (20 gennaio), è seguita quella del San Severo (16 marzo) e ultima quella con il Bari.
Il Bari ha letto il manuale della partita perfetta: buona circolazione di palla, molto pressing, imbrigliare le bocche di fuoco del Ceglie e ripartire velocemente. Ma gli ospiti hanno osato di più, hanno accumulato un parziale di oltre 20 punti, quasi quasi non credevano ai loro occhi. E il Ceglie? Qualcuno dalle tribune sostiene che con la mente sia rimasto a L'Aquila...

"Io per primo sono amareggiato come capitano - sostiene Beppe Vozza - ognuno di noi sa quello che deve fare in campo e quando questo non avviene vuol dire che ci sono problemi da risolvere, i playoff sono imminenti e bisognerà trovare delle risposte quanto prima. Ora mancano tre partite alla fine della regoular season e dobbiamo reagire, cancelliamo questa sconfitta e ripartiamo più forti di prima.
Dovevamo dare delle certezza dopo la vittoria di L'Aquila invece abbiamo registrato delle incertezze, ma non siamo ridimensionati, non ci sentivamo dei fenomeni prima e non siamo dei brocchi ora,abbiamo dimostrato di saperci fare e ripartiamo determinati e più convinti di prima".

Sarà amareggiato il Presidente Mario Laneve. Era tornato in panchina per sostenere la squadra, invece ha assistito da vicino a un ko inaspettato. "Stasera non c'eravamo proprio con la testa - il pensiero del general manager Nicola Missere - siamo stati sempre in svantaggio al cospetto di una signora squadra come il Bari, che ha condotto la partita dal primo minuto con la freddezza di Cancellieri, i punti pesanti di Ciocca, e Bruni che ci hanno sfiancato castigandoci. Qualche giocatore ha avuto dei problemini fisici, non ci siamo allenati bene in settimana e poi paghiamo a caro prezzo queste vicissitudini. Ora ci riuniremo, parleremo e capiremo i perchè di questa sconfitta".

In casa barese c'è molta euforia. Sette vittorie nelle ultime otto partite, ormai il cerchio è quadrato, dopo le amarezze e le sfortune che hanno perseguitato la squadra barese, quella che perdeva sempre i finali punto a punto. La società ha dato sempre fiducia ai propri uomini, in primis al coach Tonino Bray, dopo l'addio di Donato Di Monte sembrava che la squadra avesse perso qualcosa, invece la compattezza, i nervi saldi di Cancellieri, Ciocca,Bruni, Scoccimarro e company sono stati fondamentali. E la società poi ha fatto un grande sforzo economico regalando a Bray un signor playmaker come Giovanni Sardano, eroe di Brindisi.
"La mia squadra ha disputato un grande match - afferma il coach Bray - quaranta minuti dove abbiamo brillato sia in difesa che in attacco, siamo stati brillanti a conferma di un buonissimo momento di forma.
Non ci aspettavamo di fare la gara, Ceglie ha speso tantissimo, ha centellinato i possessi, e si è spesa in difesa. Abbiamo subito solo un rientro da parte loro, quello sul 68-60, poi come avevamo fatto prima, abbiam ripreso a comandare il gioco, ma riconosciamo sempe il gran valore degli avversari.
Dopo due mesi di sfortuna abbiam ritrovato la giusta coesione". Sul Ceglie: "Io non parlo mai degli avversari per principio, commento sempre la prestazione della mia squadra, ma se devo proprio sbilanciarmi, non è stato il miglior Ceglie quello di stasera".
Felicità anche nelle parole di Giovanni Sardano: "Abbiamo giocato con grande convizione al cospetto di una buona squadra qual è il Ceglie. Forse non abbiamo brillato nelle percentuali, ma da un po' di tempo fortunatamente non aspettiamo più i secondi finali per vincere le partite".

Francesco Zizzi





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