Basket » 10/03/2009
Ceglie: ora Djukic deve riaccendere la luce
Il Ceglie è una stanza buia che ora Djukic deve cercare di illuminare. Non si sa dove sia finito l'interruttore che lo stesso allenatore ormai aveva smarrito. Una possibilità di trovarlo ricorrendo un'immaginario sempre più bianco, che è costato ai messapici il piccolo ma prezioso capitale di certezza accumulato da dicembre sino a marzo.
Quattro punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice, la Due Esse Martina Franca, che in due partite sono andati frantumati, prima la sconfitta di Bisceglie e domenica scorsa la beffa di Lanciano, maturata ai supplementari con un risultato da NBA dopo che a tre minuti dalla fine il Ceglie conduceva di 6 punti (95-89). E poi la luce si è spenta, c'è stato un calo di tensione ed il black-out che siamo certi, verrà risolto nel giro di pochissime ore. Non possiamo credere che Djukic abbia perso il controllo di un progetto che ha subito un abbassamento rispetto all'impostazione di inizio stagione.
Perché quella che era la miglior difesa del campionato adesso non può essere mica diventata un colabrodo, o una retroguardia in cui affondarci nel burro: 185 punti subiti in due partite hanno fatto sprofondare la difesa del Ceglie come la peggiore delle prime quattro, domenica scorsa bastava vedere Picone e Livio, due nomi a caso, lato forte e lato debole, prendersi tiri a piedi a terra per andare a canestro. Un vistoso calo di rendimento del Ceglie, non è solo questione di schemi,di tattica, ma questa è la base per cercare di andare a capire come è nata questa involuzione di risultati.
Questa squadra è nata per giocare un certo tipo di basket, scelto sulle convinzioni di coach Djukic e delle caratteristiche dell'organico a disposizione. Ha puntato sui muscoli e sulla forza di un trascinatore come Motta, ha voluto una squadra giovane (e ha fatto bene) con Corbetta,Fucek, ed i risultati gli hanno dato ragione. Questa squadra non ha un pivot di stazza come i Valentini,i Polselli,i Saccardo, però i risultati sono stati eccellenti per più di 5 mesi e il coach ha deciso di andare avanti su questa squadra, ritenendola giusta e producente. Ha anche voluto variare, trovare nuove formule percorribili da adottare alla squadra, non fossilizzandosi su un'unica scelta e la volontà di cambiare sempre quintetto base ne è la dimostrazione più lampante.
Nelle ultime partite tutti abbiamo notato che la squadra pur vincendo non giocava bene (chi non lo ammette forse ha la cataratta), con Napoli e Taranto la squadra ha inseguito sempre il risultato ribaltando parziali pesanti (con Taranto soprattutto), a volte forzando i tiri e pressando poco i portatori di palla avversari. Un minimo di disorientamento c'è stato, ma la squadra ha conseguito sempre i risultati, pur perdendo un po' di brillantezza.
I giocatori hanno sempre dato tutto, sono stati esemplari,battaglieri,tenaci ma nelle ultime gare le più particolari è come se soffrissero di una paura interiore da tradurre in aggressività.
Bisogna ritrovare gli uomini giusti, Di Leonardo deve ritrovare la sua condizione fisica ottimale e la sua collocazione, Travaglini deve giocare costantemente bene perché ha le sue chances, Fanelli è andato a sprazzi ma non è un carneade. Poi possiamo anche pensare che Picone,Rivera,Poeta siano fenomeni, ma crederlo è inverosimile. Sono validi giocatori di categoria.
Adesso il calendario ora pare essere un buon alleato, domenica si affronta in casa la Phlogas Campobasso, squadra penultima in classifica, che all'andata riservò un brutto scherzo al Ceglie. Squadra che non merita quella posizione di classifica, ha fatto tutt'altro campionato, ma che non può essere considerata una minaccia. Poi si va ad Airola, squadra difficile da affrontare sul proprio campo, poi in casa contro un Pescara a corrente alternata, trasferta a Termoli e ultima contro Lucera. 8 punti andrebbero fatti.
Ma adesso in settimana bisognerà lavorare molto sulla tenuta psicologica della squadra, farle ritrovare lucidità,convinzione e ritrovare quella serenità. Queste sconfitte servono appunto per ritornare sulla terra e non far perdere la realtà delle cose.
FRANCESCO ZIZZI |