Basket » 12/03/2009
“Papà, forse ho capito perché tifi Brindisi” di Giampiero Lofoco
“Qui si mangia pane e basket”, “Nelle nostre vene scorre sangue e pallacanestro”, “Ieri Pallacanestro Brindisi, oggi New Basket Brindisi: stesso amore, stessa passione, stessa soddisfazione”. Queste ed altre cento frasi pronuncia, scrive, pensa ciascuno che, in città, è preda del “morbo cestistico”. Non solo chi ci vive, chi ha la possibilità di assistere alle partite casalinghe, chi si trova a stretto contatto (anche solo incontrandoli per strada) con giocatori, tecnici, dirigenti; questa “sana” malattia prende (forse con ancor più forza e intensità) chi è lontano dalla città d’origine per lavoro o studio o chissà quale altro particolare destino. La soluzione? Ogni trasferta un’adunata con indosso una maglietta o al collo una sciarpa biancoazzurra. Si raggiunge il campo da gioco dove è impegnata l’Enel dalle più disparate località italiane: Roma, Firenze, Mestre, Padova, Pavia, Rimini, Reggio Emilia, Milano, Torino, Parma, Genova, Treviso, Pordenone, Ravenna, Ancona, Pescara, L’Aquila, Perugia e da tanti, tanti altri posti. Un fenomeno assolutamente unico in Lega Due e rarissimo anche in Lega A: l’amore per uno sport, l’amore per una squadra, l’amore per una città.
Brindisi è nel sud, ha mille problemi, tante difficoltà né più né meno di altre zone della nazione ma, senza alcuna enfasi, quando in campo scendono Parente, Cardinali, Hatten e compagni (così come 29 anni addietro accadeva con Malagoli, Fischetto, Howard e tutti gli altri) si dimentica tutto, si guarda oltre. Per la verità non è esattamente così, sin troppo “disfattista” o, ancor peggio, “qualunquista” un ragionamento del genere. Tutto ciò che circonda un campo di basket resta in una città come Brindisi (ovviamente, è normale e giusto che sia), ma grazie ad una squadra ritornata nell’olimpo della pallacanestro italiana dopo …….un’eternità, ciascuno trova nuove risorse (morali) e maggiori energie (mentali) per essere “orgoglioso di essere brindisino”. Esempi ce ne sono mille ed oltre; ad esempio, estremamente significativo è ciò che uno dei tanti tifosi residenti nel nord - Italia ha scritto di recente sul seguitissimo forum del sito internet Brundisium "Il Tabellone del Basket".
E’ il dialogo alla vigilia di Reggio Emilia - Brindisi di domenica scorsa tra un padre (brindisino) ed un figlio (nato altrove); con la famiglia risiedono in Veneto e si muovono ogni volta che ci sia più o meno nei paraggi un incontro della squadra biancoazzurra guidata da coach Perdichizzi. Ciò inquadra alla perfezione l’indubbio valore aggiunto che questa esperienza in Lega Due ha regalato alla città: il rafforzato “amor proprio” per la terra natia. Anche a mille chilometri di distanza!
IL GIORNO PRIMA DI ANDARE A REGGIO EMILIA
Lui: papà, perché tifi Brindisi?
Io: amore, io a Brindisi ci sono nato!
Lui: si, ma ora vivi qua, perché continui a tifare Brindisi ?
Io: si è vero, vivo qua ma, vedi, oltre ad esserci nato, ci sono cresciuto, vissuto, ho tutti i parenti e tanti amici, Brindisi era la mia città.
Lui: anch’io sono nato a Padova, però tifo Reyer.
Io: è vero anche questo ma con la differenza che tu sei solo nato a Padova e vissuto sempre a Mestre; capisci che sono due cose diverse l’essere nato e l’essere nato e cresciuto in un posto?
Lui: no!
Io: lo so che non è facile capirlo per te, mi hai sempre visto qua, vedo se riesco a spiegartelo meglio; prima che tu nascessi, io vivevo.....
TORNATI DA REGGIO EMILIA, IL GIORNO DOPO
Lui: papà…
Io: si, dimmi.
Lui: forse ho capito perché tifi Brindisi.
Io: davvero? Dai sentiamo perché?
Lui: perché è bello tifare Brindisi.
Io: hai proprio ragione amò, è proprio bello tifare Brindisi; ieri, poi, sembrava di stare ad una festa più che di assistere ad una partita di basket. L’amore e la passione verso la città, la squadra e la gente ti portano a vivere momenti così intensi ed indimenticabili, che vale assolutamente la pena di provare. Forza Brindisi, sempre.
GianPiero Lofoco
(www.newbasketbrindisi.it)
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