Basket » 21/05/2010
C Reg., playoff: San Vito-Barletta: la morte dello spirito sportivo
I giochi olimpici erano considerati sacri i greci consideravano come
sacrilegio a Zeus lo scoppio di ostilità durante il loro svolgimento.
Dall'inizio alla fine delle olimpiadi veniva proclamata una tregua su tutti i
campi di battaglia greci. Anche le esecuzioni venivano sospese. La cosiddetta
tregua olimpica permetteva ai cittadini greci di riunirsi pacificamente e di
competere tra loro in un'atmosfera di rispetto reciproco.
Il Codice di Etica Sportiva parte dal principio che le considerazioni etiche
insite nel "gioco leale" (fair play) non sono elementi facoltativi, ma qualcosa
d'essenziale in ogni attività sportiva, in ogni fase della politica e della
gestione del settore sportivo.
Queste considerazioni sono applicabili a tutti i
livelli di abilità e impegno nell’attività sportiva, dallo sport ricreativo a
quello agonistico.
Obiettivo fondamentale è il fair play dei bambini e dei giovani che saranno i
praticanti e le stelle dello sport di domani. Il Codice è rivolto anche alle
istituzioni e agli adulti che hanno un'influenza diretta o indiretta sulla
educazione e la partecipazione dei giovani allo sport.
Il Codice presuppone sia il diritto dei bambini e dei giovani a praticare uno
sport e a trarne soddisfazione, sia le responsabilità delle istituzioni e degli
adulti nel promuovere il fair play e nel garantire che questi diritti vengano
rispettati.
Fair play significa molto di più che il semplice rispetto delle regole. Esso
incorpora i concetti di amicizia, di rispetto degli altri e di spirito
sportivo. Il fair play è un modo di pensare, non solo un modo di comportarsi.
Esso comprende la lotta contro l'imbroglio, contro le astuzie al limite della
regola, la lotta al doping, alla violenza (sia fisica che verbale), a molestie
sessuali e abusi verso bambini, giovani o verso le donne, allo sfruttamento,
alla diseguaglianza delle opportunità, alla commercializzazione eccessiva e
alla corruzione.
Il fair play é un concetto positivo. Il Codice riconosce lo sport quale
attività socio-culturale che arricchisce la società e l'amicizia tra le
nazioni, a condizione di essere praticata lealmente. Lo sport viene anche
riconosciuto quale attività che - praticata in modo leale - offre agli
individui l'opportunità di conoscere se stessi di esprimersi e di raggiungere
soddisfazioni, di ottenere successi personali, acquisire capacità tecniche e
dimostrare abilità, di interagire socialmente, divertirsi, raggiungere un buono
stato di salute. Con la sua vasta gamma di società sportive e di operatori
volontari, lo sport è occasione di partecipazione e di assunzione di
responsabilità. Inoltre, un coinvolgimento consapevole in alcune attività può
contribuire a promuovere la sensibilità nei riguardi dell'ambiente.
La partecipazione sportiva dei bambini e dei giovani si svolge nell'ambito di
un più ampio contesto sociale. La società e l'individuo potranno godere appieno
dei potenziali vantaggi che lo sport può offrire soltanto quando il fair play
sarà al centro dell'attenzione e non un concetto marginale. Al fair play deve
essere attribuita la massima priorità da tutti quelli che, direttamente o
indirettamente, favoriscono e promuovono esperienze sportive per i bambini e i
giovani. Si tratta, in particolare:
1. dei governi a tutti i livelli, compresi gli altri organismi che operano in
tali ambiti. Coloro che si occupano delle strutture educative hanno una
responsabilità speciale;
2. delle organizzazioni sportive o connesse allo sport, come le federazioni
sportive e gli altri organismi di governo sportivo; le società sportive e di
educazione fisica, gli istituti di formazione, gli organi delle professioni
sanitarie e farmaceutiche, i mezzi di comunicazione di massa. Anche il settore
commerciale - inclusi i fabbricanti, i rivenditori e le agenzie di marketing di
beni sportivi - deve assumere una responsabilità nel contribuire alla
promozione del fair play;
3. delle singole persone, ossia genitori, insegnanti, allenatori, arbitri,
giudici di gara, dirigenti sportivi, amministratori, giornalisti, medici e
farmacisti, compresi gli atleti di alto livello che costituiscono modelli di
comportamento. Il Codice é applicabile a tutti coloro che operano nello sport
sia su base volontaria, sia professionistica. Anche gli spettatori possono
assumere una responsabilità rispetto al fair play.Ogni istituzione e ogni
singola persona hanno una responsabilità e un ruolo da svolgere. Questo Codice
di Etica si rivolge a loro. Esso è efficace soltanto se tutti coloro che
operano nel mondo sportivo sono disposti ad assumersi le responsabilità che
vengono indicate.
Il fair play é essenziale se si vuole riuscire a promuovere e sviluppare lo
sport e la partecipazione. La lealtà nello sport - il fair play - è benefica
per l'individuo, per le organizzazioni sportive e per la società nel suo
complesso.
Abbiamo tutti la responsabilità di promuovere il FAIR PLAY, IL MODO VINCENTE
(CHI GIOCA LEALMENTE E' SEMPRE VINCITORE).
VERGOGNOSO invece quello che è avvenuto ieri sera al PALAMARCHISELLI di
Barletta, si è assistito al funerale dello spirito sportivo e della corretta
evoluzione di una gara di pallacanestro. Di fronte il Barletta e il San Vito a
sfidarsi nella gara 2 di semifinale dei playoff promozione di C regionale.
Pronti via e il San Vito domina in lungo e largo la contesa portandosi fino al
secondo quarto a 10 punti di vantaggio contro i padroni di casa. A questo punto
il fattaccio increscioso che è tutto tranne che educativo per numerosissimi
ragazzi del settore giovanile sanvitese e non presenti sugli spalti. Dal
settore dei padroni di casa, parte all indirizzo degli arbitri un mazza di
legno e sputi nei confronti di Sierra, che in maniera evidente ha tolto la
tranquillità necessaria per il proseguo della gara stessa. Da questo momento
in poi ha perso lo spirito sportivo, tutto è stato tranne che una partita
regolarmente giocata. La Edilmed San Vito pensa seriamente già dall’ anno
prossimo di ritirarsi da tutti i campionati, perché quando la violenza ha il
sopravvento sullo spettacolo, che sempre ha regalato lo sport dalla palla a
spicchi, non ha più senso alcun sacrificio economico e umano. Ci dispiace per i
ragazzini del settore giovanile accorsi a Barletta a sostenere i propri idoli –
commenta a caldo il Team Manager Luigi Anglani - hanno subito una violenza
mentale, passando attimi di terrore, nel momento cruciale del match ,
allorquando questo gruppo di pseudo tifosi hanno dato vita a 5 minuti di follia
pura che mai dimenticheranno nella loro vita, alcuni di loro tra le lacrime
hanno detto ai propri genitori che non vorrano più praticare questo, fino a
ieri sera, bellissimo sport. Siamo solidali con la coppia arbitrale e capiamo
anche che dal quel momento non sono stati più tranquilli nell’ essere
imparziali, rivedendo in nottata in video la partita non possiamo biasimarli
probabilmente chiunque avrebbe avuto paura e a loro posto qualsiasi persona
saggia che tiene alla propria pelle avrebbe cercato di terminare la contesa in
maniera indenne. Siamo delusi ci riserviamo di agire legalmente per tutelare
gli sforzi economici di tutto un anno, svaniti per colpa di persone, che tutto
dovrebbero fare tranne che stare in un palasport dove la regola fondamentale è
il rispetto dello spirito sportivo.
COMUNICATO STAMPA POLISPORTIVA SAN VITO BASKET |