Calcio » 13/07/2010

Brindisi 1912: lettera aperta di Adoc

Mentre proliferano, in città, sale da gioco in cui i brindisini scommettono sui risultati conseguiti da compagini e atleti sparsi in tutto il mondo nessuno ad oggi ha dimostrato di puntare un solo euro sul Football Brindisi 1912. Gli unici a crederci veramente, tutt’ora, sono i tifosi e le famiglie che, sulla scia dei successi registrati dalla società in questi anni, hanno inteso trascorrere il proprio tempo libero a tifare per i colori biancazzurri o meglio ancora hanno avviato i propri figli alla pratica dello sport. Una fiducia non supportata dagli enti pubblici e dall’imprenditoria nella stessa misura sia nell’ambito dell’impiantistica sportiva che delle sponsorizzazioni.
La realtà calcistica nella nostra città, infatti, erroneamente continua ad essere vista come una voce di spesa per i bilanci delle aziende, delle associazioni di categoria e delle stesse amministrazioni pubbliche e non come veicolo promozionale e sociale per far uscire la nostra realtà dal pantano in cui è intrappolata da ormai troppo tempo.
Le incertezze che aleggiano intorno alle sorti del maggiore sodalizio calcistico della provincia di Brindisi rischiano di azzerare anni di sacrifici e programmazione e di non cogliere le opportunità che si stanno presentando come la promozione in C1.
Utilizziamo il termine promozione e non ripescaggio in quanto crediamo fermamente che per il salto di qualità c’è bisogno di una tifoseria matura e numerosa, di una società seria e professionale di una città che vuole crescere per confrontarsi con altre realtà, tutti ingredienti in nostro possesso.
Non siamo d’accordo con chi continua a dire di non pensare in grande e di accontentarsi perché è a rischio anche l’esistente, un modo di pensare purtroppo radicato nelle nostre mentalità e che per decenni ha ostacolato la crescita in vari settori.
In molti in questi giorni rivendicano un intervento dei grandi gruppi industriali presenti nella nostra realtà lamentandone un disinteressamento. Riteniamo che se chi ha il compito di amministrare la cosa pubblica riuscisse a liberarsi dalla filosofia del muro contro muro, che non ha prodotto nulla ad oggi se non passi indietro, si potrebbero ottenere sicuri vantaggi per la cittadinanza non solo in termini di crescita sportiva ma anche in termini economici, in ambito sociale e sanitario senza compromessi e senza la necessità di dover barattare nulla.
Alle grandi realtà produttive chiediamo di non vincolare un proprio intervento ad una richiesta ufficiale da parte delle amministrazioni del territorio, se venisse accolto il nostro invito ogni contributo e supporto agli occhi anche dei più critici parrebbe meno mirato agli interessi privati e più sensibile verso quelli collettivi di una città che soffre e subisce passivamente questo stato di cose.
Di esempi pregevoli in vari ambiti ne abbiamo già quindi non inventiamo nulla e non avanziamo nulla di improponibile.
Alle associazioni di categoria e alla città tutta diciamo che nei momenti di crisi è bene difendere a denti stretti tutto ciò che è in proprio possesso, confidiamo quindi nel senso di appartenenza e nello scatto di orgoglio del tessuto economico brindisino affinchè a settembre si torni a parlare di Football Brindisi 1912 in una categoria adeguata magari con una squadra composta in maggioranza da giovani talenti brindisini.Siamo fiduciosi.

UFFICIO STAMPA ADOC BRINDISI