Basket » 07/11/2010
Serie A: Armani Milano-Enel Brindisi=97-76
Parziali: 33-24, 57-38, 83-61
Milano: Mancinelli 16, Maciulis 12, Mordente 5, Finley 6, Jaaber 14, Rocca 11, Melli 2, Petravicius n.e., Ganeto 10, Nardi, Hawkins 21. All. Bucchi.
Brindisi Lang 10, Radulovic 3, Roberson 17, Maresca 7, Infante 2, Gallea, Dixon 13, Diawara 19, Giovacchini, Bavcic 5. Coach: Perdichizzi.
Arbitri:
Note:Tiri: Brindisi 13/28 (46%) da due, 12/29 (41%) da tre, 14/18 (78%) liberi; Milano 26/41 (63%) da due, 8/16 (50%) da tre, 21/33 (64%) liberi. Rimbalzi: Brindisi 27, Milano 25. Palle Rec/Per: Brindisi 4/24, Milano 19/9.
Troppo forte l'Olimpia Armani Jeans Milano per una Enel Brindisi che non fa ancora fatica a mostrare una propria fisionomia e, soprattutto, una solida concretezza. Troppo facile per la corazzata Milano conservare il comando solitario della classifica del campionato di serie A, unica squadra a punteggio pieno.
La gara di Brindisi è durata praticamente cinque minuti: tanto ha impiegato la capolista per prendere il ritmo partita e schiantare una Brindisi troppo brutta per essere vera. E, quel che è peggio, una Brindisi senza smalto e grinta.
L'Olimpia parte con la novità di Melli in quintetto base assieme a Finley, Maciulis, Hawkins e Mancinelli. Brindisi schiera Bavcic in posizione 4 assieme ai previsti Dixon, Roberson, Diawara e Lang. Si comincia con buone percentuali per gli ospiti: Diawara, Lang e Roberson partono forte e regalano agli ospiti il vantaggio di 8-5. Mancinelli (fresco del titolo di miglior cestista dell'anno) e Hawkins riportano Milano in vantaggio ma sono ancora Roberson, Diawara e Lang ad andare a canestro portando Brindisi a condurre 12-15 a metà frazione.
I tanti tifosi brindisini presenti al Forum di Assago non stanno nella pelle anche perchè nulla lascia presagire quello che accade da lì a poco. Milano, apparsa quasi irretita nella prima fase, preme il piede sull'acceleratore e Brindisi cede di schianto. In 4 minuti l'Armani Jeans opera il break che chiude il match: è un pesantissimo 21-4 firmato, soprattutto, dai canestri di Hawkins e Mason Rocca e dalla difesa asfissiante ordinata da Bucchi. Sotto di 14 punti (33-19) Brindisi reagisce grazie a Maresca, l'unico che appare conservare concentrazione e determinazione, e va al primo riposo sul 33-24.
Al rientro sul parquet di gioco, i biancazzurri danno il loro meglio in difesa e costringono Milano a commettere diversi errori al tiro. Roberson porta i suoi a -5 e Brindisi ha anche la palla del -2 ma la sciupa consentendo ai padroni di casa di spiccare nuovamente il volo con un quintetto completamente diverso da quello iniziale (a dimostrazione dell'abbondanza della rosa lombarda): Ganeto, Jaaber e Mordente danno il via al nuovo break che porta Milano a +15 a metà periodo (48-33). Diawara spezza l'egemonia della capolista ma è una goccia in mezzo al mare. Le due squadre vanno negli spogliatoi sul 57-38 tra il nugolo di fischi del folto pubblico di fede biancazzurra. Ed hanno ragione perchè Brindisi non c'è proprio. I due "slavi" (Bavcic e Radulovic) non offrono il contributo costruttivo che ci si attende e Dixon è quel giocatore deleterio già visto al PalaLottomatica. Bene, invece, Lang e Diawara, gli unici apparsi capaci di essere competitivi a certi livelli (almeno finchè regge il loro fisico al confronto di avversari che possono rifiatare molto più spesso).
In avvio Brindisi appare voler mettere più cuore ma i pochi spunti di impegno si scontrano contro la forza di Milano che dispone del ritmo gara a proprio piacimento. Mancinelli e compagni sembrano non voler forzare più di tanto e smettono di difendere con le mani in faccia su tutti i brindisini e prendere a sportellate avversari (quasi tutti) dotati di fisico molto meno possente.
Il vantaggio di Milano resta sempre intorno ai 20 punti mentre i tifosi brindisini tentano di alleviare la sofferenza intonando a tutta voce i classici cori popolari. Alla penultima sirena è 83-61.
L'ultimo periodo si gioca per onor di firma: Milano sfiora i +30 (96-68) e smette di giocare permettendo a Brindisi di limitare il passivo e ad un inconsistente Dixon di mascherare con la doppia cifra ai punti una prestazione assolutamente deludente. Finisce . C'è da lavorare perchè, tranne che nel numero dei rimbalzi, Brindisi non riesce a sviluppare un gioco che le consenta di essere competitiva. Certo, nessuno pensava che Brindisi potesse vincere a Milano ma non si può non sottolineare l'assoluta mancanza di combattitività: quello che la società non si può proprio permettere è che atleti senza un briciolo di orgoglio e agonismo deludano i tanti brindisini "fuori" e coloro che decidono di farsi migliaia di chilomentri per amore della maglia e della città. |