Basket » 30/06/2005
Giovanni Bruni torna a canestro
Da "Il Tirreno" di Giovedì 30 Giugno 2005
Ore 22, Giovanni è tornato a fare canestro
Per Bruni, 24 anni, l’incubo dell’ischemia cardiaca è alle spalle
Ha ricevuto l’idoneità agonistica il 15 giugno “Mi sento come se fossi nato un’altra volta”
Ieri alla Pacinotti ha ricominciato a giocare
PONTEDERA. Giovanni Bruni è tornato a far canestro. A 4 mesi da quel terribile giorno in cui un’ischemia lo aveva messo in serio pericolo, il 24enne play pontederese ha fatto il suo rientro in campo ieri sera, proprio nella sua città, nel corso della Summer coffee League, il torneo dei bar di Pontedera, con la maglia del Bulldog’s. E ha ricevuto l’abbraccio di amici e familiari, felici quanto lui di vederlo nuovamente in campo: stavolta per puro divertimento, ma pronto a tornare a giocare sul serio, forte dell’idoneità agonistica che gli è stata riconosciuta da un gran nome nel campo della cardiologia e della medicina sportiva, il professor Bruno Carù.
Cosa provi a tornare dopo un incubo del genere?
“È un piacere giocare davanti alla mia famiglia e ai miei amici, che solitamente per vedermi in campo devono aspettare l’estate. Questa volta, con quello che è successo, fa un effetto particolare”.
Pronto per la rivincita?
“Sono tranquillo. Come del resto lo sono sempre stato in questo periodo. Si è trattato di un caso eccezionale. I medici non sono in grado di dare spiegazioni a malori di questo genere: però lo stress e la temperatura bassa nel palazzetto, hanno contribuito”.
Ormai è acqua passata...
“Si. Ho fatto tutte le analisi perché volevo la certezza che non mi accadesse più: e l’ho avuta. Ora devo recuperare la forma fisica: quattro mesi di inattività si fanno sentire”.
Hai avuto paura di dover lasciare il basket?
“Certo, ma non il terrore. Chiudere con la pallacanestro mi sarebbe dispiaciuto veramente un sacco. Ma alla fine quello che conta di più è la mia salute. Meglio così comunque: così vivrò altri dieci anni senza far niente...”.
In questi mesi sei stato circondato da tanto affetto.
“Claudio Bonaccorsi e Luca Maggitti hanno avuto l’idea di riservarmi uno spazio nel forum di Roseto.com. Ho ricevuto veramente tanti messaggi, compresi quelli di Flavio Tranquillo, Mario Boni, Lino Lardo e tanti altri. E un ringraziamento particolare ai tifosi brindisini”.
Parliamo della tua carriera. Cosa ricordi degli inizi?
“Ho cominciato nella Zeta: dai 6 ai 17 anni. Nella stagione 1999/2000 la prima squadra era in emergenza: mi giocai bene le mie chance, entrai nel quintetto e non uscii più”.
Un bel trampolino...
“A fine stagione passai al Cecina e dopo una stagione difficile riuscii ad emergere. Dopo tre stagioni, il passaggio al Castelfiorentino, quindi Sezze e poi Brindisi”.
Soddisfatto del rendimento fino allo stop?
“Si. Ho dimostrato che in campo posso dire la mia. Ho lasciato la squadra al primo posto in classifica. Peccato per la sconfitta nella finale dei playoff: ma siamo stati condizionati dagli infortuni”.
Resterai in Puglia?
“È prematuro per dirlo. Lì mi sono trovato benissimo, è un ambiente splendido: abbiamo fatto i playoff con una media di 4.500 spettatori. Ho avuto qualche difficoltà all’inizio; poi mi sono ambientato. Presto ci torno in vacanza”.
E per giocare?
“La prossima settimana ne sapremo di più su un possibile ripescaggio in serie B1. A quel punto la dirigenza farà le sue scelte. A me piacerebbe restare. Ma col mio procuratore Andrea Gracis stiamo valutando anche altre opportunità”.
Francesco Turchi
Quel terribile 6 febbraio
PONTEDERA. L’inizio del dramma di Giovanni Bruni porta la data del 6 febbraio 2005. La sua squadra, la Prefabbricati Pugliesi Brindisi, ha appena battuto il Catanzaro, conquistando la vetta della classifica. Il 24enne playmaker pontederese, autore di una prestazione positiva, arricchita dai 12 punti segnati, è ancora negli spogliatoi, quando diventa pallido e comincia a sudare in maniera inspiegabile.
Con lui c’è il 39enne guardia Claudio Bonaccorsi. Giovanni cerca di tranquillizzare il compagno, pensando a una congestione; ma il suo battito è accelerato e lui continua a toccarsi il torace. Claudio non sottovaluta la situazione e chiede aiuto: l’ambulanza di servizio è già andata via. Ma ne arriva un’altra, attrezzata di defibrillatore.
Bruni perde conoscenza, ma assistito dal dottor Furioso e sottoposto a soccorsi specifici, recupera.
Viene trasportato all’ospedale Perrino di Brindisi, ma i dirigenti della società pugliese decidono il suo trasferimento alla clinica città di Lecce, specializzata in cure cardiache. Le condizioni di Giovanni migliorano subito.
I suoi familiari corrono da lui, ma intanto possono tirare un sospiro di sollievo. Il mondo del basket fa sentire a Bruni tutto il suo calore, così come la città di Brindisi, con tanti tifosi, con il sindaco in testa, che si precipitano in ospedale per sincerarsi delle sue condizioni. Pochi giorni dopo, Bruni lascia l’ospedale e inizia il conto alla rovescia per il ritorno in campo: l’ora “X” è scattata ieri sera.
Bentornato.
F.T.
Da "Il Tirreno" di Giovedì 30 Giugno 2005 |