Basket » 10/06/2008

Il Perchè di uno striscione. Di Marco Martinese

Domenica 08 / 06 /2008…una data storica per tutti noi…una promozione tanto desiderata quanto sofferta, desiderata, perchè da  ben 22 anni Brindisi, “la stella del Sud”, mancava da campionati più consoni alla sua tradizione, alla sua storia, alla sua passione…
Sofferta, per come essa è venuta… i difficili confronti con Fossombrone, quello sfiancante con Latina, fare i conti anche con la sfortuna ed affrontare poi Venezia, senza l’unico pivot di ruolo infortunatosi proprio alla vigilia: Franco Prelazzi.
Solitamente non sono persona che si sbilancia, ma stavolta l’ho voluto fare…l’ho voluto fare per una serie di congetture, sensazioni, coincidenze, se vogliamo… l'ho voluto fare fortissimamente come fortissimamente gli stessi giocatori han voluto questa promozione.
Perché il basket, come purtroppo ci ha insegnato lo scorso anno, non è una scienza esatta, e noi possiamo fare mille calcoli ma poi c’è sempre l’inponderabile dietro l’angolo.
Ma “LA RAGIONE PONE I LIMITI…IL CUORE LI SPEZZA…”, e così, con una squadra rimaneggiata, acciaccata, stanca e senza pivot di ruolo, questi ragazzi han messo in campo tutto ciò che gli rimaneva dentro, sfoderando due prestazioni che ci han regalato una gioia incontenibile…
Fin qui la lettura razionale del doppio confronto con Trapani .In quell’inizio estate 1980, però, quando approdammo in serie A2 vincendo la finale con Napoli (Malagoli 43…) io ero un ragazzino di 12 anni che si avvicinava al basket giocato e tifato, visto che il primo torneo l’avevo giocato nel ’77 ad appena 9 anni, ma, com’è giusto che sia a quell’età, con l’unico pensiero rivolto al gioco ed alla voglia di divertirsi spensieratamente tipica di quell’età.
Solo pochi mesi prima(1979) era giunto qui a Brindisi un giocatore stravagante, capellone e con un orecchino che, per la Brindisi di allora, risultò quasi uno scandalo…
Quel giocatore avrebbe cambiato per sempre la vita di tutta una generazione, di ragazzi prima e di giocatori poi…quel giocatore rispondeva al nome di Claudio Malagoli.Ognuno di noi cresce con dei modelli, degli esempi a cui ispirarsi, siano essi personaggi della musica, del cinema, della storia o dello sport…qui, un’intera generazione si forgiò all’ombra di un “cecchino” impareggiabile, capace, da solo, d’infiammare gli animi di un’intera città e di incarnarne, più d’ogni altro, l’ormai obsoleto termine di ”BANDIERA…”Quando ne parliamo tra di noi, tra chi c’era, ancora oggi ci vengono gli occhi lucidi, perché mai unione fu più azzeccata ed al contempo esplosiva…Piero Pasini, coautore di quel miracolo, quando ne parla racconta sempre come, Claudio, lo chiamò per venire da lui “…non sapeva neppure dove fosse Brindisi…” racconta. 
Giunse a Brindisi, quando, a 28 anni lo giudicavano già un giocatore finito pur avendo un curriculum da brividi con 2 scudetti (Varese), una coppa dei campioni (sempre Varese), 30 presenze in nazionale, ciclo con promozione alla Snaidero Udine…poi Vigevano proprio con Pasini.
E lui rispose ai detrattori… eccome se rispose… canestro dopo canestro trascinò Brindisi con una doppia promozione dalla serie B alla A1 in soli due, indimenticabili, anni, nei quali, durante la cavalcata trionfale che portò alla vittoria della serie A2 ed alla conseguente promozione in A1 del 1981 (ultima partita contro l’Honky Fabriano l’08 / 03 / 1981), l’allora allenatore della nazionale, Sandro Gamba, dovette, a “furor di popolo”, riconvocarlo per la 31esima ed ultima presenza di “LUPETTO” in “azzurro”, risultando secondo cannoniere totale tra A1 e A2 superato solo all’ultima giornata di soli 3 punti dal grande “Praja”Dalipagic, precisamente 945 a 942 punti al termine di una sfida entusiasmante, e comunque, primo assoluto tra tutti gli italiani di A1 e A2.
L’effetto Malagoli fu assolutamente devastante… una città stretta attorno al suo campione, tutti contagiati da quella meravigliosa malattia di cui Claudio fu il portatore sano…canestri appesi ovunque, e dove non c’era un canestro si rimediava con un cerchione di bicicletta privato opportunamente dei raggi…
Per dare un’idea di ciò che è stato Claudio, basti pensare che uno dei più grandi giocatori italiani ritiratosi pochi anni orsono, Antonello Riva, ha segnato in serie A circa 9000 punti militando sempre nalla massima serie… Malagoli è ancora nelle primissime posizioni avendone segnati circa 7000 (per la precisione 6903)… ma la cosa strabiliante è che ha giocato ben 5 campionati in serie inferiori (due in B ‘79/’80 ed ‘86/’87 con Brindisi, uno a Verona ’87/‘88 conquistando l’ennesima promozione, e pur di tornare a Brindisi, altri due addirittura in serie C con la BuenCafè ‘84/’85 ed ‘85/86), inoltre se pensiamo che gran parte della sua carriera si è svolta senza il tiro da 3 punti possiamo solo immaginare dove sarebbe potuto arrivare… 
Nella precedente partita con Latina qualcuno fece bene a ricordare che la sfida ricadeva il giorno del compleanno di “Big”Elio…e tutti sappiamo com’è andata…
Domenica un’altra triste ricorrenza…l’anniversario del tragico incidente che ci privò, per sempre, di “Lupetto”…
Non a caso avevamo voluto ricordare con una mostra sulla storia del basket brindisino, questi due grandi personaggi nel ventennale della loro scomparsa…non ci stavamo proprio che quest’anno passasse senza che nessuno li ricordasse…
E saranno pure “strane coincidenze” tutte queste date, ma a me (e forse ad altri romantici) piace pensare che in quel palazzetto c’erano anche loro con gli altri 4000 cuori (e chissà quanti altri fuori). “Big” Elio a illuminare la mente del coach nel prendere le giuste decisioni, e il grande LUPETTO a guidare la mano dei nostri cecchini…a trasmettere la giusta forza ed il giusto effetto alle mani di “picchio”Feliciangeli e Alejandro Muro, trasformatisi negli artefici del successo.
Ci è sembrato giusto, per tutti questi motivi, ricordare in questa data con uno striscione/appello, prima del fischio d’inizio, il nostro “LUPETTO” : “08 / 06 / ’88 : 20 ANNI SENZA TE…GUIDACI ANCORA UNA VOLTA DA LASSU’…GRAZIE LUPETTO”.
Ancora una volta è partito, poi, quel coro che tante volte ha assordato gli avversari ed i presenti dell’allora NUOVA IDEA e che era rimasto soffocato nella gola di tantissimi : “LU-PE-TTO…LU-PE-TTO…”
 E son stato ultrafelice nell’apprendere, poi, che lo striscione era stato visto, grazie al canale satellitare, anche a Udine dalla famiglia Malagoli…in molti si sono commossi…qui come lì…20 anni…20 come il numero della maglia che ci ha fatto sognare e ci ha regalato momenti indimenticabili e che ancora aspettiamo venga appesa al soffitto del PalaPentassuglia …Perché nel periodo più bello, quello in cui era divenuto automatico associare il nome di Brindisi a Malagoli e quello di Malagoli a Brindisi, è nato questo senso di gratitudine verso di te, “Grande LUPETTO”… e questa vittoria è anche tua… l’entusiasmo mai sopito di tutta questa gente, fuoco sotto la cenere, eredità che ci hai lasciato, ne è la dimostrazione più concreta.
Godiamoci, finalmente, questo successo, e aspettiamo dunque…aspettiamo…perché non siamo ancora sazi di successi…come lo eri tu…
Col cuore in mano e con LUPETTO nel cuore…

Marco Martinese