Il Consiglio regionale della Puglia ha respinto con decisione l’emendamento che mirava a reintrodurre il trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali, un tentativo portato avanti dai consiglieri Napoleone Cera (Lega) e Antonio Scalera (La Puglia Domani). La proposta, inserita in una legge sui debiti fuori bilancio, è stata bocciata con 35 voti contrari, pari all’unanimità dei votanti, anche se non tutti i consiglieri presenti hanno partecipato al voto. Tra questi, lo stesso Cera ha scelto di non votare, dopo che numerosi interventi dalla maggioranza avevano minacciato l’abbandono dell’aula in caso di richiesta di voto segreto.
Il trattamento di fine mandato, abrogato nel 2012 con la legge regionale 34, è tornato al centro del dibattito politico, suscitando polemiche. Il segretario regionale del Pd Puglia, Domenico De Santis, ha commentato: «In un momento di difficoltà economica, con risorse pubbliche limitate e bisogni sociali crescenti, non si possono giustificare premi e indennità extra per i politici». Parole che riflettono il clima di tensione e la sensibilità dell’opinione pubblica su temi legati ai costi della politica.
Non sono mancate scintille all’interno dello stesso centrodestra. Il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro, ha accusato Scalera di aver agito in maniera autonoma, senza coordinarsi con il gruppo. Scalera ha risposto con una stoccata: «Se Pagliaro fosse più attento e presente in aula, comprenderebbe dinamiche politiche note anche ai neofiti», evidenziando una spaccatura interna.
Il fallito tentativo di ripristinare il trattamento di fine mandato conferma la sensibilità del tema e la resistenza dell’aula a misure percepite come privilegi per la classe politica, specialmente in un contesto di risorse limitate.
No Comments