In una nota del 18/07/2015 Enel, in merito alla specifica situazione ambientale di Torchiarolo ed in particolare riguardo ai superamenti di PM10, afferma che la situazione va affrontata con “azioni condivise e responsabili”.
Si concorda pienamente con ENEL per tale impostazione, fatto salvo però che le azioni “condivise” sono già in essere, viste le dichiarazioni rilasciate dal Direttore dell’ARPA, dal neo sindaco di Torchiarolo, dalla stessa ENEL e dalla ferrea volontà della Regione di sostenere la costituzione di ENEL nel ricorso presentato al Consiglio di Stato.
Le azioni “responsabili” invece, sono ben lungi da essere tali e ricadono solo ed esclusi-vamente sulla certezza che i Cittadini di Torchiarolo sono causa del 92 % (circa, intorno, fino al …. non è mai scritto con certezza) della contaminazione da PM 10; ciò coadiuvati dalla dichiarazione del neo sindaco che, dopo consulto con Regione ed ARPA, addebita ai Cittadini di Torchiarolo la colpevolezza di “bruciare” nei propri camini, di tutto e di più.
Ebbene, dalla relazione tecnica di ARPA dal titolo: “Misure di OC, EC e levoglucosano su particolato fine presso i comuni di Torchiarolo(BR) e Lecce – Località S.M. a Cerrate- risultati del monitoraggio”, alla pag. 18 di tale studio è riportata la tabella riferita alle misurazioni con mezzo mobile installato in prossimità della centralina di Via Don Minzoni in Torchiarolo ed effettuate dall’otto marzo 2008 al 19/03/2008; dalla tabella, che si allega, si rileva che:
la media di PM10 rilevata è pari a 42,1 g/mc;
la somma di tutte le componenti carboniose (OC, EC, Levoglucosano, Mannosano e galattosano) è 15,58 g/mc e pari al 37% del totale PM10 (e non il 92%); la restante parte “non carboniosa” (non prodotta dalla combustione della biomassa) è pari a 26,52 g/mc (63%);
pur volendo considerare tutte le componenti carboniose derivanti dalla combustione dei “focaliri”, al massimo si avrebbe un contributo del 37% sulla concentrazione di PM10.
Ma cosi non è!
Il “carbonio organico” (OC) non può essere addebitato alla combustione della biomassa fresca, per cui nel calcolo va escluso;
Gli indicatori (marker) della “biomass burning” sono: il “carbonio elementare” (EC), il levoglucosano ed i suoi isomeri (mannosano e galattosano); il rapporto fra la somma dei marker della combustione domestica (3,27 g/mc) ed il PM10 è pari al 7,76%.
In definitiva dalla tabella di ARPA allegata, tutti possono evincere che il contributo invernale al PM10 della combustione della biomassa nei camini domestici è pari al 7.76%, altro che 92%!
Questa percentuale è del tutto simile con quella ritrovata in Lombardia e compatibile con la combustione della biomassa.
Stranamente, questo eccellente lavoro di ARPA Dap Brindisi, pur se inserito nella “Bozza di Piano”, non viene inserito nel “Piano di Risanamento” di Torchiarolo, né viene mai allegato alle comparse della Regione presso il TAR di Lecce ed il Consiglio di Stato (1^ comparsa); viene riportato fra gli allegati nella comparsa della stessa ARPA presso il Consiglio di Stato.
Non ci sono dubbi che negli ultimi anni si è constatato un impegno di ENEL a migliorare le proprie performance ambientali ma, proprio in virtù di attivare azioni “condivise e responsabili” le attività da svolgere per dare certezza dell’impatto della centrale sul PM10 sono, oltre che ai filtri dei camini, anche altre, quali: analisi dei carboni utilizzati e ricerca di appositi “marker”, analisi a “bocca di camino” e confronto sugli indicatori-marker con il PM10 delle centraline di Torchiarolo, analisi degli isotopi del carbonio sul PM10, analisi della radioattività sul carbone utilizzato e sul PM10, ecc.
Sono certo che, a prescindere dalle azioni “condivise”, ENEL saprà condividere anche con la popolazione di Torchiarolo gli approfondimenti necessari; ciò potrà avvenire sia in ambito VAS che nella stessa procedura di riapertura dell’AIA.
In merito ai proclami di “vittoria” da parte del Direttore Assennato, bene ha fatto l’Avv. Lolli a riportare che trattasi solo di un primo “verbale” di udienza e che la “sentenza” e quindi dopo la attenta lettura delle comparse, si avrà nel prossimo gennaio; a tal proposito appare opportuno rilevare che anche il TAR di Lecce, in una prima “lettura”, diede ragione alla Regione, smentendola totalmente nel giudizio di merito!
Infine un ultimo pensiero, in funzione anche dell’essere dirigente di Legambiente Brindisi, va alla citazione di ENEL in merito al rapporto “Mal’Aria 2015” nel quale è anche inserito il capitolo relativo al “PM10 Ti tengo d’occhio 2014”.
Il rapporto di Legambiente è relativo solo ed esclusivamente agli inquinanti “urbani”, escludendo quelli di origine industriale; una più attenta lettura del rapporto avrebbe fatto evidenziare che mancano i riferimenti ad inquinanti “industriali” tipici, quali: SO2, NOX (considerato solo NO2 x traffico e combustione domestica), il CO ed il benzene.
Certo anche il benzene ed il benzo(a)pirene che sono Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e che derivano dalla combustione incompleta di materia organica (carbonio nel carbone fra 60-80%) in impianti industriali, di riscaldamento e da veicoli a motore (diesel in particolare).
Il benzo(a)pirene viene prodotto anche dall’arrostimento delle carni e del pesce sulle griglie e quindi bisogna stare attenti soprattutto alle marine di Torchiarolo, visto che questa è una pratica prevalentemente estiva; ma una domanda viene spontanea: saranno forse le grigliate ad aumentare il PM10 ed il benzo(a)pirene anche a Lendinuso (8 sforamenti da maggio ad ottobre del 2013)?
prof. dott. Francesco Magno
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