Uno studio sulla mortalità generale nei singoli quartieri del Comune di Brindisi è stato divulgato nelle settimane scorse dall’associazione Salute Pubblica. L’analisi ha riguardato gli anni che vanno dal 2002 al 2014 ed è stata condotta sulla base di una indagine che ha utilizzato i dati dell‘anagrafe comunale.
Nel periodo considerato la mortalità generale è risultata maggiore della media cittadina nei rioni i S.Elia, Paradiso e Centro (quartiere quest’ultimo in cui rispetto ai benestanti preponderante è il numero delle famiglie a basso reddito e di anziani con scarsi mezzi e senza assistenza ). Mortalità che è stata riferita sia agli uomini che alle donne e solo ai primi nel quartiere di Tuturano.
Analizzando poi i dati per triennio si osservano eccessi molto alti al S.Elia, al Paradiso (solo maschi) e al Perrino nel triennio 2002-2004. Mentre il triennio 2008-2010 è sfavorevole alle donne in diversi quartieri con un eccesso del 29% al Paradiso.
Come chiarito dagli stessi autori, sarebbe necessaria una analisi delle diverse cause di morte, attività che l’Amministrazione Comunale dovrebbe sollecitare alla ASL, ma non vi è dubbio che da subito è possibile trarre alcune conclusioni preoccupanti. Le condizioni socio-economiche e le disegualianze costituiscono invero il primo fattore che influenza le condizioni di salute di una popolazione.
Nulla di nuovo, si dirà, perché si tratta di quartieri che da sempre sono noti per le difficoltà socio- economiche in cui versa una parte cospicua della popolazione e perché le cronache locali ci forniscono quasi quotidianamente notizie di degrado urbano, intimidazioni, estorsioni, furti, spaccio di droga, atti teppistici ed altri illeciti.
Ma quali politiche sono state messe in atto negli ambiti sociale, culturale, scolastico ed urbanistico per invertire questa tendenza? Il Centro cittadino potrebbe essere interessato anche dalle emissioni portuali ed industriali oltre che dal traffico di autoveicoli assai intenso sulle sue strade . In questi anni abbiamo purtroppo assistito a provvedimenti che hanno aumentato il traffico veicolare in tale Centro mentre sarebbe ora di adottare efficaci interventi a tutela della salute pubblica.
Il modello economico imposto alla città non solo espone la popolazione ad uno svantaggio in termini di salute legato all’inquinamento (tutti gli indicatori sanitari recentemente pubblicati da ASL e ARPA sono più sfavorevoli nel capoluogo rispetto al resto della provincia) ma ha addirittura aggravato diseguaglianze e squilibri.
Di questa situazione devono prendere coscienza le realtà sociali più responsabili e interessate davvero al bene comune denunciando la gravità di quanto accade e dando un contributo alla formulazione e all’attuazione di progetti rivolti a realizzare un diverso modello di economia locale capace di promuovere il diritto al lavoro e quello alla salubrità ambientale.
La nostra città sta pagando un esoso prezzo a politiche che hanno provocato inquinamento ambientale e si sono dimostrate incapaci di portare avanti organiche misure rivolte a fronteggiare le crescenti povertà fatte di disoccupati, di precari nonché di famiglie prive di reddito o con redditi di fame che spesso non dispongono di alcun alloggio e sono costrette a dormire in luoghi e condizioni pregiudizievoli per la loro salute.
Una drammatica situazione rilevata anche dalla trasmissione televisiva RAI Uno “La vita in diretta” andata in onda il 27 ottobre scorso con uno specifico servizio sui nuovi poveri di Brindisi.
La povertà e l’inquinamento sono quindi anche a Brindisi due facce della stessa medaglia, una medaglia coniata col metallo del profitto e delle lesioni ai diritti umani fondamentali.
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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