Libri » 01/07/2004
La vera storia del maestro Lao Kong (III)
Lao Kong, o vecchio Kong, fu il nome che il piccolo ricevette nei suoi primi giorni di vita. I peli scomparvero lentamente dal suo corpo ed il viso acquistò una lucentezza nuova. Un dolce sorriso animava perennemente il volto. Il piccolo non piangeva mai e questo forse fu interpretato ancor più come un segno prodigioso.
All’età di circa un anno, pur non riuscendo ancora a parlare chiaramente, dimenava le braccia emettendo suoni diversi, come un oratore nell’arena.
Gesticolava rivolgendo lo sguardo ed il pancino nudo al cielo inarcandosi, cercando forse coraggio per ricominciare la sua lunga orazione.
Poco ci volle perché quei suoni si trasformassero in parole appropriate.
Il professor Li aveva chiesto ed ottenuto dai genitori il permesso di educare Lao Kong sin dalla più tenera età. Volle insegnargli a riconoscere i suoni dei vari strumenti musicali, la geografia e l’arte attraverso la Grande Enciclopedia Britannica ( che il professore aveva abilmente sottratto alla biblioteca della scuola).
Il bambino sapeva riconoscere, come se li avesse già studiati o addirittura visitati in un'altra esistenza, i diversi Paesi d’Europa con le relative capitali e i monumenti principali.
Strabiliante fu poi la facilità con cui memorizzò i detti antichi dei grandi maestri cinesi, tanto da ritrovarsi nella scomoda posizione di dover correggere il professor Li in più di un’occasione.
Sotto l’ala protettrice del Professor Li, Lao Kong fece la scuola dell’obbligo nel suo Paese natale. La sua superba intelligenza provocò subito in alcuni docenti invidia e preoccupazione, mentre pura ammirazione in pochi altri.
Pur evitando in tutti i modi di confrontarsi con i docenti più invidiosi, trattenendosi dal rispondere alle mille domande che questi gli ponevano con aria di sfida, si ritrovò spesso ad essere punito per eccesso di conoscenza e preparazione.
“ Sarà forse il nostro Sig. Kong a rispondere a questa domanda” , “ Sentiamo cosa ha da dirci il Sig. Kong su questo argomento”, “ La prego Sig. Kong, ci fornisca una delle sue solite risposte”. Finiva sempre che Kong, sia che decidesse di non rispondere o di rispondere correttamente, veniva punito e spedito fuori dalla porta dell’aula tra il tripudio generale e l’effimero trionfo dell’inutile docente.
Lao Kong accettava senza batter ciglio la punizione e rispettava il volere di tutti i docenti, come aveva imparato dai detti degli antichi.
Accadeva però che una volta fuori dall’aula, incrociava il direttore Li.
La prima volta il direttore aveva interrogato il ragazzo sull’accaduto, ma Lao Kong rispondeva sempre “ Il maestro ha deciso di punirmi perché ho sbagliato”.
Non venendo però a capo di questa situazione e non riuscendo ad ottenere una risposta più esaustiva dal ragazzo, il professor Li convocò uno ad uno tutti gli insegnanti. Questo gli permise di capire come stavano effettivamente le cose. Quindi decise di indire un’assemblea dei docenti nell’aula magna.
Davanti alla platea, il direttore Li fece un elogio del giovane Kong, definendolo una “preziosa rarità” ed “un soggetto di cui tutta la scuola dovrebbe esserne orgogliosa”. Bisognava quindi difendere da attacchi insulsi quel giovane genio. E cosi, dopo quelle parole dette dal direttore scolastico, nessun docente osò più punire Lao Kong.
Gabriele D'Errico
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