Libri » 09/07/2004

La vera storia del maestro Lao Kong (IV)

A quindici anni avvenne però un fatto strano.
Quando ormai il professor Li era riuscito a convincere i riluttanti genitori a fargli proseguire la scuola lontano da casa in un istituto speciale per “menti superbe”, Lao Kong incontrò una persona che avrebbe rappresentato tanto nella sua vita.
La scuola dell’obbligo era ormai finita e l’estate lasciava Lao Kong per molte ore libero di dedicarsi alla cura dell’orto.
Aveva piantato alla fine della stagione fredda i semi nelle piccole vaschette dentro la serra. Aveva segnato ognuna di queste vaschette con un carattere della lingua cinese che si ricollegasse ad una storia. Alla pianta del peperoncino aveva associato il carattere Ming, che gli ricordava la storia di Ming il divoratore di peperoncini.
I pomeriggi li passava sempre nell’orto sotto il sole battente, tra lo stridio delle cicale sugli alberi in fiore. Man mano che le piante crescevano, le legava con della iuta alle canne di bambù che aveva raccolto vicino al fiume.
Ogni mattina, appena sveglio, correva a vedere i cambiamenti avvenuti durante la notte.
Ad ogni nuovo fiore componeva un breve verso poetico e lo recitava ad alta voce.
Coloro che si trovavano a passare di lì pensavano che parlasse alle piante e si prendevano gioco di lui.

Gabriele D'Errico

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