A l’aurore, armés d’une ardente patience, nous entrerons aux splendides villes (all’alba, armati di ardente pazienza, entreremo nelle città splendide). RIMBAUD.
Il che significa: soltanto con ardente pazienza conquisteremo la splendida città che darà luce, giustizia e dignità a tutti gli uomini.
Questo fu il discorso di Pablo Neruda allorquando gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura.
Appare oltremodo calzante parafrasare tale illuminante aforisma per rappresentare la necessità di armarsi di tanta, ardente pazienza per (ri?)prendere a percorrere la strada che possa portare la nostra Brindisi al progressivo miglioramento di uno stato socio economico da anni in evidente affanno.
Però, in uno stato così comatoso, ingenerato e rinfocolato da continui processi erosivi, dare luce, giustizia e dignità a tanti cittadini brindisini appare realmente una pia illusione se non si parte supportati da una forte campagna di informazione che smascheri i soliti complici, i neo feudatari del terzo millennio, i vecchi e i novelli corsari che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica.
Una campagna di informazione che porti conoscenza, che porti ricchezza, che porti futuro e, soprattutto, che stigmatizzi l’epocale nocumento determinato dal modo d’essere che ha caratterizzato in particolare il sociale brindisino “(Trista gente è quella di un popolo che segue lo sbatter di bandiere e stendardi piuttosto che le idee ben masticate. Niccolò Tommaseo)”.
Va da sé che cercare di perseguire qualsiasi forma di sviluppo, sia sociale che economico, si deve partire da una condizione imprescindibile: il cittadino deve essere liberato dall’incubo del bisogno
E tale incubo, in questo particolare momento storico, è un assillo costante, martellante che distrugge la vita quotidiana di tanti lavoratori nostri concittadini che vivono la precarietà dell’indotto energetico privo di una reale programmazione futura; vivono la precarietà di un nebuloso programma della filiera industriale delle rinnovabili, che potrebbe garantire sicurezza energetica e un volano di sviluppo sostenibile in termini economici e di lavoro; vivono la precarietà di un complessivo indotto industriale che, pur con le sue negative conseguenze in termini di devastazione del territorio e conseguenti ricadute sulla salute pubblica, ha, comunque, garantito per anni una certa autonomia economica.
In definitiva, vivono la totale mancanza di un nuovo modello di sviluppo teso alla trasformazione ecosostenibile del territorio, maggiormente legato alle proprie risorse, alle proprie storiche vocazioni, a ciò che più profondamente gli appartiene.
Visione futuristica, questa, abbisognevole, però, di numerose e complesse progettualità, possibili solo con la consulenza e partecipazione di validi professionisti, ancorché di consolidate aziende, da ideare e realizzare in un martoriato territorio divenuto da decenni terra di conquista da parte di lobbies che non hanno fatto altro che coltivare astutamente e protervamente solo il proprio immenso orto.
Purtroppo, a fronte di detto esiziale momento congiunturale, anziché intravedere iniziative protese a dargli una parvenza risolutiva, si assiste, di contro, alle quotidiane pantomime dei tanti nostrani politici e pubblici personaggi che con sfrontatezza continuano a blaterare iperbole, ad invadere l’opinione pubblica con roboanti notizie di imminenti interventi che rappresentano, però, banali normalità ordinarie che, peraltro, quando e se eseguite, dovrebbe essere ultimate con puntualità, correttezza, scienza e coscienza.
Per carità di patria ometto di elencare le inadempienze, le inefficienze, l’indolenza, l’indecorosa tradizione di ritardi che costellano il nostro tanto amato circondario brindisino.
In questi giorni, a seguito del vile attentato perpetrato ai danni dell’amministratrice della Brindisi Multiservizi, si è aperto il sipario dell’ennesimo teatrino. Tutti a dimostrare vicinanza, sdegnati per l’accaduto, ma nessuno disposto a fornire all’opinione pubblica le vere motivazioni, le vere cause che hanno determinato nel corso di un ventennio il fallimento di una società in cui tantissimi, e molti ancora in auge, ci hanno inzuppato il biscotto.
Ed è proprio questo il momento in cui l’aforisma di RIMBAUD offre il suo forte significato: “soltanto con ardente pazienza conquisteremo la splendida città che darà luce, giustizia e dignità a tutti gli uomini”.
Buon Ferragosto Brindisi.
Francesco D’Aprile.
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