Nei prossimi giorni il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, invierà un accorato appello con richiesta di aiuto al signor Prefetto di Brindisi , al signor Sindaco, al dirigente generale dell’ASL, nonché ai parlamentari nazionali e regionali brindisini, poiché la situazione del carcere cittadino che finora era stato gestito con grande difficoltà e professionalità a seguito delle gravi carenze organiche della polizia penitenziaria rischia di esplodere con effetti pericolosi non solo per il penitenziario, ma anche per il territorio, poiché si trova in luogo molto abitato.
Le motivazioni che hanno portato il penitenziario Brindisino sul baratro sono essenzialmente:
1-sovraffollamento dei detenuti; 2- grave carenza organico polizia penitenziaria; 3- gestione sanitaria dei detenuti; 4-utilizzo dei droni per far entrare nel carcere materiale proibito.
Per quanto riguarda il sovraffollamento dei detenuti, allo stato il carcere di Brindisi ospita quasi 230 detenuti per appena 120 posti, per cui si supera il 190%(uno tra i più alti della nazione). In più occasioni il SAPPE ha invitato l’amministrazione penitenziaria a sfollare il carcere, inutilmente.
Se a questa emergenza aggiungiamo la carenza di poliziotti la situazione diventa bollente.
Infatti per gestire 160 detenuti circa l’organico della polizia penitenziaria previsto è di meno di 140 unità.
Allo stato sarebbero amministrati circa 120 poliziotti che devono gestire quasi il doppio dei detenuti, senza considerare che da questo numero bisogna togliere il personale assente poichè stressato da turni di 9/12 ore e più; poliziotti che stanno andando in pensione; unità di polizia penitenziaria utilizzate sia per i servizi di traduzione e piantonamento di detenuti all’ospedale, che per i rimanenti servizi anch’essi importanti.
Alla fine il numero degli addetti nelle sezioni detentive scende paurosamente, per cui ci si ritrova nelle ore serali e notturne non più di 9 poliziotti(senza malattie) che gestiscono l’intero carcere compresi i 230 detenuti.
In questo contesto entra il gioco la gestione sanitaria del carcere da parte dell’ASL per cui si assiste a tanti ricoveri urgenti di detenuti che poi non si rivelano tali; a molte visite specialistiche in strutture sanitarie diverse, per cui tanti ristretti escono giornalmente dal carcere, anche sottoscorta, creando un ulteriore pericolo alla sicurezza del territorio, considerato che in qualsiasi momento potrebbero accadere eventi critici quali tentativi di evasione da parte dei detenuti(fatti accaduti a lecce, foggia, ecc.ecc.), oppure regolamento di conti da parte di rivali.
Il SAPPE non vuole certo entrare nella gestione sanitaria dei detenuti, ma non può far finta di nulla nel verificare che i ricoveri urgenti in ospedale di detenuti “moribondi” che arrivati al pronto soccorso si sono rivelati codice verde o bianco, hanno generato attese di ore dei detenuti e dei poliziotti di scorta, mentre il carcere rimaneva sguarnito.
Ci viene riferito che queste situazioni sarebbero frequenti soprattutto nelle ore serali e notturne e farebbero precipitare il carcere di Brindisi sotto i livelli minimi di sicurezza, poiché dalle 9 unità si scenderebbe a 4/5 a gestire l’intero penitenziario.
Vogliamo ricordare che la legge prevede che i detenuti devono uscire dal carcere per gravi motivi , per cui ci chiediamo il perché non funziona il servizio di telemedicina oppure non si incrementa il numero di specialisti da inviare all’interno del carcere? Il SAPPE ritiene che i detenuti debbano essere curati, ma solo se stanno male Discorso a parte riguarda la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, molti di questi veri “pazzi” che sono praticamente abbandonati a se stessi, per cui spesso in preda alla follia danno luogo ad episodi di aggressione ad altri detenuti o poliziotti(ne hanno sfregiato uno l’altro giorno), autolesionismo estremo con incendio delle stanze in cui sono ristretti, oppure tentare il suicidio.
La legge prevede per questi soggetti un controllo sanitario particolare cosa praticamente inesistente.
Tutte le situazioni finora elencate purtroppo fanno il gioco della delinquenza che le sfrutta per far entrare nel carcere droga e telefonini utilizzando la tecnologia come i droni che non possono essere avvistati poiché sul muro di cinta non c’è nessuno, e nemmeno dal personale nelle sezioni detentive che viene impiegato in più posti di servizio contemporaneamente per 9/12 ore e più. Nonostante ciò con la professionalità, il coraggio e l’abnegazione dimostrata dai poliziotti si riesce a sequestrare molto del materiale che entra, ma senza aiuto da parte del DAP è una partita persa. Proprio per questo il SAPPE chiederà al Prefetto di Brindisi che ha la responsabilità della sicurezza del territorio e dei cittadini di proporre le iniziative ritenute necessarie acchè l’amministrazione penitenziaria si occupi di Brindisi al più presto possibile, e nel contempo convochi un tavolo con le parti interessate, (Amministrazione penitenziaria, ASL, sindacato), per trovare delle soluzioni che portino degli aggiustamenti nella gestione del servizio sanitario ai detenuti.
Ai parlamentari nazionali e regionali pugliesi chiediamo in maniera ”bipartisan” di accogliere questo grido di aiuto lanciato dal SAPPE, ed investire la politica affinchè il problema del carcere di Brindisi venga risolto, anche perché in questo modo oltre a rimetterci i lavoratori, si violano i diritti anche dei detenuti a cui vengono negate le opportunità previste dall’articolo 27 della costituzione( reinserimento condannato).
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