Il Città di Brindisi non si è iscritto al Campionato Regionale di Promozione.
Termina nel più ignobile dei modi la disgustosa vicenda della maggiore società calcistica del capoluogo di provincia.
La conferma arriva con un comunicato inviato dall’Ufficio stampa della S.S.D. Calcio Città di Brindisi alle 13.45.
Alle 13.00, infatti, scadeva il termine per perfezionare l’iscrizione con il versamento della relativa tassa.
La società comunica che “le motivazioni saranno rese pubbliche nei prossimi giorni” e che “tutte le somme raccolte per l’iscrizione al Campionato Nazionale di Serie D verranno restituite sia all’Associazione Per Brindisi che a tutti quei tifosi i quali, appassionati di calcio, sostenendo la causa “salviamo il Brindisi calcio”, hanno voluto contribuire alla realizzazione di questo sogno ormai svanito”.
Il comunicato apre con una considerazione a dir poco autoreferenziale: “Si chiude con un triste epilogo la storia del calcio biancazzurro“.
E’ vero che la vicenda chiusa oggi rappresenta una storia davvero triste (sportivamente parlando), ma il calcio biancazzurro non muore certo con la mancata iscrizione al campionato regionale di Promozione della società che Flora ha regalato a Solazzo e Niccoli .
Certo, la stagione 2015-2016 è oramai assolutamente pregiudicata dal comportamento inconcepibile di un gruppo di persone che ha ucciso il “Città di Brindisi” non iscrivendo la società in Promozione dopo aver rifiutato di cederla all’Associazione “Per Brindisi” che avrebbe proceduto all’iscrizione al campionato di Eccellenza.
Ma la storia del calcio brindisino è tutt’altro che giunta all’epilogo.
Ciò che deve avere un epilogo è, invece, quell’intreccio tra dirigenze marce, tifosi che invadono ambiti di altrui competenza e parte del sistema mediatico senza spina dorsale e troppo servile nei confronti dirigenze e tifosi.
Quando si riuscirà a dare un taglio a questi disdicevoli comportamenti, il calcio brindisino continuerà a scrivere la sua storia centenaria fatta di gioie esaltanti e dolori lancinanti.
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