L’Istruttoria di Peter Weiss nell’adattamento del regista Mino Profico in scena alle ore 16.30 presso la Scuola Secondaria di I grado in Via Mantegna 23, nel quartiere Sant’Elia.
Un giudice, un difensore, un procuratore, diciotto accusati e nove testimoni anonimi sono i personaggi dell’oratoria in undici canti che racconta l’inferno del Lager per antonomasia, Auschwitz. L’autore Peter Weiss, nato nel 1916 a Berlino da padre ebreo ed emigrato nel 1935 in Inghilterra per fuggire alla persecuzione nazista, volle assistere allo storico processo che si svolse a Francoforte dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz. Le 183 giornate del processo in cui furono ascoltati 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti e che rappresentarono il primo tentativo da parte della Repubblica Federale Tedesca di far fronte alla questione delle responsabilità individuali imputabili ad esecutori di ogni grado attivi nei recinti del lager, ispirarono il drammaturgo nella stesura dell’opera. Un Inferno laico e contemporaneo che trascende la rappresentazione del processo e acquista la liricità di una tragedia greca.
“Nel ‘45- scrisse Weiss – vedemmo quello che fino ad allora era stato inimmaginabile. Una voce gridò NON DIMENTICATELO MAI. Non c’erano più parole, tutti i valori erano stati annientati. Gli sguardi di quegli occhi nei crani scheletrici non sembravano rendersi conto che i cancelli erano stati aperti. Quello non era il regno dei morti, quelli erano uomini in cui il cuore batteva ancora.
I custodi di quel mondo non avevano né coda né corna, ma portavano uniformi.”
Il Direttore della Scuola Frescobaldi, Camillo Fasulo, e il regista della pièce Mino Profico attore e conduttore della Compagnia Recinti-Tèmenos e del Laboratorio teatrale Frescobaldi, ci offrono un’ulteriore occasione di riflessione su una delle pagine più tristi della storia mondiale mettendo in scena il testo adattato dell’opera nell’Aula Magna della Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo Sant’Elia- Commenda.
Verranno interpretati solo sette degli undici canti che colpiscono, come un pugno nello stomaco, per la crudezza dei contenuti, del linguaggio e delle immagini rievocanti la vita nel lager, dall’arrivo dei prigionieri al campo fino ai forni crematori, attraverso un progressivo annientamento della persona.
Il taglio interpretativo non sarà imparziale, attori e spettatori, al contempo pubblico di un teatro e di un’aula di tribunale, saranno coinvolti nell’unanime condanna dell’Olocausto.
All’interno dell’aula magna saranno inoltre esposti pannelli esplicativi dei sette canti realizzati e presentati da alcuni alunni delle classi seconde e terze della scuola, una sorta di “guida” visiva della rappresentazione.
/comunicato stampa
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