August 21, 2025

La più recente campagna di scavi nel Parco Montalbano, avviata nel 2025, ha portato alla luce nuove testimonianze che confermano l’importanza di Oria (Brindisi) come centro strategico e amministrativo in epoca bizantina. Gli archeologi dell’Università del Salento, coordinati dal professor Paul Arthur, hanno presentato i primi risultati durante una conferenza stampa svoltasi il 12 agosto presso la sede leccese della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con la partecipazione del Soprintendente Antonio Zunno, dell’archeologa Antonella Pansini e del sindaco Cosimo Ferretti.

 

Le scoperte

Le indagini hanno rivelato resti di edifici, ambienti scavati nella roccia e sepolture che risalgono prevalentemente al periodo compreso tra il IX e l’XI secolo. Tra i reperti spiccano un sigillo in piombo raffigurante San Teodoro, oggetti di uso militare come una testa di mazza in bronzo e una punta di freccia, oltre a strumenti per la lavorazione di cereali, olive e manufatti in osso, che attestano attività produttive e artigianali di alto livello.

Particolare attenzione è stata dedicata a una necropoli situata a nord del complesso, caratterizzata da sepolture femminili e infantili, un dato che gli studiosi intendono approfondire. La presenza di frammenti marmorei lascia ipotizzare l’esistenza di un edificio religioso a servizio della comunità locale.

 

Un centro nevralgico del Salento bizantino

Le scoperte rafforzano l’ipotesi che Oria, già presidiata dai Longobardi di Benevento in età precedente, fosse stata trasformata in un punto strategico di controllo dopo la riconquista bizantina guidata dall’imperatore Basilio I. La costruzione di edifici su più livelli, con tecniche che combinavano pietra a secco e strutture lignee, testimonia la presenza di élite locali e la complessità della vita urbana di allora.

 

Prospettive future

Gli scavi, resi possibili grazie al sostegno del Comune di Oria e alla collaborazione di studenti delle università di Padova e Salerno, proseguiranno nei prossimi anni con l’obiettivo di chiarire l’evoluzione della città fino alla conquista normanna, datata intorno al 1062. Le analisi sui reperti e sugli scheletri consentiranno di ricostruire in maniera più precisa la storia della comunità oritana in una fase ancora poco documentata rispetto a quella messapica e romana.

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