Il futuro industriale di Brindisi e Civitavecchia è stato al centro del Question Time di oggi alla Camera dei Deputati, dove Mauro D’Attis e Alessandro Battilocchio (Forza Italia) hanno interrogato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Il dibattito si è concentrato sui nuovi investimenti per la riconversione dei due poli energetici, dopo l’approvazione di un ordine del giorno che – come ricordato anche da Carlo Calenda e Matteo Richetti – puntava a mantenere operative le centrali a carbone in attesa di un futuro passaggio al nucleare.
Urso ha chiarito la posizione del Governo:
«Le centrali di Brindisi e Civitavecchia avranno una fermata a freddo, resteranno cioè in manutenzione per essere eventualmente riattivate in caso di necessità – ha spiegato – ma il differimento del phase-out al 2038 non inficia l’attività dei comitati di coordinamento istituiti presso il ministero. Tenere gli impianti in stand-by non ostacola l’attuazione delle proposte presentate nelle due manifestazioni di interesse (46 per Brindisi e 28 per Civitavecchia), perché le aree coinvolte, soprattutto a Brindisi, sono distinte da quelle destinate agli interventi».
Il Ministro ha inoltre precisato che la valutazione delle manifestazioni di interesse da parte di Invitalia è in fase conclusiva. Il percorso di riconversione sarà definito, d’intesa con gli enti locali, attraverso due distinti accordi di programma, che stabiliranno progetti, tempi e modalità degli investimenti produttivi.
D’Attis ha espresso soddisfazione per le rassicurazioni del Governo, sostenendo che gli impegni assunti da Urso «vanno oltre ogni aspettativa».
Resta tuttavia da capire come queste promesse si tradurranno in risultati concreti: tra centrali “in riserva”, investimenti annunciati e accordi di programma ancora da scrivere, il futuro di Brindisi e Civitavecchia dipenderà dalla capacità dell’esecutivo di trasformare gli impegni in progetti reali e finanziamenti certi.
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