… il volo è il Londra-Brindisi delle ore 10,20 e mio figlio M. ha cominciato a chiamarmi in ufficio già alle 9 …
arriva L. da un viaggio di studi a Bristol e lui vuol essere lì ad accoglierla …
L. è il grande amore dei suoi 17 anni …
io, per accompagnarlo, dovrei prendere un permesso orario dal lavoro, ficcarmi nella macchina rovente, guidare fino all’aeroporto sudando come un dannato e recuperare l’oretta persa ritornando in ufficio oggi, verso le tre, in uno dei più caldi pomeriggi degli ultimi cinquant’anni …
non c’è un solo motivo valido per esaudire la richiesta filiale …
non lo farei per niente al mondo …
questo caldo mi uccide, tornare nel pomeriggio sarebbe da pazzi e poi M. deve capire che non sono a sua completa disposizione, non sono il suo autista privato …
andarci ed accompagnarlo sarebbe diseducativo … e che caspita! …
ho deciso! … aspetto che mi richiami per dirglielo … che prendesse il pullman …
mi chiama alle 9, 45 …
pà, stai venendo? …
gli rispondo di getto e con estrema decisione genitoriale : si, scendi che stò passando …
il papà in Servizio Permanente Effettivo H 24 è stato più veloce di me, non ci posso fare niente …
M. entra in macchina …
è spettinato, la barba adolescenziale è già lunga e incolta …
poco abbronzato indossa una brutta maglietta e nel complesso è trasandato …
ma ha 17 anni e questo gli basta …
l’aereo ha un ritardo civilmente ragionevole e in attesa c’è la mamma di L. ….
ci salutiamo, parliamo di questo caldo incredibile che sembra non voler finire …
di quanto condizioni le nostre giornate e di come invece sia una variabile ininfluente nella vita dei nostri figli …
ci scherziamo su …
penso che viviamo tutti sotto lo stesso cielo ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte …
il mio, il nostro è un buon film in televisione ed un pollo comprato in pizzeria per non accendere i fornelli …
per i nostri figli è la promessa di una serata nella quale un bacio o una carezza li farà tremare giurandosi amore eterno …
non mi ricordo più com’era …
so solo di aver vissuto anch’io quei momenti ma non riesco a ricordarne il sapore …
mi sto immalinconendo e non è il luogo adatto …
arriva L. …
sorrisi, occhi umidi e baci …
l’abbraccio che si danno i nostri figli toglie il fiato …
lei, più bassina, ha la testa sul petto di mio figlio e sembra che proprio lì abbia ritrovato casa, pace, serenità, amore …
saluta i suoi compagni di viaggio con lacrime di gioia e di dolore per un’estate di libertà finita …
una lacrima per ciò che lascia ed una per ciò che stà ritrovando …
sono imbarazzato …
qualcosa, non so bene cosa, mi stà commuovendo …
forse un ricordo sulla pelle …
forse per un attimo fuggente quelle sensazioni adolescenziali si sono trasferite dentro di me …
mi sento un guardone che non ha nessun diritto di osservare questi ragazzi …
non sono solo spontanei, sono liberi, forti …
le loro emozioni sono animalesche, primitive, coraggiose …
sono nudi …
io di tutto ciò ho solo memoria …
è una festa alla quale non sono invitato …
io con la mia ragione posso solo parlare …
ragiono sul passato, mi lamento del presente e mi angoscio per l’avvenire …
loro con la loro età e con il loro amore invece possono ridere, cantare, gridare e piangere per quello che stanno vivendo qui …
ora …
in aeroporto … a Brindisi …
alle 11,20 circa …
in un giorno di caldo insopportabile …
Apunto Serni
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