August 14, 2025

Quante volte mi è capitato di assistere alla stessa scena sia da lavoratore che da responsabile sindacale.
La scena in cui, durante uno sciopero, dei lavoratori facevano barriera davanti ai tir per non farli entrare in fabbrica e non permettere alle aziende di continuare a rimpinguare il profitto facendosi beffa di loro.

 
E tante volte ho vissuto la scena in cui responsabili aziendali urlavano verso gli autisti intimandoli di proseguire senza indugio mettendo a repentaglio l’incolumità del lavoratore.
Ogni volta l’autista si fermava con senso di responsabilità e soprattutto cosciente di essere un lavoratore come chi dal basso lo pregava di fermarsi.

 
Ho sottovalutato anch’io questi ignobili gesti, pensando che era solo un’azione di sbruffonaggine aziendale volta a intimorire l’azione collettiva.

 
Ora l’operaio di Piacenza che difendeva strenuamente i suoi diritti non c’è più stritolato dalla forza padronale che continua a vedere ogni lavoratore un numero su cui organizzare profitto senza il minimo rispetto.

 
E il continuo depredare diritti e dignità ai lavoratori con l’appoggio degli ultimi governi non sta facendo altro che aumentare la debolezza sociale.

 
Come responsabile della Filctem Brindisi pretendo che questo caso non sia l’ennesimo avvenimento che finisce presto nel dimenticatoio e se qualche parte datoriale ha finalmente il coraggio di usare un linguaggio amico e in difesa dell’operaio darebbe un segnale diverso e importante fermando un percorso contorto che finirà col frantumare le poche certezze rimaste nel mondo del lavoro.
Mentre scrivo l’articolo muore un altro giovane operaio all’Ilva di Taranto, ora sentiremo i “Mai più”, Basta”, e passerà qualche giorno dopo di che nulla sarà fatto per spazzare via quella nube funerea che pervade i luoghi di lavoro..

 
SALVATORE VIVA
FILCTEM CGIL

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