Brindisi, 27/09/2008

Oggi la SD in piazza con la CGIL

Oggi la manifestazione CGIL contro il Governo Berlusconi

Ci sono moltissime ottime ragioni per pretendere il cambiamento delle scelte economiche e sociali del Governo.
1. L’Italia ha la maglia nera per il livello delle pensioni e dei salari. La crisiitaliana è anche crisi dei consumi perché gli italiani hanno meno soldi in tasca e mentre la spesa alimentare diminuisce, aumentano i consumi di lusso. Il Governo risponde fissando un tasso di inflazione come riferimento per gli aumenti contrattuali del 1,7%, un terzo in meno dell’inflazione reale. La Confindustria propone appena un po’ di più: è aperta la gara a chi riduce di più e meglio le retribuzioni degli italiani.
2. Lo sviluppo di un paese come l’Italia, povero di materie prime, si gioca sulla qualità del lavoro e dei processi produttivi. Qualità della scuola, dell’università e della ricerca ne sono la condizione indispensabile. Il Governo risponde riducendo gli investimenti nella ricerca e tagliando più di 8 miliardi per la scuola pubblica. Stravolge con provvedimenti assurdi e demagogici la qualità dell’istruzione e condanna a morte il tempo pieno. Penalizza gli insegnanti e riduce i precari.
3. L’Italia è divisa e frammentata, sempre più diseguale e precaria. Il Governo risponde, insieme a Confindustria, attaccando il contratto nazionale. Svuota le regole sulla sicurezza del lavoro e annuncia un “libro verde” che punta a ridurre sempre più i servizi pubblici.
4. L’occupazione delle donne in Italia è al disotto di ogni standard degno di un paese civile. Scandalosa la differenza di retribuzione a parità di lavoro. Il Governo risponde indebolendo i servizi pubblici e premiando gli straordinari, anziché alleggerire il fisco sulle retribuzioni. Due misure, sbagliate in sé, che puniscono entrambe le donne: da un lato le costringono a supplire sempre di più allo Stato che si ritrae dai servizi pubblici, e nello stesso tempo premiano solo quegli straordinari che le donne per la stessa ragione non possono fare.
5. La precarietà del lavoro è una condizione dell’esistenza che umilia e rende più deboli. Eliminare la precarietà è l’obiettivo di una vera democrazia. Il Governo al contrario emana norme che l’aumentano e aumentano l’arbitrio nei rapporti di lavoro. Avevamo fatto una legge, la 188, che impediva la pratica dei licenziamenti mascherati da dimissioni in bianco: una pratica utilizzata spesso per licenziare le lavoratrici se incinte e i lavoratori malati o indesiderati. Il Governo cancella quella legge e strizza l’occhio a chi oggi può impunemente spadroneggiare.
6. La Costituzione italiana definisce la salute come un diritto costituzionale. Il Governo taglia pesantemente le risorse per la sanità con la conseguenza della riduzione delle prestazioni per gli italiani e per gli immigrati.
7. Il mercato del lavoro italiano utilizza sempre più lavoratrici e lavoratori immigrati, in fuga dalla fame e spesso dalla guerra e alla ricerca di una speranza nel nostro paese. Il Governo italiano in risposta nega loro l’integrazione e li sottopone a provvedimenti carichi d’odio.
8. Lo stesso Governo che aumenta i costi della politica e ripristina retribuzioni da favola nella Pubblica Amministrazione, attacca i lavoratori pubblici, riduce la loro retribuzione e porta a compimento in questo modo l’ attacco ai servizi pubblici.

Per tutte queste ottime ragioni Sinistra Democratica è a fianco della CGIL nelle piazze del 27 settembre.