In queste ultime settimane è diventato acceso il confronto sull’interpretazione dei dati concernenti la situazione sanitaria ed ambientale a Brindisi.
Va subito detto che è indiscutibile l’attendibilità di studi quali il rapporto “Sentieri” e su malformazioni neonatali (vedasi certificazione del CNR) e quelli, anche oggetto di una relazione peritale esposta nell’ultima udienza del processo sui danni da polveri di carbone in corso presso il Tribunale di Brindisi, che analizzano gli effetti sanitari di inquinanti gassosi quali l’anidride solforosa ed i metalli pesanti.
E’ altrettanto indiscutibile che è ben diverso stabilire un rapporto causa-effetto a livello giudiziario o nelle scelte istituzionali a tutela dell’ambiente e della salute pubblica: è anche per questa ragione che vediamo con favore tutte le iniziative che tendono a qualificare e quantificare il “danno ambientale” e ad introdurre il principio di precauzione nel prevenire, mitigare ed eliminare il danno.
Quel che veramente sconcerta è che, a ben 16 anni dalla promulgazione del decreto del Presidente della Repubblica con cui si rendeva operativo il piano di risanamento dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale, siano rimaste del tutto disattese le priorità di intervento considerate non rinviabili ed ammesse a finanziamento; ci riferiamo, in particolare al piano di monitoraggio ambientale globale con analisi in continuo a bocca di scarico di fonti inquinanti, in quota, al suolo e nei corpi idrici , al registro tumori, all’osservatorio epidemiologico, alle indagini epidemiologiche sui lavoratori ed abitanti a particolare rischio.
Sottoponiamo all’attenzione delle Istituzioni locali queste gravissime omissioni che impediscono di monitorare la situazione ambientale e sanitaria e l’assunzione delle decisioni conseguenti, ma quanto meno, chiediamo, nell’immediato di sopperire a stridenti lacune nel sistema dei controlli (è grave che l’ARPA abbia appena due persone adibite in Puglia a verificare le emissioni in atmosfera) e nell’avvio del registro tumori e dell’osservatorio epidemiologico deliberati nel Consiglio Comunale di Brindisi. Soprattutto chiediamo che sia, a livello istituzionale, bocciato il progetto di A2A per la centrale Termoelettrica Brindisi Nord e di promuovere (finalmente!) scelte che, l’adozione del piano per l’energia sostenibile nel patto dei Sindaci, avrebbero consentito di accedere a finanziamenti prioritari dell’Unione Europea.
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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