L’accumulo di Posidonia oceanica sulla spiaggia di Diana Marina è un fenomeno naturale e ricorrente, presente da decenni, legato a correnti marine, mareggiate e cicli stagionali. Si tratta di un processo che testimonia un buono stato di salute del nostro mare, poiché la Posidonia è una specie protetta dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la sua presenza in spiaggia è indice di acque marine di qualità.
È bene chiarire che attribuire lo spiaggiamento della Posidonia alle attività di dragaggio in corso nel porto è del tutto infondato. Le correnti superficiali marine, determinate dal vento, dal 21 giugno (inizio dei lavori) hanno avuto direzione prevalente da nord verso sud: ne consegue che la Posidonia non poteva in alcun modo risalire la corrente, essendo Villanova a sud di Diana Marina.
Le operazioni di dragaggio, regolate dal D.M. 172/2016 e D.M. 173/2016, riguardano esclusivamente i sedimenti presenti nei fondali portuali e non interessano in alcun modo la Posidonia viva, che non può essere oggetto di dragaggio in quanto habitat prioritario tutelato.
In sintesi:
• I sedimenti non contaminati (classi A e B) vengono conferiti in mare oltre le 3 miglia nautiche, a profondità di 70/80 metri.
• I sedimenti contaminati (classi C e D) vengono prima trattati in impianti di soil washing per eliminare idrocarburi, metalli e altri inquinanti, e solo successivamente smaltiti in mare, sempre nei siti autorizzati.
Il dragaggio in corso è quindi manutentivo e ambientale, finalizzato al miglioramento della qualità dei fondali e autorizzato sulla base di analisi biocenotiche che escludono la presenza di praterie di Posidonia nelle aree interessate.
Per quanto riguarda la gestione della Posidonia spiaggiata, non è più sufficiente intervenire in modo sporadico con la normale pulizia a cura della ditta di igiene urbana. Occorre, come previsto dalla normativa, attivare interventi strutturati e autorizzati dall’Ufficio Ambiente Regionale e dalla Capitaneria di Porto, che permettano lo spostamento selettivo dei cumuli misti di sabbia e Posidonia in aree idonee, secondo le linee guida tecniche nazionali.
Queste operazioni hanno una duplice funzione: garantire una corretta gestione ambientale del litorale e favorire la rigenerazione naturale della spiaggia, che negli ultimi anni, grazie anche alla presenza della Posidonia, si è allungata di diverse decine di metri.
Diana Marina, come noto, ha sempre convissuto con questa realtà: la Posidonia non è un problema da “eliminare”, ma una risorsa naturale da gestire correttamente.
Per questo l’Amministrazione ritiene doveroso respingere ogni accusa superficiale o strumentale. Il rispetto dell’ambiente non si tutela con slogan, ma con serietà, competenze, autorizzazioni e progettualità, al servizio dei cittadini e della tutela del nostro patrimonio naturale.
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