June 10, 2025

Chiunque abbia avuto la sventura di frequentare il litorale nord di Brindisi in questi giorni, sicuramente avrà visto il desolante spettacolo offerto da moltissimi lidi chiusi e dai disorientatissimi potenziali bagnanti alla ricerca di pochissimi accessi al mare: questa vorrebbe essere la città d’acqua?
E’ stato detto che le ordinanze di chiusura dei lidi sono la inevitabile conseguenza della mancata rimozione di opere abusive e di irregolarità amministrative; noi individuiamo nell’assenza di programmazione e controlli istituzionali come in molti altri casi, vedasi gli interventi sul lungomare, la principale causa della situazione che stiamo vivendo.
Abusi ed irregolarità eventualmente riscontrati esistevano da tempo e richiedevano una capacità di gestione ben diversa.

Invece, nelle maglie larghe dei controlli, sono persino passati evidenti e pericolosissimi abusi rispetto
a sequestri giudiziali in corso (si pensi soltanto ad attività ed a balneazione a ridosso della falesia crollata che
causò la morte di un giovane professionista).
Al contrario, si è diventati inflessibili nel contestare irregolarità e perseguire abusi nel lido “Sant’Anna” quando si doveva creare uno sbocco al mare per il villaggio “Acque Chiare”.
E’ da anni che chiediamo di assumere decisioni in merito alla possibilità di legittimare le costruzioni per le quali è stata presentata, da ben 20 anni, domanda di condono edilizio e per le quali l’amministrazione comunale incassi i tributi concernenti la proprietà immobiliare e lo smaltimento dei rifiuti.
Allo stesso tempo, però, abbiamo chiesto provvedimenti di abbattimento per tutte le costruzioni realizzate (molto recentemente grazie a maglie di controllo larghissime) al di fuori di qualsiasi norma autorizzativa (anche in sanatoria) ed incidenti su falesia o macchia mediterranea.
L’Amministrazione Comunale non si è limitata a richiedere i tributi anche ai titolari dei lidi ma li ha anche premiati per il miglior “servizio di raccolta differenziata”.
Alle nostre richieste l’Amministrazione Comunale ha risposto con un sorprendente Piano Comunale Costiero (PCC) che aveva il pregio di violare le disposizioni regionali in materia (obbligo di pianificare solo all’interno dell’area demaniale) ipotizzando il trasferimento della litoranea e poco giustificati incrementi di “volume” per non meglio definite “opere turistiche”.

La regolamentazione concernente l’edilizia privata ed i lidi sulla costa, invece è rimasta nebulosa; eppure, francamente, fra varianti e Piani di riqualificazione (anche concernenti la costa) molto si è disposto ed il PUG si preoccupa di sostituirsi ai Magistrati nel “sentenziare” che i reati concernenti i reati del villaggio “Acque Chiare” vanno in prescrizione: quale Giudice si è espresso in tal senso?
Si conosce la differenza tra l’eventuale non punibilità dei reati e l’eventuale permanenza del reato rispetto alla programmazione urbanistica?
Noi abbiamo sempre chiesto il rispetto della Legge nell’azione amministrativa e l’uscita dal limbo che non ha consentito di far sviluppare la costa.
La risposta non può certamente essere quella di tenere alcuni titolari dei lidi sulla graticola per un anno (quello trascorso dalla nuova domanda di concessione) per disporre soltanto oggi controversi provvedimenti; tutto ciò mentre la stagione balneare dovrebbe essere in corso ed invece molti lidi sono chiusi, l’accesso libero ed in sicurezza al mare è limitatissimo e la costa sta diventando un ricettacolo di rifiuti.

Qualcuno dovrà rispondere dei propri comportamenti attivi od omissivi che hanno provocato i danni in corso, anche d’immagine della città.

Doretto Marinazzo
Consigliere Nazionale Legambiente

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