Superare i ritardi con una visione complessiva dei problemi e delle esigenze della città
Sono stati più volte evidenziati gli enormi ritardi nella redazione del piano urbanistico generale (PUG): all’atto dell’approvazione in Consiglio Comunale del documento programmatico preliminare (DPP) nell’agosto 2011 erano prescritti 150 giorni per l’approvazione del PUG ma, nella migliore delle ipotesi si arriverà ad accumulare quasi 2000 giorni da allora! Il piano Comunale Costiero (PCC) deve rispettare la L.R. 17/2006 che impone il piano in aree demaniali ed invece si vogliono prevedere la nuova litoranea e vie di penetrazione verso la costa da parcheggi vicini a tale litoranea nonché altri interventi non compatibili con quanto pianificabile nel PCC senza risolvere il problema dell’abusivismo in aree demaniali su falesia o macchia mediterranea. E’ stata chiesta anche, nel rispetto delle disposizioni di legge, una “pianificazione partecipata” che è ben altra cosa rispetto alla scontata possibilità di presentare osservazioni come quelle contenute in questo documento.
Abbiamo inoltre ripetutamente sottolineato l’esigenza di ridurre il consumo di suolo in una città che ha superato gli indici di edificabilità per abitante, procedendo alla riqualificazione urbanistica ed energetica dell’esistente ed invece si parla di nuovi agglomerati anche in aree di pregio paesaggistico nel pressi del porto o lungo la costa. Abbiamo infine assistito con disagio allo scontro fra la Giunta Comunale ed il capo dell’ equipe dei progettisti del PUG ed al passaggio dell’incarico ad un nuovo professionista (chi è oggi il coordinatore dei progettisti?) con dubbi legittimi rispetto alla possibilità di stipulare il nuovo contratto in presenza di un contenzioso pendente e dello scorporo delle spese da riconoscere per restare all’interno dei 40.000 euro, tetto massimo per l’affidamento diretto.
Il PUG deve tornare ad essere lo strumento sovraordinato rispetto ai piani del porto, dell’area industriale della costa, evitando fughe in avanti di dubbia legittimità. Il PUG deve porsi l’obiettivo del consumo zero di suolo rinunciando a grandi nuove lottizzazioni di pesante impatto su equilibri già fragili e riqualificando quartieri, singole costruzioni e la zona costiera .
Una fascia di insediamenti turistici non basta a fare turismo integrato e socialmente utile
Il Piano Urbanistico Generale in via di elaborazione prevede per Brindisi un nuova zona, a monte della fascia dei 300 metri della linea di costa, destinata ad insediamenti turistico-ricettivi, estesa su tutta la fascia retrocostiera, dalla località di Sbitri fino alla località Apani con interruzioni :
in corrispondenza della località Giancola, già edificata abusivamente;
in corrispondenza delle aree individuate dal PAI (Piano Ambientale Integrato) con vincolo idrogeologico;
nelle aree coltivate a vigneto.
Il primo tratto ingloba anche il Villaggio Acque Chiare cui, secondo l’amministrazione comunale,
“a prescindere dall’esito dei procedimenti giudiziari in corso (e quindi anche in caso di conferma della confisca), occorrerà trovare una corretta utilizzazione, inserendolo tra i contesti residenziali periferici da recuperare”.
La scelta di insediare attività turistiche richiedere di pensare preliminarmente un nuovo modello economico legato alle vocazioni territoriali e soprattutto al turismo nel quale va salvaguardata l’integrità ambientale, soprattutto in un’area come la costa nord che nel corso degli anni ha subito numerosi insediamenti abusivi. Il turismo sostenibile sarebbe scelta opportuna per il rilancio economico della città considerando che negli ultimi decenni tale attività economica ha sofferto la preferenza concessa agli insediamenti industriali (la costa sud sacrificata per i grandi impianti industriali ne è un esempio).
Tra i principi fondamentali del turismo sostenibile vi è il rispetto dell’integrità dei luoghi turistici e della cultura locale. La Puglia negli ultimi anni è stata scoperta dal punto di vista turistico, grazie
anche al buon lavoro della Regione che ha offerto ai turisti la possibilità di una nuova esperienza, la tipicità e l’unicità dei luoghi. In questo senso hanno contribuito molto il recupero di tante masserie e trulli che sono elementi tipici territoriali, la preservazione del paesaggio, le sue peculiarità (evitando nuove costruzioni) e il consumo di suolo (recuperando ciò che era già esistente e rendendolo cosi fruibile).
Anche per Brindisi quindi sarebbe auspicabile, per la costa nord in particolare, il recupero di ciò che
già è presente, come alcune masserie sparse lungo l’area in questione o l’ex macello abbandonato da
tempo (che potrebbe diventare una nuova e grande struttura turistica,) il vecchio campeggio (data la vicinanza all’aeroporto), cosi come altri edifici sparsi lungo l’area che, attraverso incentivi mirati e rispettando le norme in materia edilizia e ambientale, potrebbero essere trasformati in b&b o altre attività ricettive. Attraverso il risparmio di suolo ed il recupero di edifici abbandanati o sottoutilizzati lungo la costa, si potrebbe ottenere quel rispetto del paesaggio esistente che per Brindisi deve rappresentare elemento distintivo dell’offerta turistica, aggiungendovi la rinaturalizzazione delle aree entro i 300 metri dalla costa ed eliminando il tanto cemento presente (compreso quello nei lidi balneari).
Il fallimento delle esperienze con insediamenti turistici decontestualizzati e senza la tutela della unicità e tipicità locale
Imitare invece modelli di sviluppo turistico obsoleti presenti in altre aree italiane e straniere potrebbe provocare addirittura aggravi ambientali e danni economici a medio e lungo termine, visto che nei luoghi dove vi è stato eccessivo consumo di suolo nonché scarso rispetto del paesaggio e della tipicità dei luoghi si stanno pagando costi elevatissimi a distanza di anni. Con l’aggiunta che dove si è costruito ormai difficilmente si potrà tornare alle condizioni iniziali. Bisognerebbe pertanto porre grande attenzione prima di prevedere l’edificazione di nuove aree.
Secondo i principi del turismo sostenibile le attività turistiche devono innanzitutto soddisfare i bisogni e le necessità delle comunità locali, proteggere le risorse naturali, le risorse culturali, per creare benessere non solo in senso quantitativo ma anche qualitativo. Nel caso poi, lungo la fascia costiera in questione si stia ipotizzando la costruzione di nuovi villaggi turistici, anche di modeste dimensioni, è opportuno rammentare che la sostenibilità dei progetti turistici, come avviene negli altri luoghi, deve essere preliminarmente condivisa con adeguate forme di partecipazione e coinvolgimento della popolazione, tenendo presente che eventuali nuove strutture devono essere contestualizzate e armonizzate con il territorio.
Molto spesso i villaggi turistici sono invece decontestualizzati con il territorio, non tengono conto
delle sue peculiarità ed anche il ritorno economico (oltre che socio-culturale) per la popolazione
locale è inferiore rispetto ad altri tipi di ricettività che invece coinvolgono o sono direttamente gestiti dalla popolazione locale, incentivando anche lo spirito imprenditoriale. A tal proposito il caso del villaggio turistico Acque Chiare che ha comportato un elevato consumo di suolo rappresenta un chiaro esempio.
Annotazioni conclusive e una proposta: promuovere la partecipazione a partire da una conferenza cittadina su PUG e PCC.
Lo sviluppo alternativo illustrato potrebbe portare comunque ad una buona offerta ricettiva in termini di numeri ma soprattutto potrebbe assicurare maggiori risultati in termini di tipicità e
unicità, distinguendo la nuova destinazione turistica da quella decontestualizzata in altre parti del mondo.
Brindisi è stata finora meta “ di transito” per andare altrove o semplice tappa del tour nel Salento o
nella Puglia mentre rimane una destinazione ancora da scoprire dal punto di vista della vacanza balneare e non solo. Bisognerebbe quindi programmare ed organizzare al meglio
tutta l’offerta turistica soprattutto sul versante dei servizi.
La pubblica amministrazione ha un ruolo e una responsabilità decisivi nella gestione del turismo,
essendo responsabile di molte funzioni fondamentali tra cui la gestione del territorio, le normative
sull’ambiente, lo sviluppo delle infrastrutture.
La pianificazione del futuro turistico della città, in questo caso attraverso la formulazione del PUG, potrà porsi obiettivi chiari soltanto partendo da una visione precisa di ciò che si intende fare per il territorio, valutando le opzioni disponibili e scegliendo quella più adatta per l’area turistica, contestualizzata sulla base delle caratteristiche e delle risorse specifiche endogene, punto di forza strategico in materia turistica.
Proponiamo di realizzare una conferenza cittadina sul PUG e sul PCC.
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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