May 25, 2025

Avendo appreso che la Corte Costituzionale ha bocciato il ricorso di alcune Regioni, compresa la Puglia, dichiarando non fondate le questioni di costituzionalità contro la riforma Delrio, cresce la preoccupazione rispetto alle modalità con cui si sta mettendo in atto  la riforma e, soprattutto,  alla superficialità con cui, nel riordino, si fa discrimine tra funzioni fondamentali e non. C’è ancora troppa incertezza e confusione su come si procederà  nella gestione  del riordino, se consideriamo che, tuttora, solo la Toscana ha legiferato sulla materia.

Consapevoli della grave responsabilità del Governo che, con i tagli delle risorse economiche, sta impedendo la reale attuazione della riforma Delrio  persino per i  settori delle funzioni fondamentali,   come CGIL, unitamente alle categorie di Funzione Pubblica e della Federazione Lavoratori della Conoscenza, denunciamo come inaccettabile l’idea che  tutto ciò che attiene ai settori Cultura, Servizi Sociali, Agricoltura, Politiche Comunitarie, Turismo, sia considerato funzione residuale. I diversi  livelli istituzionali interessati devono   tener  conto di quanto possa essere scellerata  una scelta che fa arretrare l’intero paese sul piano civile, sociale e culturale.

 

In riferimento al settore Cultura, siamo fermamente convinti che con la Cultura “si mangia e  si cresce”.  Nello specifico della Biblioteca Provinciale di Brindisi, è il caso di evidenziare  quale patrimonio rischiamo di distruggere: la nostra Biblioteca è stato il primo polo pugliese del Servizio Bibliotecario Nazionale ed è, a tutt’oggi, una delle più produttive per immissione dati nel circuito nazionale. A quanti hanno persino dichiarato che “tanto oggi i libri non li legge più nessuno” diciamo che sicuramente ignorano che parliamo di un patrimonio storico/culturale di circa 102.000 volumi e di una rete digitale all’insegna dell’innovazione tecnologica e multimediale. E che fine farà il museo archeologico      “F.Ribezzo”? La cultura ha bisogno dei suo luoghi per alimentare la crescita degli individui.

 

E riguardo ai servizi sociali a chi compete  gestire i servizi di trasporto e di integrazione dei disabili?  A tutti gli alunni audiolesi e videolesi e alle loro famiglie  qualcuno ha spiegato che ancora non si sa “chi deve fare che cosa” per continuare a garantire  l’integrazione scolastica?

 

Questa riforma rischia di diventare un obbrobrio di riordino, che poco ha  a che vedere con la razionalizzazione e l’efficientamento del sistema della Pubblica Amministrazione: di fatto ci sono migliaia di lavoratori, sia diretti sia nella partecipate, che vivono da mesi nella totale incertezza per il loro futuro e con l’incubo del licenziamento.  Nel contempo, quasi in un silenzio assordante, si rischia la cancellazione di servizi essenziali per l’intera  cittadinanza, con un vulnus irreparabile  su cosa intendere per sviluppo sociale e culturale.

 

Facciamo appello a tutti i cittadini perché si mobilitino contro l’imbarbarimento.

 

COMUNICATO STAMPA CGIL, FP CGIL, FLC

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