Si è conclusa ieri, al termine di un acceso consiglio comunale, l’esperienza della Giunta Ferretti al Comune di Oria.
E’ accauto che, per nove voti contro otto, non sono stati approvati il conto economico e lo stato patrimoniale relativo al 2016 e, pertanto, l’Amministrazione Comunale può considerarsi decaduta.
Nei mesi scorsi il Prefetto di Brindisi aveva diffidato il consiglio ad approvare il conto economico, dal momento che i termini erano scaduti lo scorso 31 luglio.
A votare contro sono state le opposizioni più il consigliere Pomarico ed il gruppo dei “Democratici per Oria”
formato dagli ex della maggioranza, cioè Zanzarelli, Micelli, Fullone e Spina.
Nelle prossime ore verrà nominato un commissario ad acta che si occuperà di approvare il bilancio.
Per i Democratici per Oria – che di fatto hanno staccato la spina “Si è verificato un vero e proprio scollamento
fra la componente consigliare di maggioranza e la giunta comunale ormai non più rappresentativa dell’espressione politica presente nella maggioranza stessa. Ha inoltre condotto a tale decisione, consapevole e sofferta, la persistenza di numerose problematiche cittadine, già da tanto tempo sulla scrivania del sindaco Ferretti e dopo oltre
due anni non ancora risolte”.
Per Euprepio Curto, “in provincia di Brindisi siamo ormai di fronte ad una vera e propria ecatombe di Consigli comunali. S
ciolto quello di Brindisi, a causa di una maggioranza non dimostratasi tale già il giorno dopo l’elezione del sindaco Angela Carluccio. Sciolto quello di San Pietro Vernotico a seguito delle dimissioni di un sindaco probabilmente indigesto ai suoi molto di più di quanto non lo fosse ai suoi avversari. Sciolto quello di Torre Santa Susanna, a seguito delle contemporanee dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, iniziativa accertata come legittima dal massimo organo della giustizia amministrativa. Sciolto, nella giornata di ieri, quello di Oria, a seguito della bocciatura dello Stato patrimoniale 2016 e del relativo conto economico da parte di alcuni consiglieri della ex maggioranza. Ingessato quello di Erchie, per le note vicende giudiziarie. Uscito solo momentaneamente dal coma quello di Ostuni, che però porta addosso tutti i segni di una irrisolta questione politica. Delicatissima, e ad altissimo rischio, quella del Consiglio comunale di Francavilla, a causa di una pachidermicità amministrativa che fa riflettere ogni giorno di più sulla opportunità del sostegno all’amministrazione in carica, visto che il presupposto di tale sostegno doveva essere quel cambio di passo di cui sino ad ora non si è vista alcuna traccia”.
Il quadro che se ne ricava è che oltre il 50% (210 mila abitanti su 402 mila) di chi risiede in provincia di Brindisi è costretto a scontare sulla propria pelle il fallimento politico di alcuni sindaci, la spregiudicatezza di alcuni consiglieri molto più occupati a presidiare i propri personali interessi rispetto a quelli generali, nonché l’inadeguatezza di una burocrazia incapace, a differenza del passato, di saper realizzare un argine invalicabile ai limiti organizzativi, culturali ed etici del ceto dirigente.
E’ da questa disgregazione amministrativa che nasce la debolezza delle battaglie politiche che, sia pur molto di rado, si combattono a favore del territorio. Cosicché può accadere, così come è accaduto oggi, nel silenzio generale, che il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, venga a Brindisi per disquisire di Polo Aeronautico dimostrando di non sapere che la crisi di Agusta Westland è deflagrata molti anni prima della confluenza in Leonardo, dichiarando, addirittura, che il Polo aeronautico è in buona salute, alla faccia dei cassintegrati di Dema, Gse, Hb. Tecnomessapia.
Come si possa porre rimedio a ciò non è dato sapere. Ma che si debba incominciare a discuterne seriamente non solo è opportuno, ma assolutamente doveroso. La provincia di Brindisi non può permettersi questo desolante quadro politico e amministrativo. Sarebbe la sua definitiva rovina.
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