Dopo la condanna in Cassazione a 15 anni, torna in carcere Dora Buongiorno, la bracciante agricola di Carovigno (Brindisi) che il 26 dicembre 2012 uccise l’amante, Cosimo Damiano De Fazio e lo arse vivo.
La donna, che era agli arresti domiciliari con permesso di recarsi al lavoro, è stata raggiunta dall’ordine di esecuzione per espiazione pena emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi ed è stata tradotta presso la Casa Circondariale di Lecce.
Dora Buongiorno deve scontare la condanna per omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà: aveva somministrato all’amante un farmaco soporifero, lo aveva condotto in campagna e aveva appiccato il fuoco all’altezza dei genitali.
Damiano De Fazio, 51 anni, originario di Carovigno e residente a Brindisi fu rinvenuto e soccorso da un agente di un istituto di vigilanza privato in contrada Epifani, sulla strada vicinale che collega Mesagne a Serranova.
Il vigilantes allertò il 118 che giunto immediatamente sul posto trasportò l’ustionato in ospedale.
Dopo circa 30 ore tra la vita e la morte, De Fazio spirò nella sua stanza dell’ospedale Perrino di Brindisi, ma,
prima di perdere definitivamente ogni conoscenza, De Fazio avrebbe offerto indicazione sulla responsabile della sua morte.
E così gli investigatori giunsero a Dora Buongiorno, l’amante che confessò l’omicidio motivandolo con i soprusi subiti per anni da parte dell’imprenditore. Tale versione è sempre negata dai famigliari di quest’ultimo, sposato e padre di altri cinque figli, che si sono costituiti parte civile.
La Cassazione ha confermato la condanna della Corte d’Appello (che a sua volta aveva confermato la sentenza di Primo Grado) ed ha definitivamente riconosciuto le attenuanti generiche, equivalenti alle aggravanti oltre allo sconto di un terzo della pena dovuto alla scelta del rito alternativo.
No Comments