Sabato mattina noi alunni del Marzolla abbiamo dimesso le vesti da studenti classicisti e ci siamo trasformati in perfetti uomini e donne di varietà: come ogni anno (siamo giunti alla 21° edizione)infatti non poteva mancare il classico spettacolo di Natale, che costituisce l’occasione di dimostrare che, oltre al latino, al greco e alla filosofia, ognuno di noi coltiva interessi e passioni diverse e raggiunge-spesso anche- in esse l’eccellenza.
Si sono distinti in primis i conduttori, Giulio Argentieri, Giulio Gazzaneo e Fiona Dakavelli, tutti e tre maturandi, che sono riusciti con leggerezza e allo stesso tempo professionalità ad intrattenere il pubblico e gestire le difficoltà della diretta.
Si sono esibite sul palco diverse cantanti soliste e band musicali, a partire dai Postrema Nox per arrivare agli NMP ed ai Karmas, tutte composte prevalentemente da alunni del liceo, e sempre all’insegna della buona musica abbiamo potuto anche ascoltare le note di pianoforte, violini e sassofoni affidati ai talenti del primo anno apparsi già maturi e padroni del palco; poi un mare di torce accese si è sollevato durante l’esibizione al sax di Nazarena Savino, creando un’atmosfera suggestiva e un po’ malinconica per chi, come me, l’anno prossimo non farà più parte di questa scuola.
Proprio noi , gli studenti del fatidico ultimo anno, abbiamo voluto salutare la nostra scuola durante lo spettacolo: con dei cortometraggi e dei piccoli video abbiamo riassunto i nostri cinque anni all’interno del liceo, ironizzando su momenti critici e difficili ma allo stesso tempo riconoscendo quanto di bello questa scuola ci abbia donato. Momento di particolare emozione ci ha donato Antonio Sabato, anche lui maturando, in un coinvolgente ed appassionato monologo in cui , in un percorso segnato dai dubbi di tutti noi nel momento fatidico della scelta del liceo ha poi rivelato l’importanza, nelle tappe in cui negli anni si è svelata ai suoi occhi, della formazione umanistica all’interno di una società che oggi tende a dare più importanza alle materie scientifiche e tecniche: se da un lato è vero che la cultura non dà nozioni pratiche o utili nella vita quotidiana, d’altro lato è proprio grazie alla cultura e allo studio dei classici che noi giovani formiamo le nostre coscienze e impariamo a pensare in autonomia e senso critico. La nostra scuola insegna a sognare , cioè non ad evadere ma a percepire più profondamente la realtà e se per tutto il resto, come ha ironicamente concluso l’alunno, ci sono i libretti di istruzioni, chi è capace di riflettere può certamente imparare qualsiasi cosa, così come ha ripetuto per anni il prof Pietro Barile, da Antonio ricordato per la grandissima passione con cui ogni giorno insegnava non solo ai propri alunni, ma a tutti gli studenti della scuola.
Un Natale all’insegna della riflessione dunque, ma anche delle risate: un altro monologo, recitato da Francesco Ferulli, e ripreso dai monologhi comici dell’attore romano Enrico Brignano, ha descritto in un quadro divertente un’interrogazione andata male, e l’Inferno della Divina Commedia è stato riassunto in sei minuti di esilarante parodia dalla classe 3C.
Alla fine dello spettacolo tutti noi alunni di quinto anno siamo stati invitati sul palco e, sulle note degli 883 abbiamo per l’ultima volta salutato quella che è stata casa nostra per tutti questi anni e che ha tirato fuori il meglio da ognuno di noi. Per dire, tutti insieme”Grazie a tutte quelle persone che ci hanno seguito in questo lungo cammino, perché ora sappiamo che non importa da dove si parte e dove si giunge: ciò che conta è il viaggio!”
comunicato
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