Sono state consegnate questa mattina, nella sala riunioni della direzione generale del Policlinico di Bari, le prime 150 magliette donate alla fondazione L’isola che non c’è, promotrice della campagna per il Nobel per la Pace ai bambini di Gaza, con il logo dell’iniziativa e destinate al personale del Policlinico e della Asl Brindisi. L’acquisto e la stampa delle t-shirt sono stati finanziati da un imprenditore che ha preferito rimanere anonimo.
Erano presenti il direttore generale del Policlinico, Antonio Sanguedolce, il direttore generale della Asl Brindisi, Maurizio De Nuccio e, per L’isola che non c’è, Pierangelo Argentieri, Michele Battaglia, Lino Patruno e Franco Giuliano, giornalista e presidente onorario dell’associazione.
“Questa iniziativa – ha spiegato Giuliano – è l’unico modo per mantenere alta l’attenzione su questa tragedia immane che è cominciata il 7 ottobre. Noi della fondazione condanniamo quanto accaduto il 7 ottobre però non possiamo non sottolineare questo dramma che è sproporzionato rispetto a quanto avvenuto. Non potevamo raccogliere fondi, non potevamo inviare derrate alimentari: l’unico modo per poter essere vicini a questo popolo martoriato era quello di lanciare la proposta di candidatura al Premio Nobel per la Pace ai bambini di Gaza. Molte istituzioni stanno aderendo: basta guardare i loghi presenti sul banner che è esposto anche qui, fuori dal Policlinico di Bari, ma anche su altri edifici. Questo è l’unico messaggio di sensibilizzazione che possiamo inviare. Contiamo di coinvolgere ancora tanti altri sostenitori e di avere una risonanza che valichi anche i confini nazionali. Oggi anche voi qui contribuite in maniera significativa: aver lasciato le vostre attività per essere testimoni di questo gesto, in qualità di figure apicali di alcune istituzioni, vi rende onore”.
“Ringrazio la fondazione per aver pensato a questa iniziativa – ha aggiunto Sanguedolce – che è uno dei pochi strumenti che abbiamo per fare qualcosa: il Policlinico ha subito sposato la causa. Le immagini dei bambini che arrivano da Gaza sono diventate insostenibili. Il Policlinico ha come vocazione la cura dei bambini, quindi non potevamo tirarci indietro. Distribuiremo le t-shirt, da indossare in maniera volontaria, dove i nostri operatori sono maggiormente a contatto col pubblico. Il Policlinico, inoltre, è pronto anche a ulteriori azioni di pace che dovessero rendersi necessarie”.
De Nuccio ha concluso sottolineando che “è difficile trovare le parole giuste di fronte a una tale tragedia. Ringrazio Antonio Sanguedolce per l’invito e Franco Giuliano per aver formulato la proposta. Le magliette che indossiamo non sono solo un semplice capo di abbigliamento: queste t-shirt rappresentano le speranze, i sogni, i diritti negati dei bambini di Gaza e di tutti quelli che vivono in zone guerra. Loro chiedono la pace e noi siamo qui perché non vogliamo che questa voce sia spenta. Siamo qui e ci impegniamo affinché questa richiesta abbia una eco mondiale. Certo è una goccia, ma servono anche questi piccoli gesti. Come Asl Brindisi abbiamo scelto di adottare questa causa perché siamo fermamente convinti che salute e pace vadano a braccetto. Lo sperimentiamo ogni giorno, anche nelle nostre strutture: quando stiamo male non siamo sereni e se non c’è pace non riusciamo a tutelare la nostra salute. Ogni conflitto, grande o piccolo che sia, porta sofferenza come ogni percorso di cura regala un senso di riconciliazione, speranza e rinascita. Il mio augurio è quello di riuscire a non spegnere la voce dei bambini che chiedono pace”.
UFFICIO STAMPA ASL BRINDISI
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