August 25, 2025

Continui pedinamenti, email dal contenuto offensivo e minaccioso, scritte sui muri. Sono solo alcune delle condotte particolari attraverso le quali un assicuratore 45enne di Ostuni ha perseguitato l’ex fidanzata per oltre sei mesi.
E nemmeno una denuncia, seguita da una pubblica diffida ricevuta dal Vicequestore Angiuli, lo hanno fermato.
Ieri, al culmine di altre insistenti azioni vessatorie, l’uomo è stato fermato e indagato per stalking.
All’uomo è stata notificata una ordinanza emessa dal dott. Giuseppe Licci, Gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta del Sost. Proc. della Repubblica dott. Pierpaolo Montinaro.
In base a tale ordinanza l’assicuratore deve osservare il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalla sua ex fidanzata, in particolare l’abitazione della stessa, il luogo di lavoro e, comunque, dovrà mantenere una distanza non inferiore ai 300 metri dalla donna e da detti luoghi, con divieto di comunicare con la stessa, in forma scritta, a mezzo del telefono o tramite rete internet. Al 43enne, inoltre, è stato cautelativamente ritirato un fucile da caccia legittimamente detenuto ed il relativo porto d’armi.

 

Le indagini condotte dagli agenti del Commissariato di Ostuni hanno consentito di acclarare che l’uomo, “con condotte reiterate, insistenti e durature, aveva minacciato e molestato la ex fidanzata, tanto da averle cagionato un perdurante e grave stato d’ansia e di paura ovvero un fondato timore per l’incolumità propria e dei propri congiunti”.

In particolare – riferisce il Vicequestore Angiuli, dirigente della Commissariato – “l’uomo aveva avviato condotte persecutorie e moleste, a seguito della decisone della donna di interrompere la relazione; l’aveva inondata di e-mail dal contenuto delirante ed ossessivo, dai cui contenuti di deduceva che la vittima fosse controllata nei suoi spostamenti. I poliziotti, avevano cominciato a prendere atto della problematica essendo intervenuti poiché erano state rilevate scritte denigratorie (della ex fidanzata e relativa famiglia) sia sui muri prospicienti i luoghi frequentati dalla donna, sia nei pressi del logo di lavoro della stessa“.
Ovviamente – continua il dirigente della Polizia di Stato – dette scritte avevano spinto la poverina a vivere in stato di costante agitazione e paura, tanto che, interpellata dai poliziotti, si era determinata a sporgere formale denuncia-querela. All’esito della richiesta del P.M., rilevata l’inequivocità e gravità degli indizi di colpevolezza, il G.I.P. ha ritenuto esaustivo l’impianto accusatorio posto in rassegna dalla Polizia Giudiziaria e, quindi, dallo stesso P.M. proponente”.
Dopo la denuncia, gli agenti hanno fatto ricorso anche alla visione delle riprese di alcune telecamere di videosorveglianza che hanno sorpreso l’autore delle scritte ingiuriose, puntualmente riconosciuto nell’indagato.

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