Si è rivelata infondata l’informazione diffusa nel pomeriggio di ieri in relazione ad una “violenza” subita da una donna brindisina ad opera di un immigrato. Immigrato che, per questo, sarebbe stato arrestato dopo un linciaggio da parte di un gruppo di persone che avrebbero assistito alla scena.
In realtà – come appurato dagli organi di polizia che non hanno mai diffuso informazioni ufficiali sulla vicenda – non c’è stata alcuna molestia, né tantomeno violenza.
E’ capitato che la giovane donna ha cominciato ad urlare, probabilmente impaurita dalla fortuita vicinanza di un extracomunitario che percorreva la sua stessa strada.
Attirate dalle urla, si sono avvicinate numerose persone che hanno accerchiato il malcapitato che, per fortuna, è stato subito prelevato da alcuni poliziotti e condotto in questura.
Lì, con calma, si è potuto appurare la veridicità della storia, acquisendo le testimonianze sia dell’uomo (che è in Italia con regolare permesso di soggiorno e attende di ricevere protezione internazionale) che della ragazza, che nel frattempo era stata condotta in ospedale in evidente stato di agitazione.
Lasciamo ad ogni singolo lettore la riflessione sui fenomeni psicotici che stanno oramai pervadendo una città come Brindisi in cui l’indubbia percezione di insicurezza, l’indotta paura di qualsiasi straniero, la mania di farsi giustizia da soli e la sostanziale impunità nei confronti di numerosi commenti sopra le righe lasciati sui social network costituiscono una polveriere pronta ad esplodere.
Sulla vicenda è intervenuto l’On. Toni Matarrelli (Art.1 MDP) con una nota che riportiamo integralmente:
“Immigrato violenta una ragazza brindisina e viene arrestato”, questo il sunto della bufala coniata e rilanciata dalla sezione del capoluogo di “Noi con Salvini”, il cui responsabile non perde l’occasione per invocare la “castrazione chimica” per il reo.
La (non) notizia viene immediatamente identificata come platealmente infondata dalle testate giornalistiche, segno che i tanto vituperati meccanismi di verifica e controllo dell’informazione funzionano ancora.
Ma resta sul tavolo della democrazia una questione che è particolarmente assillante, soprattutto in un momento storico in cui imperversano i cosiddetti “haters” e sembra trionfare il sistema delle “fake news”.
Internet ha allargato – a dismisura – gli spazi di libertà civica, amplificando la potenza ed il raggio di azione della possibilità di espressione di ciascuno ed in tal modo anche l’opportunità di diventare protagonisti del proprio tempo. Se ciò è, da un lato, un bene, dall’altro si rischia (ma nei fatti il rischio è stato abbondantemente superato, sfociando nella prassi) di semplificare la realtà, distorcendola, abbassando la soglia critica dell’interpretazione, alimentando il mare magnum degli umori viscerali, individuando facili bersagli come le cause di tutti i mali.
È poi certamente il caso di allarmarsi maggiormente quando gli esponenti organizzati di un movimento che si candida alla guida del Paese, che esplicitamente coltiva in sé germi razzisti, gridano “al lupo!” un giorno sì e l’altro pure perché il lupo è nero (anzi: negro) o rom o semplicemente diverso.
Chi intende partecipare ai processi della democrazia con piena titolaritá ha dei doveri ben precisi: tra questi quello della tolleranza e del rispetto delle diversità.
Io sono molto preoccupato per i rigurgiti razzisti che quotidianamente Salvini e i suoi piccoli emuli ributtano ora nelle pubbliche piazze reali, ora in quelle virtuali.
Ed è per questo che mi accingo a presentare nelle prossime ore una interrogazione al Ministro degli Interni in merito a ciò che non è accaduto a Brindisi ma che qualche irresponsabile ha provato a far credere che fosse accaduto, soltanto per far crescere paure sociali irrazionali.
No Comments