
Tra questi anche i licei “A.Calamo” di Ostuni e “B. Marzolla” di Brindisi si preparano all’appuntamento.
L’AICC fondata nel 1897 a Firenze è una libera associazione di docenti dell’Università e della Scuola, di studenti e di semplici cittadini che credono nei valori della Cultura classica, fondamento della moderna Cultura Europea, e si adoperano per la loro salvaguardia e la loro diffusione.
In un’epoca in cui l’economicismo ha anche irretito la pedagogia, che sembra sponsorizzare l’efficienza, la prestazione, l’acquisizione delle competenze come indici subordinati al criterio della produttività, il passato e la tradizione mantengono dignitosamente le loro posizioni.
Gli echi del mondo antico attraversano la nostra civiltà e ne rappresentano ancora oggi la radice più profonda. Nel frattempo non si può certo dire definitivamente chiarita la direzione verso cui sta andando la nostra scuola, che tra fughe in avanti e improvvisati recuperi del passato, corre il rischio di perdere la sua fisionomia tradizionale senza acquisirne un’altra ben precisa.
La letteratura e l’arte spesso attingono temi e soggetti della classicità, ma il cinema rende ancora più popolari miti ed eroi dell’antica Grecia. Esplorare i modi con cui i registi hanno adattato i temi classici al cinema vuol dire capire come le influenze del mondo antico riescano a permeare la nostra civiltà e ne rappresentino ancora la più profonda radice.
Ma se la scuola di una volta, ormai non è riesumabile e quella di oggi punta alle tante “informazioni da immagazzinare”, perchè prevale un modello ipercognitivista, che vorrebbe emanciparsi da ogni tipo di approccio valoriale, per rafforzare le competenze a risolvere i problemi più che a saperli porre, mi sembra importante sottolineare tra i compiti della scuola e del liceo classico, quello di far nascere e coltivare negli studenti il desiderio di sapere, l’amore per il sapere e la curiosità nei confronti del sapere.
Il liceo classico può formare il cittadino ancora oggi nel terzo millennio, aprire la mente, predisporre alla polis e alla politica, offrire gli strumenti dell’imparare ad imparare, se diventa luogo di successo formativo per tutti e non solo per pochi, con una didattica, che si avvale anche delle nuove metodologie come l’alternanza scuola-lavoro e che prepari alle professioni del futuro.
Costituire una risposta alle istanze di rinnovamento, peraltro non sempre chiare ed univoche, che si manifestano all’interno della nostra società è la vera sfida della scuola del nostro tempo con particolare riferimento al versante degli studi umanistici.
Maria Concetta Nacci
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