La Procura di Brindisi ha chiuso le indagini nei confronti di un dipendente della Brindisi Multiservizi srl, società interamente partecipata dal Comune. L’uomo, in servizio dal 2009 e con vari incarichi di responsabilità nel tempo, è accusato di peculato, false attestazioni, truffa aggravata ai danni di un ente pubblico e minaccia aggravata, con l’aggravante della recidiva reiterata.
Secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Gallone, l’indagato avrebbe utilizzato per fini strettamente personali due autovetture di servizio della società, entrambe Citroen C1, distogliendole dalla loro destinazione istituzionale. Gli episodi si sarebbero ripetuti in più occasioni, tra il 2020 e il 2025, come documentato da controlli e pedinamenti effettuati da Polizia, Carabinieri e DIGOS.
Gli episodi contestati
– 18 novembre 2020 – Durante un turno serale (18:35-01:25), l’uomo viene fermato dalla Volante della Polizia alle 20:48 in via Brin, a Brindisi, alla guida dell’auto aziendale Citroen C1 in compagnia di una donna non dipendente della Multiservizi.
– 17 marzo 2021 – Risulta in servizio fino alle 21:40, ma alle 21:48 viene controllato dal Nucleo Radiomobile dei Carabinieri in strada della Torretta, ancora con l’auto di servizio e fuori orario di lavoro.
– 9 ottobre 2022 – Giornata in cui risulta assente dal servizio, ma alle 01:13 la Polizia Stradale lo ferma in largo Mille a bordo della Citroen C1 aziendale.
– 4 febbraio 2025 – È in servizio dalle 14 alle 19, ma alle 16:15 viene seguito da un equipaggio DIGOS mentre entra con la moglie nel supermercato Lidl di Brindisi per fare la spesa. Dopo gli acquisti, rientra a casa.
Alle 18:10, sempre con l’auto aziendale, si reca al supermercato Familia, da cui esce alle 18:45 con buste piene di generi alimentari che carica nel bagagliaio dell’auto di servizio. Solo alle 20:20 fa ritorno alla sede della Multiservizi.
– 5 febbraio 2025 – Anche in questa data è in servizio (13:35-18:35). Alle 17:00 viene notato dalla DIGOS mentre sosta nel parcheggio dell’aeroporto di Brindisi. Subito dopo rientra a casa, con una breve tappa presso la sede aziendale.
– 7 febbraio 2025 – In servizio fino alle 17:00, ma alle 19:30 viene nuovamente ripreso dagli agenti DIGOS: si trova nel negozio di calzature Docksteps al centro di Brindisi, da cui esce con borse di acquisti. Successivamente si reca alla libreria Mondadori, e poi a casa, dove resta fino alle 23:07, prima di tornare in sede aziendale.
– 17 febbraio 2025 – Dalle 17:42, la DIGOS lo osserva mentre fa ingresso in Piazza Mommsen, dove abita con la famiglia. Poco dopo, insieme al figlio, raggiunge la piscina comunale “Asd Sottosopra Piscina Bozzano” per l’attività sportiva del minore.
Terminata la permanenza (intorno alle 20:16), fa ritorno a casa e poi, alle 20:29, parcheggia l’auto aziendale nel piazzale della Multiservizi.
– 16 aprile 2025 – Durante un turno pomeridiano (13:40-20:20), viene seguito dagli agenti della DIGOS: alle 19:40 si reca nel negozio di abbigliamento “Sorbino” in Corso Garibaldi, dove effettua acquisti personali.
False presenze e truffa
Le giornate in cui l’uomo era impegnato in attività private sono risultate regolarmente retribuite, come se fosse al lavoro. La Procura contesta quindi la falsa attestazione della presenza in servizio e la truffa aggravata ai danni della società, per un danno economico quantificato in circa 586 euro, corrispondente a cinque giornate lavorative.
Le minacce ai danni di un consigliere comunale
Un ulteriore capo d’imputazione riguarda il reato di minaccia aggravata, per un episodio avvenuto il 10 luglio 2024 durante una riunione tra i dipendenti della Multiservizi e i capigruppo del Comune di Brindisi. Dopo un acceso confronto tra un assessore comunale e un consigliere sulla proposta di scioglimento della società, l’indagato avrebbe inviato due messaggi vocali via WhatsApp contenenti insulti e gravi minacce di violenza fisica verso il consigliere, utilizzando un telefono aziendale.
L’uomo, difeso da un legale d’ufficio, ha ora venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere interrogato. Solo dopo questa fase il Pubblico Ministero deciderà se chiedere il rinvio a giudizio.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Brindisi con il supporto della DIGOS, è stata avviata per verificare l’utilizzo dei mezzi aziendali e il rispetto dei doveri connessi al pubblico servizio.
