La primavera è iniziata e con essa i primi sintomi di allergia. Se ricordate, come ho già scritto l’anno scorso, io non credo che la causa dei sintomi allergici siano gli innocenti pollini dei fiori primaverili. I pollini possono rappresentare, tutt’al più, la goccia che fa traboccare il vaso. Il vero motivo dello scatenarsi dei disturbi allergici è nella maggiore capacità dell’organismo di scaricare le tossine accumulate nei tessuti nel periodo invernale a causa di una diminuita attività drenante.
Infatti, nel periodo invernale ci si veste di più e prendiamo meno luce/sole. Nel periodo invernale mangiamo più cibi grassi (quindi, più tossici) per combattere il freddo. Sempre nel periodo invernale facciamo meno movimento. Inoltre, con il freddo diminuisce la velocità circolatoria rallentando il drenaggio delle tossine da parte degli organi emuntori. Ecco perché in primavera, con l’innalzamento della temperatura e l’aumento della circolazione il corpo elimina maggiori quantità di tossine le quali sono altamente irritanti per le mucose.
Infatti, i maggiori sintomi allergici si manifestano negli organi che sono rivestiti dalle delicatissime mucose: occhi, naso, bocca, gola, bronchi, apparato gastroenterico. Per affrontare in modo naturale i sintomi allergici, basta diluire le tossine che sono alla base. Poiché le tossine sono pressoché di natura acida, basterebbe bere grandi quantità di acqua alcalina idrogenata per fare regredire i fastidiosi sintomi in pochi giorni.
Purtroppo, questo semplice, economico ed efficace metodo antico non viene più insegnato ai medici odierni i quali si limitano a prescrivere (da protocollo) farmaci antistaminici e cortisonici. I predetti farmaci danno l’illusione momentanea di guarigione, ma al prezzo di effetti collaterali peggiori dei sintomi combattuti. Perché non viene insegnato ai medici la causa che sta alla base dei sintomi allergici? Perché, oggi, tutta la cultura, compresa quella medico-sanitaria, è semplicemente superficiale. Se, oggi, il medico è diventato un semplice “prescrittore” di farmaci, al 50%, è colpa del paziente che pretende la medicina piuttosto che cambiare lo stile di vita.
Finché tutti quanti non capiremo che i nostri malanni sono la conseguenza dei nostri comportamenti sbagliati o sregolati, la salute, tanta agognata da noi tutti, sarà un illusorio miraggio. La condizione di salute è un nostro diritto-dovere la quale, in qualche modo, deve essere conquista o, meglio ancora, meritata. A differenza del dono della vita ricevuta dai nostri genitori, la salute ce la dobbiamo “guadagnare” rispettando le regole fisiologiche del corpo ma, anche, quelle relazionali dell’ambiente in cui viviamo.
L’ambiente di cui parlo è il tessuto familiare, sociale, territoriale, atmosferico, ecc. Se inquiniamo l’ambiente in cui viviamo, è ovvio che ci intossichiamo! Se viviamo in un ufficio ove l’aria è pieno di fumo, è normale ammalarsi. Se viviamo vicino ad una fabbrica che inquina l’atmosfera e le falde acquifere, la percentuale delle malattie degenerative sarà sicuramente elevata. Quindi, il comportamento della specie umana ha un impatto determinante, nel bene e nel male, anche nei confronti delle altre specie animali e dell’intero pianeta. Dobbiamo convincerci che il pianeta non è una proprietà esclusiva della nostra specie; anzi, senza le altre specie viventi, soprattutto i batteri e le piante, noi non esisteremmo.
Continua…
Rocco Palmisano
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