L’assessore Lopalco crede di poter passare all’adozione e all’approvazione del Pug bypassando la commissione consiliare competente e lo stesso Consiglio comunale? Ebbene, faccia pure, ma si assumerà la storica responsabilità di aver privato la città di uno strumento di pianificazione urbanistica di cui si avverte estremo bisogno, perché costringerà l’opposizione ad utilizzare tutti gli strumenti legittimi possibili, in Consiglio comunale e fuori da esso, per rispondere adeguatamente ad una arroganza intellettuale senza limiti.
Un Pug che parte col piede (dell’assessore Lopalco) sbagliato, sia per questioni di metodo che di merito. Fra queste, soprattutto, di maggior rilievo, il non aver tenuto conto dell’esistente, presupposto fondamentale per evitare di produrre un documento meramente teorico, scolastico, di non agevole applicazione, privo di reali punti caratterizzanti, se non quello di essere ideologicamente orientato, a sinistra, ovviamente!
E peraltro, che l’assessore Lopalco debba non ostacolare un dibattito quanto più ampio possibile sulla materia sta nella natura stessa del Pug, che non è uno strumento “neutro”, tutt’altro. Esso pianifica, è vero!, l’urbanistica cittadina (a proposito: un grazie all’assessore per averci dottamente spiegato che urbanistica ed edilizia non sono la stessa cosa…), ma è pur vero che sposta anche ricchezze, pubbliche o private che siano. Onde, anche per questo motivo, Progetto per l’Italia chiederà che il confronto non si fermi in superficie ma entri nel dettaglio.
Ma l’assessore nella sua replica dopo aver mostrato il pugno di ferro sul Pug è ritornata sull’argomento dell’edificabilità in zona agricola dimostrando una ostinazione, anche in questo caso di natura intellettuale, che mal si concilia col suo ruolo.
E sì, perché l’assessore Lopalco, pur senza dirlo, fa strame dei pronunciamenti costanti e coerenti nel tempo che la giustizia civile e quella amministrativa, ai più alti gradi di giudizio, hanno dato in tema di edificabilità in zona agricola.
Ci sarà tempo, modo e luogo (la commissione urbanistica) per far ricredere l’assessore , quanto meno sul piano squisitamente giuridico, sui limiti all’edificabilità in zona agricola che però di certo non sono quelli da lei evidenziati.
Dico solo che la lettura politica oltremodo negativo che essa da dell’agro francavillese contrasta con la vocazione del nostro territorio, con la sua storia e con le nostre tradizioni. L’edificabilità in zona agricola, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, lungi dal devastare il territorio, ha costituito l’occasione irripetibile per il suo recupero e la sua valorizzazione. Che questo aspetto sfugga all’assessore Lopalco costituisce motivo di forte preoccupazione per il ruolo che questo assessorato giocherà nei prossimi anni sul versante dello sviluppo di Francavilla Fontana. Una città che non vuole tornare al Medio Evo.
EUPREPIO CURTO – CONSIGLIERE COMUNALE PROGETTO PER L’ITALIA
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