Sulla questione degli sponsor della Brindisi-Corfù 2015, riceviamo e pubblichiamo integralmente due comunicati stampa dal “Comitato No al Carbone” e da “Brindisi Bene Comune”
In merito alle puntualizzazioni al nostro comunicato (leggi qui), fatte dal Presidente della Regata Brindisi-Corfù Teo Titi, ci sembra doveroso fare delle riflessioni.
In primis e per sgombrare sin da subito ogni tipo di facile strumentalizzazione, la nostra posizione critica sugli sponsor, non si traduce in un attacco alla regata, anzi, proprio perché riteniamo la vela uno sport nobile e pulito non possiamo assolutamente permettere che questo evento, ispirato a valori altissimi, venga infangato dalla presenza di quelle multinazionali che, nel proprio DNA, non hanno neanche un cromosoma che risponda alla parola etica.
Pertanto la nostra critica non è rivolta alla regata in quanto tale, ma alla sua organizzazione, che invece di lavorare alacremente per tentare di coinvolgere le piccole realtà imprenditoriali sane del territorio, ha trovato molto più semplice e comodo accettare o, come dice il Presidente Teo Titi, addirittura richiedere la sponsorizzazione a queste aziende nemiche del territorio e del suo sviluppo sostenibile.
Se poi si vuole far passare il concetto che, citando testualmente: “Le sponsorizzazioni che le aziende ed i grandi gruppi industriali erogano a supporto dello sport nel territorio, rientrano in un concetto di responsabilità sociale che comprende certamente anche i temi della tutela dell’ambiente e della salute, oltre che della garanzia di lavoro e sviluppo”; allora capiamo quanto distorto sia il messaggio che si vuole veicolare e quanto poco onesto intellettualmente sia far divenire addirittura benefattrici, aziende che rappresentano il fallimento di un sistema che con la responsabilità sociale non hanno nulla a che vedere.
Ricordiamo agli organizzatori che per rimanere coerenti ai sani principi della vela, quelli che vengono insegnati agli allievi di questo nobile sport, si deve essere coerenti anche nelle scelte.
Ci pare di pessimo gusto veicolare la promozione del territorio attraverso queste aziende che non lo rispettano e anzi lo tengono in ostaggio. A tal proposito è utile notare che Enel è a tutt’oggi sotto processo proprio per imbrattamento delle colture e di dispersione di polveri di carbone su ettari ed ettari di campi agricoli.
Per quanto riguarda TAP invece ci basta citare quello che è successo l’anno scorso alla Notte della Taranta, non certo un evento minore, quando TAP aveva tentato di allungare i tentacoli su questa manifestazione, ma ci fu una sollevazione popolare in tutto il Basso Salento contro questa sponsorizzazione messa in atto solo per becera propaganda.
Perché a Brindisi dovremmo accettare ciò che a Lecce e provincia, ma anche a Taranto – vedi il ritiro della sponsorizzazione di Total, Shell, e Mitsui dal Palio – hanno bollato come inaccettabili?
Questa regata è dei brindisini e della città, suggeriamo per tanto all’organizzazione di dimostrare le proprie capacità nel coinvolgere il territorio, invece di fare la questua a chi della castrazione di una comunità ne ha fatto motivo di vita.
Ricordiamo infine a Teo Titi le parole del suo predecessore Livio Georgevich: “la vela costa meno della palestra e non ci sono spese particolari per l’organizzazione dell’evento”.
COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE
Con molta tristezza apprendiamo che il puzzo nauseabondo del carbone di Enel e l’arroganza senza limiti di Tap sono arrivati anche sulla Brindisi-Corfù, storica regata trentennale, ultimo baluardo romantico ancora in grado di narrare del profondo rapporto tra la nostra città e il suo mare.
La bellezza di questo evento atteso ogni anno da migliaia di brindisini (e non solo) macchiata indelebilmente da chi si riempie la bocca di promozione del territorio ma non si fa scrupolo di chiedere e ricevere denari da chi oltraggia quotidianamente questo territorio, avvelenando cittadini ed ambiente.
Agli organizzatori della regata, che parlano di responsabilità sociale e sensibilità forse sfugge, ma noi attivisti di BBC siamo qui a ricordarglielo, che Enel è sotto processo per la dispersione delle polveri di carbone:sul banco degli imputati dirigenti Enel della centrale Federico II di Brindisi, citati a giudizio con l’accusa di avere inquinato colture e abitazioni a causa della dispersione delle polveri di carbone.
Agli organizzatori, sempre a proposito di responsabilità sociale e tutela dell’ambiente è nostro dovere ricordare anche che dal camino di Cerano sono stati riversati in aria , quell’aria che tutti respiriamo, ben 12 milioni di tonnelate di Anidiride Carbonica , migliaia di tonnellate di Anidride Solforosa e Ossidi di Azoto, 3 tonnellate di Benzene cancerogeno del gruppo 1 per Leucemie, centinaia di chili di metalli pesanti come Nichel, Cadmio e Cromo cancerogeni del gruppo 1 per il polmone rene e prostata, 53 chili di Mercurio neurotossico e responsabile dello sviluppo del sistema nervoso specie nei bambini ed adolescenti.
Ancora una volta Brindisi e i brindisini offesi, vilipesi e umiliati per pochi spiccioli.
Brindisi ha bisogno di un cambio di rotta, ha bisogno di riscrivere la sua storia a partire dalle vocazioni naturali, il mare e la terra e per farlo deve liberarsi di chi ancora la considera schiava delle grandi aziende.
Deve liberarsi di sindaci ed amministratori che non consentono ai cittadini di poter parlare di carbone nelle sale comunali, deve liberarsi di sindaci ed amministratori perennemente col cappello in mano e deve liberarsi di organizzatori di eventi questuanti e servili.
Occorre voltare pagina, il rapporto delle grandi aziende non deve più essere improntato sull’asservimento: Brindisi e i suoi cittadini che da troppi decenni sopportano veleni ed umiliazioni, meritano rispetto.
Giuseppe Cellie
Per Brindisi Bene Comune
Ahah, ma almeno mittitivi d accordo, due gruppi (anche se è formato dagli stessi tipi), due comunicati, ma stesso contenuto e quasi stesse parole.. Brindisini a casa senza lavoro e quisti perdunu tiempu cu la vela.. Ca faci lu vagabondismu..