Si è svolto nella tarda mattinata di oggi un incontro sul problema degli anziani ospitati nella struttura RSSA “Pinto Cerasino” di Ostuni.
“Dei 40 anziani ospiti – scrive Aprile dei Cobas – la Regione, da oltre un anno, ne riconosce solo 13, creando difficoltà gravi per la vita della stessa struttura dove gli operatori hanno scelto di non cacciare via nessuno e non pagarsi da diversi mesi”.
All’incontro hanno partecipato numerosi lavoratori e familiari insieme al Sindaco di Ostuni Gianfranco Coppola, all’Assessore Andriola, a rappresentanti del consiglio comunale di Ostuni, alla presidente della cooperativa Orizzonti che gestisce la RSSA Laurita Orofino ed al rappresentante Cobas Roberto Aprile.
Per la Regione hanno partecipato l’Assessore al Welfare Salvatore Negro, il presidente della commissione sulla sanità Pino Romano, i consiglieri di opposizione Ignazio Marmo e Gianluca Bozzetti.
“La delegazione Ostunese – continua Aprile – ha confermato nel corso dell’incontro la volontà di non voler perdere la struttura ed ha ricordato i grandi investimenti sociali ed economici.
La risposta della Regione Puglia non si è fatta aspettare.
L’Assessore Negro ha fatto presente che entro un mese vedrà luce una nuova legge regionale sugli accreditamenti per le strutture come quella di Ostuni, elevando dal 7 all8,5% gli anziani da assistere.
La Regione, inoltre, perseguirà la possibilità di un accreditamento nella struttura anche per altre malattie riconosciute dalle leggi regionali.
In più un maggiore sostegno a forme di riconversione della struttura che è già autorizzata ad altre possibili attività, così come sostenuto dalla stessa Regione nel corso di precedenti incontri.
Per Aprile vi è “un lieve ottimismo e la speranza di non dover più tornare a Bari”
più presto”
Bozzetti ha dichiarato che “vigileremo perché l’assessore non dimentichi l’impegno preso oggi perchè abbiamo il dovere di tutelare sia gli anziani ospiti, che hanno il diritto di essere assistiti, sia gli operatori della cooperativa che hanno continuato a svolgere il loro lavoro e a far pagare agli ospiti solo la quota sociale, nonostante le difficoltà in cui da anni versa RSSA.”
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