September 2, 2025

A Gaza si consuma da mesi una tragedia umanitaria senza precedenti. Più di 40.000 persone hanno perso la vita, la metà sono donne e bambini. Oltre 70.000 sono feriti o mutilati, mentre ospedali e scuole sono stati bombardati e resi inutilizzabili. Un milione di civili è stato costretto alla fuga, senza accesso ad acqua, cibo e cure di base. Sono numeri che raccontano uno sterminio sistematico, una barbarie che non può lasciarci indifferenti.
Per questo la Global Sumud Flotilla, rete internazionale di associazioni, sindacati e società civile, ha promosso una mobilitazione per sabato 6 settembre, sostenuta dalla CGIL
nazionale.

L’obiettivo è chiaro: rompere l’assedio, fermare la guerra, chiedere che l’Italia e l’Europa scelgano di stare dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale. Anche Brindisi avrà la sua piazza, dalle 17 alle 19, in piazza Del Vento,
davanti alla Base Onu: un luogo carico di significato, simbolo di cooperazione e di impegno internazionale, che oggi diventa voce
per Gaza.

Quella stessa giornata, la città sarà animata dai festeggiamenti per i Santi Patroni. Una coincidenza che non può passare sotto silenzio.
San Teodoro d’Amasea, soldato e martire, visse in tempi di guerre e ingiustizie, diventando nella tradizione brindisina segno di accoglienza e di umanità. Nel suo nome, nel nome della nostra storia, Brindisi può scegliere di dare un segnale forte di solidarietà e pace.

«Non è più tempo di silenzi» sottolinea Massimo Di Cesare, segretario generale della CGIL Brindisi. «Gaza è martoriata da un assedio che ha il volto della fame e della distruzione. A questo dolore dobbiamo rispondere con la forza della mobilitazione civile».
E ancora: «Rivolgiamo un invito a lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, studenti e studentesse, al mondo associativo, agli artisti, agli intellettuali e ai giornalisti.

Riempire piazza del Vento il 6 settembre significa chiedere tutti insieme un cessate il fuoco immediato, l’apertura dei corridoi umanitari, lo stop alle forniture di armi, il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese».

L’appello di Di Cesare è rivolto con particolare rispetto anche al sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna e a monsignor Giovanni Intini, arcivescovo di Brindisi-Ostuni. «La loro presenza sarebbe un segno forte per la città e per tutta la comunità. Sarebbe importante che anche nel discorso alla città, che tradizionalmente chiude i festeggiamenti patronali, non venisse dimenticata la condizione gravissima del popolo palestinese. Non è un tema lontano da noi, riguarda la nostra coscienza civile».
Brindisi, città di mare e di accoglienza, ha spesso saputo alzare la voce contro le ingiustizie e aprire le braccia a chi cercava salvezza.
Sabato 6 settembre potrà farlo ancora una volta, diventando parte di una grande mobilitazione nazionale e internazionale. Perché non ci può essere festa senza giustizia, non ci può essere futuro senza pace.

Massimo Di Cesare
Segretario generale CGIL Brindisi

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