August 4, 2025

L’approssimarsi delle elezioni regionali, si sa, stimola sempre il desiderio di candidatura.

Ed è così che, in una tranquilla domenica di agosto, alcuni esponenti dei partiti di opposizione di centrosinistra in cerca di visibilità e posizionamento elettorale, iniziano a gridare “al lupo al lupo”, sollevando polemiche su una presunta imminente ripartenza della centrale ENEL Cerano di Brindisi. Nulla di nuovo sotto il sole: stessi schemi, stessi protagonisti, solito tentativo: ritagliarsi un posto in prima fila.

 

Particolarmente curioso il caso dell’ex sindaco Riccardo Rossi, che dopo un lungo periodo di letargo passato tra i banchi di opposizione in consiglio comunale, ritorna ad indossare i panni dell’attivista improvvisando nuove fantomatiche battaglie a tutela del territorio utili solo a risvegliare proprie ambizioni personali. Finalmente si può tornare a parlare di carbone.

 

La ghiotta occasione per il consigliere Rossi giunge dalla notizia della sottoscrizione da parte del nostro segretario regionale, Onorevole Mauro D’Attis, di un ordine del giorno presentato alla Camera dei Deputati da alcuni colleghi di altra forza politica, avente per oggetto l’ipotesi di spostamento della data del phase out dell’utilizzo del carbone in Italia al 2038 al pari di altri paesi europei come ad esempio la Germania. Le motivazioni sono perlopiù di tipo precauzionale e a tutela della sicurezza energetica del paese, ma tanto basta per risvegliare la vena propagandistica del buon Riccardo, la stessa che l’ha portato a indossare la fascia tricolore qualche anno fa.

 

Già, il sindaco Riccardo Rossi…facciamo fatica a ricordare quali risultati abbia raggiunto nei suoi cinque anni alla guida della città in tema di decarbonizzazione e tutela ambientale. Ricordiamo solo la strategia per arrivare a occupare quella poltrona: il gruppo No al Carbone, la partecipazione a ogni tipo di manifestazione, la sua scientifica onnipresenza nei più svariati comitati civici, la assillante ricerca di appoggio anche nel mondo sindacale, la sua candidatura a Presidente della Regione contro Michele Emiliano e il suo successivo sostegno allo stesso, fino al famoso patto col diavolo con gli amici del PD per vincere le elezioni del 2018 salvo poi subirne il sabotaggio per una possibile ricandidatura nel 2023. Insomma un po’ di tutto pur di raggiungere l’obiettivo.

Ma torniamo ai cinque anni del suo governo e alle questioni relative alla tutela ambientale.

 

Sul fronte Centrale ENEL Cerano ricordiamo lunghi tratti di silenzio assordante intervallati da una breve parentesi nel 2019 durante la quale si mostrava favorevole ad una possibile conversione a gas che portò peraltro ad un duro scontro proprio con gli “amici” del gruppo No al Carbone, e un’altra nel 2022, quando ENEL decise di aumentare il consumo del carbone per aumentare la produzione e lui cercava di distrarre la cittadinanza argomentando su fantomatiche compensazioni che avrebbero potuto alleggerire le bollette dei brindisini, mai concretizzate ovviamente.

 

Altro silenzio assordante, nel periodo in cui ha ricoperto anche il ruolo di Presidente della Provincia, su un progetto di deposito carburanti ancora poco noto alla cittadinanza, denominato Brundisium, autorizzato ma ancora da realizzare, presso la zona industriale di Brindisi.

La figuraccia con ENI Versalis nel 2020 con la strampalata ordinanza di fermo dell’impianto Cracking revocata dopo qualche giorno per assoluta inconsistenza delle accuse.

E che dire dell’esclusione di Brindisi dai fondi del Just Transition Fund dopo le grandi rassicurazioni ricevute da esponenti nazionali dell’allora governo PD-M5S…

Grandi proclami su A2A per un progetto presentato nel 2022, che prevedeva un impianto di trattamento di materiale riveniente dallo spazzamento stradale e dalla pulizia degli arenili e presentato in pompa magna con tanto di firma di protocollo e conferenza stampa. Evaporato.

La grande disfatta sul deposito GNL di Edison con il tentativo di “blitz” all’ultimo giorno utile in Consiglio Comunale per esprimere un parere, fallito per mancanza del numero legale da parte della sua stessa maggioranza. E poi il solito ricorso, per perdere tempo e soldi. Perso.

 

Tornando alle questioni di stretta attualità, al momento non risultano modifiche sui programmi che riguardano la Centrale ENEL Cerano, pertanto siamo a ribadire che le motivazioni che hanno portato alla sottoscrizione dell’ordine del giorno sono esclusivamente di tipo precauzionale. Oggi l’ipotesi più concreta prevede la possibilità che gli impianti a fine 2025 vengano “messi in riserva”, pronti ad essere riattivati solo in caso di necessità, legate ad esempio a fenomeni geopolitici.

È falso pertanto affermare o far credere ai cittadini che da domani si comincerà a bruciare carbone a Brindisi fino al 2038, è falso affermare o far credere ai cittadini che nel 2038 Brindisi avrà una centrale nucleare.

Consigliamo al consigliere Rossi di riporre in soffitta i vecchi “cavalli di battaglia” che per qualche tempo gli hanno potuto garantire una certa visibilità, e di alzare il livello del confronto politico.

La nostra città ne ha bisogno.

 

Gruppo Consiliare Forza Italia Brindisi

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