August 11, 2025

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi, 11 agosto, Nicola Guerriero e Salvatora Tieri, vittime innocenti di mafia, uccisi a Torre Santa Susanna (BR) nel 1991. La loro storia non è soltanto il racconto di un delitto efferato, ma il simbolo della determinazione di due genitori che, in un territorio segnato da omertà e violenza, hanno scelto la strada più difficile: dire la verità.
Nicola e Salvatora persero il figlio Romolo, vittima di lupara bianca in una faida legata a interessi agricoli tra famiglie locali. Non si piegarono al silenzio. Testimoniarono contro chi ritenevano responsabile della scomparsa del figlio, assumendosi un rischio che sapevano altissimo. L’11 agosto 1991, mentre si recavano in contrada Monticelli per portare da mangiare ai loro cani, furono sequestrati e uccisi. Romolo verrà ritrovato poco dopo, sepolto nei pressi dello stesso podere, grazie alle rivelazioni di un collaboratore di giustizia.
Da quel momento, la loro figlia Cosima, testimone di giustizia, portò avanti la battaglia dei genitori, affrontando minacce e isolamento, fino alla condanna dei responsabili.
Il CNDDU sottolinea come la memoria di Nicola e Salvatora imponga a tutti noi una riflessione: la giustizia non è mai un fatto privato. Ogni testimonianza coraggiosa diventa un patrimonio collettivo, capace di spezzare il muro dell’omertà e restituire dignità alle comunità ferite.
In questa prospettiva, il CNDDU ribadisce l’urgenza di potenziare l’educazione alla legalità nelle scuole di ogni ordine e grado, affinché i giovani possano conoscere storie come quella di Nicola e Salvatora e sviluppare la consapevolezza che il rispetto delle regole, la tutela dei diritti e la difesa della verità sono valori imprescindibili. Un’educazione civica forte e radicata è lo strumento più efficace per prevenire le derive dell’illegalità e formare cittadini responsabili.
Ricordare oggi significa assumersi la responsabilità di educare le nuove generazioni a non voltarsi dall’altra parte. Significa insegnare che il coraggio, anche quando costa la vita, lascia un’eredità più potente di qualunque paura.
Il CNDDU invita scuole, istituzioni e cittadini a mantenere viva questa memoria, a studiarla, a raccontarla e a trasformarla in azione civile quotidiana. Perché il silenzio è complice, ma la memoria è resistenza.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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