Abbiamo appreso dalla stampa di questi giorni dei notevoli intoppi per il pieno recupero del palazzo Ex Agenzia delle Entrate, parte centrale del progetto «Cittadella universitaria di Brindisi». In particolare, a ristrutturazione conclusa, due interi piani del Palazzo resteranno inutilizzati, chiusi e inaccessibili. Una notizia che va oltre l’amarezza e che impone una riflessione seria ed urgente su quali siano le visioni per la Brindisi di domani e su quali progettualità siano da considerarsi prioritarie per il futuro.
Il ridimensionamento – per meri limiti tecnici e progettuali – di una prospettiva di sicuro interesse come la Cittadella Universitaria testimonia la poca cura che spesso segna le progettualità nel nostro territorio. Progetti che forse intercettano fondi economici ma senza che questi aiutino a raggiunge l’obiettivo di crescita e sviluppo. Rassegnarsi, già in fase di cantiere, ad aprire “solo” due piani del futuro Palazzo Universitario vuol dire molto più che sacrificare spazi fondamentali per le attività che verranno: significherebbe non cogliere fino in fondo il valore di un investimento che punta a restituire alla città una funzione culturale, formativa e sociale di lungo periodo. Significherebbe sminuire quella Transizione economica, sociale, culturale tanto invocata quando si immagina il futuro di questo territorio.
La UIL di Brindisi ha ribadito in più occasioni che Formazione e Conoscenza sono le vere infrastrutture dello sviluppo di un territorio e di come il progetto di Città Universitaria costituirebbe una linfa vitale per commercio, cultura e servizi per la città di Brindisi ed il circondario. La presenza universitaria stabile a Brindisi non è un lusso ma una necessità. È la chiave per creare lavoro qualificato, attrarre investimenti, innovare i processi produttivi e rendere la città finalmente competitiva in rete con infrastrutture di valore già presenti come il CETMA, l’ENEA, gli ITS, la Cittadella della Ricerca e tutto il sistema scolastico.
Eppure, ancora una volta, ci troviamo davanti ad un progetto frammentato e, probabilmente, pensato in modo frettoloso senza gli opportuni approfondimenti che si dedicano alle visioni di valore.
A mancare, ancora una volta, è una regia unica, una strategia condivisa, una Rete che unisca tutti gli organismi, gli enti e gli stakeholders interessati in una visione comune. È un tema di metodo che la UIL di Brindisi pone e ripropone da anni e che oggi – alla luce della ennesima, bruciante, delusione – diventa ancora più urgente prendere sul serio.
Chiediamo la massima responsabilità a quanti in queste settimane saranno impegnati nella campagna elettorale delle prossime Regionali e soprattutto a quanti, già oggi, sono chiamati ad amministrare o rappresentare la città ed il territorio nei più diversi livelli istituzionali.
Ogni giorno perso, ogni “piano” non completato, ogni aula non utilizzata rappresenta un’occasione mancata, non solo per i futuri giovani studenti e per i lavoratori della Conoscenza ma per l’intera comunità brindisina. La Cittadella universitaria non diventi un altro simbolo di ciò che poteva essere e non è stato. Facciamo Rete, davvero, e costruiamo insieme una Brindisi che vive con i fatti la Transizione, capace di crescere, di innovare e di credere nelle proprie possibilità.
Il Coordinatore Provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo
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