December 22, 2025

Il progetto “Il giorno del Mediterraneo”, promosso da Factory Compagnia Trans Adriatica, nelle due intense giornate del 19 e 20 dicembre 2025, a Brindisi e a Bari, ha realizzato momenti importanti di riflessione diffusa e di partecipazione attiva, in occasione della giornata internazionale dell’ ONU per i migranti, con l’evento di Mare Nostrum.

L’iniziativa di grande impatto emotivo e culturale ha unito, in modo originale, talk tematici e teatro civile.

Due dimensioni che si sono magistralmente amalgamate in una comune e tanto necessaria narrazione del fenomeno migratorio che a Brindisi è ormai incastonato nella storia profonda di accoglienza della città, con il primo epocale esodo a livello europeo, di migranti albanesi, avvenuto nel marzo 1991, accolti in oltre 23000 come fratelli da tutti noi, e con il terribile naufragio del 28 marzo del 1997, nel canale d’Otranto, della piccola imbarcazione albanese Kater y Rades con oltre 120 profughi.

La Puglia è da sempre zona di frontiera, immersa nel Mediterraneo, terra di approdi e di accoglienza ma anche di folli respingimenti come nel caso della Kater y Rades, e il Mediterraneo,ormai è divenuto un cimitero di migranti, per i tanti naufragi che si sono susseguiti in questi decenni, spesso causati da politiche fobiche di chiusura verso che emigra nel nostro paese.
Ecco perché il talk “Noi, i nuovi italiani”, condotto a Brindisi, presso il Teatro Verdi, dalla giornalista e autrice Giorgia Salicandro, con Aber Agalliu, giornalista e documentarista e Takoua Ben Mohamed fumettista e videomaker, in collegamento dall’ Oman, particolarmente efficace e riuscito si è ben legato alla “Ballata per la Kater I Rades”, drammaturgia di Giorgia Salicandro, regia di Tonio De Nitto, in scena Sara Bevilacqua, attrice e autrice brindisina, Riccardo Lanzarone e Redi Hasa, violoncellista e autore, tenutasi al Teatro Verdi di Brindisi e al Teatro Abeliano di Bari.

L’ opera di teatro civile, dedicata al tragico naufragio del marzo 1997, in cui la piccola motovedetta albanese si inabissò in pochi minuti nella sera di quel venerdì santo perché speronata dalle manovre di respingimento, poste in essere dalla nave italiana Sibilla, ci ha letteralmente immerso tra le onde agitate di quel canale d’Otranto, attraverso il racconto degli attori protagonisti, che rappresentano i due bambini, Lindita ed Elvis come se fossimo lì anche noi.

A Brindisi non abbiamo mai dimenticato quel triste giorno e tutti gli anni siamo tornati al porto a lanciare dolcemente in mare tanti fiori colorati in memoria delle oltre 80 vittime del naufragio.

Per ricordare quei giorni convulsi dell’Albania in grave crisi finanziaria in cui si sparava dappertutto e le persone erano costrette alla fuga disperata verso l’Italia in cerca di salvezza.

Nel buio della scena attraverso gli occhi dei due bambini, con le soffuse voci, i corpi e la intensa gestualità, scorreva il mare come vita e morte, speranza e pericolo, sogno e sofferenza, fino allo sforzo immane di riuscire ad affrontare Kucedra, il terrifico mostro acquatico, che può salvare o distruggere le vite umane come narra il mito, tra paura e meraviglia, mentre solo Dragua, il bimbo nato per sconfiggerlo potrebbe tentare di sfidarlo.
Attraverso momenti magici di una coralità simbolica ed emozionante che racconta e parla al pubblico, come fosse il coro delle tragedie greche, emergono le voci sottili e potenti di Diana Doci, Daniela Belishova, Irma Duke, Dori Ngresi, Meli Haideraj, Lindita Ngresi, Ladi Rista, Hildebrand Nuri, Bledar Torosi.

La leggenda si mescola ai ricordi, la poesia alla realtà, la storia alla finzione teatrale, in uno spettacolo molto suggestivo che si snoda in una narrazione essenziale di pensieri e accadimenti nella purezza della recitazione degli attori protagonisti, che riesce a trasmettere al pubblico la stessa essenza di Lindita ed Elvis.

Struggenti alcuni momenti di profonda commozione in cui il testo e la recitazione ci riportano al naufragio nei suoi attimi più toccanti, nel vortice del mare, nel precipitare verso l’abisso e al contempo nel cercare di risalire la corrente.
Noi con loro nel buio della sera che scende, ci sentiamo vicini alla memoria di quel vissuto tragico per sempre inciso, come una ferita, nel cuore di questa terra.
La musica dolcissima e pur dolorosa del violoncello è al centro della scena, accompagna e accoglie i monologhi, la leggera danza, i movimenti, le voci e le parole come in un altissimo canto poetico nella forma della ballata che esprime tutto il coraggio di chi emigra dalla propria terra con la speranza di un futuro migliore e si trova nella pancia del mare, di chi nell’ impari lotta con le onde riesce a salvarsi, solo 34 persone sono sopravvissute a quel naufragio, tra loro un solo bambino, fino a toccare terra, il porto di Brindisi.

Qui il pensiero va ai piccoli di Gaza travolti in questi giorni di mal tempo dall’acqua oltre che dal genocidio.

Mentre i colori del legno, del cordame, delle foto, dei nodi stretti, dei documenti dei naufragati, si mescolano al racconto che volge al termine con le sue note dolenti del ricordo, luci verdi tagliano impr

ovvise il buio avvolgente della scena.
La “Ballata della Kater I Rades è stata realizzata con il sostegno del Garante dei Diritti Umani della Regione Puglia, con il patrocinio dell’ Ambasciata d’Albania in Italia, con il sostegno dell’ Anpi sez Gigante di Brindisi, di Miloseo Popoli e Culture.
Importante aver ripreso questa memoria storica attraverso il talk e il teatro per affermare una nuova visione dei diritti di cittadinanza che tenga conto della realtà multiculturale dell’ Italia di oggi, la riflessione va allargata alla necessità di modificare la vecchia legge ed eliminare i Cpr, verso un modello di accoglienza fondato sui diritti e la dignità umana.

Rosella Apruzzi

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