Qualche tempo fa ho avuto modo di leggere e approfondire la problematica denunciata dall’Associazione di Latiano “L’Isola che non c’è” circa il problema del deterioramento di alcuni edifici del centro messapico soggetti al degrado a causa della costante interazione con l’ambiente esterno.
Secondo quanto ipotizzato dagli attivisti, il fenomeno del degrado è dovuto a molteplici fattori , ma uno in particolare, relativamente nuovo, sarebbe legato ad attività che negli ultimi decenni hanno avuto un notevole incremento in termini di intensità, frequenza ed effetti, creando problemi e situazioni di incompatibilità. Sto parlando del fenomeno delle vibrazioni meccaniche che, inserito nel contesto del patrimonio monumentale italiano, si traduce in situazioni particolarmente “problematiche” e “sensibili” per ragioni legate alla vetustà degli immobili e ad un’ impostazione progettuale sviluppata in un epoca dove tale fenomeno risultava limitato e comunque non considerato (gli edifici datati sono stati dimensionati per resistere prevalentemente alle sollecitazioni statiche);
La questione, in un territorio che vanta una storia centenaria testimoniata dalla presenza di opere monumentali di valore storico artistico, rendono il fenomeno delle vibrazioni e le relative conseguenze un argomento quantomeno da approfondire con il fine di scongiurare gravi danni alle opere architettoniche. Un discorso che, in generale, è valido per tutto il territorio nazionale.
Nello specifico, ho recentemente appreso da alcuni organi di stampa che, in provincia di Brindisi, proprio nel comune di Latiano, il passaggio di autobus e tir in centro contribuisce al peggioramento della stabilità della chiesa di Sant’Antonio oltre che a creare disagi agli abitanti; Lungo quel tratto di strada, infatti, insistono una scuola elementare, un centro per anziani e decine di attività commerciali (la maggior parte delle quali bar-caffetterie), compresa una banca, panifici, fruttivendoli, macellerie, venditori ambulanti, un distributore di carburante.
Insomma, si tratta della “Main Street”, la strada più trafficata in assoluto del paese, attraversata ogni giorno non solo dagli abitanti locali, ma anche dai forestieri provenienti da Oria che devono raggiungere Brindisi o Torre Santa Susanna (e viceversa); l’associazione culturale «L’Isola che non c’è», che si è occupata di fare i primi sopralluoghi sul sito, ha più volte sollecitato la Sovrintendenza regionale ai Beni architettonici ad intervenire dopo la denuncia di due tecnici incaricati, proprio perché il transito dei mezzi pesanti potrebbe ulteriormente peggiorare le già precarie condizioni di staticità della chiesa di Sant’Antonio; secondo una verifica, disposta dalla «Confraternita dei morti» ed eseguita dagli architetti Maria Formosi e Annalisa Rubino, le lesioni documentate interesserebbero la navata sinistra della chiesa in coincidenza con il paramento murario che confina con via Colonnello Montanaro. Ed i due tecnici non escludono che tra le cause che hanno determinato questa situazione ci sarebbe anche il transito degli autobus e dei camion che riguarda quel tratto di strada in corrispondenza dell’imbuto tra le due chiese;
Secondo il presidente dell’Associazione, prof. Tiziano Fattizzo sarebbe opportuno effettuare una immediata verifica anche da parte degli Uffici tecnici del Comune tant’è che la stessa associazione, insieme ai due tecnici incaricati, chiederanno alla Sovrintendenza per i Beni culturali di Taranto di eseguire un sopralluogo dell’immobile così da sollecitare gli organi preposti ad una qualche soluzione, magari deviando il traffico così da evitare l’aggravarsi della situazione in attesa di un intervento generale di consolidamento. Uno step delicato, con il ragionevole dubbio che il traffico pesante possa comunque restare sempre un fattore deleterio nella conservazione degli edifici storici che non sono stati pensati e costruiti per sostenere tali sollecitazioni.
Questi dubbi e queste considerazioni sono state messe nero su bianco in una interrogazione presentata nelle scorse ore al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo in cui il sottoscritto chiede di sapere quali interventi urgenti i Ministri in indirizzo intendano mettere in atto per evitare l’ulteriore deterioramento strutturale delle facciate della chiesa e quali interventi adottare per ripristinarne lo stato iniziale e se non si ritenga opportuno intervenire per deviare il passaggio di mezzi pesanti in quel tratto che, oltre a concorrere al deterioramento della chiesa di Sant’Antonio, potrebbe creare disagi di natura ambientale. Un altro dubbio da chiarire, realizzando un opportuno studio, ad oggi inedito, che monitori il traffico, i rumori causati e i livelli di inquinamento.
Sen Pietro Iurlaro (ALA)
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