August 17, 2025

Ancora una volta vengono allo scoperto le “incomprensioni” tra le Istituzioni pubbliche: Governo nazionale e regionale e chi ne paga le conseguenze sono le realtà territoriali le cui esigenze vengono trascurate e con esse le loro significative potenzialità.

 
Brindisi rientra a pieno titolo in quest’ambito. È anacronistico pensare di poter sviluppare un territorio fuori da un contesto macroeconomico consolidato. L’idea del MASTERPLAN PER IL SUD avanzata dal governo nazionale, in ritardo rispetto alle dinamiche economiche dei settori produttivi, può senz’altro dare ordine allo sviluppo, specie in alcune aree depresse del nostro paese.

 
Il Mezzogiorno d’Italia presenta numerose criticità, ma anche altrettante potenzialità in termini infrastrutturali, di risorse umane professionali ed intellettuali che, se messe in rete, possono dare un contributo notevole allo sviluppo ed all’innovazione dell’intero paese e non solo.

 
La nostra realtà territoriale resta condizionata da numerose vertenze rimaste da anni irrisolte: quelle occupazionali e le nuove opportunità di investimenti, che coinvolgono gli assetti di interi apparati istituzionali e produttivi sono solo alcuni dei temi che vanno affrontati e risolti.

 
La riorganizzazione dell’ente Provincia che vede di riflesso coinvolti centinaia di dipendenti della società Santa Teresa con ripercussioni negative sui livelli occupazionale e sulla qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. La precaria situazione dei Lavoratori Socialmente Utili, da oltre 20 anni impiegati nella pubblica amministrazione in condizioni di precarietà e indennità da fame. In questo scenario c’è posto anche per importantissimi settori come nel caso della sanità e del sociale.

 
Alle citate criticità si aggiungono le annose vertenze che vedono coinvolte le grandi società del settore industria: EDIPOWER, ENI e consociata Versalis (ci preoccupa quanto sta accadendo in Val d’Agri e le possibili ripercussioni che potrebbero esserci a Brindisi), ex EVC, Cittadella della Ricerca, Dema, Termomeccanica, le bonifiche dell’area industriale, la decarbonizzazione della centrale ENEL.

 
Sono problematiche che insistono nel solco della continuità politica che necessitano, secondo noi, di una risposta immediata in netta inversione di tendenza.
Insomma una infinità di problemi che nessuno ad oggi ha dimostrato volontà e capacità di poter risolvere: cambiano i direttori di orchestra, ma la musica non cambia.

 
La UIL di Brindisi chiede da tempo il cambio di passo. Non è più accettabile l’inerzia delle parole di fronte alla gravità dei problemi.
 

Antonio Licchello
Segretario generale CST UIL

No Comments