August 17, 2025

MOVIMENTO 5 STELLE
PROGRAMMA ELETTORALE  AMMINISTRATIVE BRINDISI  5 GIUGNO 2016
Candidato Sindaco: Stefano Alparone
Siamo cittadini e uomini di buona volontà provenienti da diversi campi ed attività economico-sociali, portatori di valori differenti, tutti accumunati da un minimo comun denominatore: l’onestà. Tra noi vi sono operai, liberi professionisti, imprenditori, semplici cittadini, disoccupati, professori, incensurati e senza tessere di partito. Come attivisti a Cinque Stelle, abbiamo militato nei comitati ambientalisti e di difesa del territorio che operano su Brindisi e il comprensorio. Siamo convinti che con un’amministrazione normale, Brindisi possa rinascere dalle proprie macerie e divenire una città a misura d’uomo dove crescere i propri figli in maniera adeguata. Ci vuole la volontà dei brindisini di pretendere amministratori che siano comuni cittadini, che non vengono dai partiti e che non vedano nell’impegno politico una professione, ma un dovere civico, e che una volta concluso l’impegno, tornino alla propria vita.
#StefanoAlparoneSindaco #RiprendiamociBrindisi

 
Premessa
Cari cittadini è giunto il momento in cui noi tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo ed entrare nelle istituzioni. Noi del Movimento 5 Stelle di Brindisi pensiamo che non sia più il tempo di delegare e lamentarsi; è arrivato il momento di partecipare in prima persona alla vita politica della Città.
La vita pubblica e politica di Brindisi deve essere arricchita dalle voci della comunità perché è fondamentale portare avanti una politica scelta dai cittadini e quindi espressione delle loro esigenze.
Non si deve più permettere che le decisioni arrivino dalle segreterie dei partiti o dalle lobby economiche che troppo spesso sono i primi sponsors di questi ultimi.
Il Movimento Cinque Stelle è una lista “giovane” perché nessuno di noi ha mai ricoperto la carica di consigliere comunale o incarichi di governo ed è per questo che siamo la garanzia per una politica estranea agli interessi delle lobby economiche, libera dalle servitù energetiche e in sostanza non ricattabile.
Non abbiamo paura di dover ribattere a quanti ingenuamente ci additeranno come “inesperti”, poiché la politica locale ha palesato come, la parola “esperto”, non sia sinonimo di buon amministratore.
Sulla scena politica locale continuano ad imperversare i soliti volti che da una vita si riciclano in un partito piuttosto che in un altro, senza aver dimostrato di amare la nostra città, devastandone il territorio sul piano ambientale e sociale e portando il Comune sull’orlo del dissesto finanziario.
L’impossibilità per noi di fare dell’attività politica un mestiere, è per il cittadino la migliore garanzia che il nostro sia un impegno unicamente finalizzato a migliorare la città in cui viviamo; per noi, le nostre famiglie, i nostri affetti e i nostri concittadini. Vogliamo raccontare il programma che esprime una visione della città elaborata e condivisa durante numerosi incontri. Un programma che costituisce il punto di partenza per rimettere in gioco i cittadini al fianco della politica che sia veramente condivisa e partecipata, trasparente e concreta, una politica dal basso per iniziare una nuova storia e dare a Brindisi una speranza ed una vera alternativa libera da tutti quegli interessi politico-economici che la hanno ridotta in macerie negli ultimi decenni.
In sostanza, come tutte le persone che vogliono vivere la loro città, dobbiamo adoperarci affinché Brindisi diventi una città in cui la legalità e l’avversione alle pratiche clientelari, entrino a far parte del patrimonio genetico degli abitanti.
Una città in cui il senso civico e di appartenenza prendano il posto dell’apatia e dello scetticismo che a volte ci contraddistinguono.
Una città che rispetti il territorio con la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura.
Una città che sappia immaginare e mettere in pratica un nuovo modello di progresso economico, unica via per uscire dal pantano della crisi.
Una città migliore.
Indice
Amministrazione dei cittadini per i cittadini
Sviluppo economico del Territorio: Energia, Rifiuti, Ambiente e Industria, Agricoltura, Infrastrutture, Acqua e Servizio Idrico
Mobilità e Trasporti
Sicurezza
Cultura, turismo e promozione del territorio
Istruzione, università e ricerca
Politiche sociali e Animali
Commercio e Artigianato
Sport
Connettività
AMMINISTRAZIONE DEI CITTADINI PER I CITTADINI
Amministrare ha un significato molto importante e correlato alla sua etimologia: amministrare vuol dire servire, essere a servizio della comunità.
I cittadini di buona volontà che, in questa lista, sono impegnati nel rinnovamento morale, politico, economico e sociale della città di Brindisi intendono porre a servizio della comunità locale le proprie competenze ed esperienze realizzate nei più differenti ambiti del vivere quotidiano, in un rapporto di costante ascolto, collaborazione e sollecitazione dei cittadini affinché siano proprio questi stessi gli artefici del miglioramento di Brindisi.
Il quadro entro cui la nostra opera andrà a segnare una netta demarcazione rispetto al passato è uno scenario, come avrete appreso dalle cronache degli ultimi tempi, dominato da inefficienze, incapacità, incompetenze e ancor peggio da affarismo, corruzione, disamore per la cosa pubblica, disaffezione per i propri concittadini a vantaggio di interessi esclusivamente personali.
La Pubblica Amministrazione, come recita l’articolo 97 della Costituzione, deve improntarsi ai principi di legalità, buon andamento ed imparzialità: il caso Brindisi per come presentatosi ai nostri occhi negli ultimi anni, con un picco evidente nei mesi scorsi, probabilmente non ha per nulla interpretato tali principi; le responsabilità sono chiare, siamo chiamati a guardare avanti con rinnovato slancio civico.
Il nostro obiettivo, quindi, è quello di rimettere il cittadino al centro dell’amministrazione pubblica e trasformare il Palazzo del Comune in Casa comunale: nel sentire comune, il palazzo dell’istituzione locale è percepito come luogo di malaffare, di imbroglio, di disonestà. In numerosi atti di carattere giuridico si parla di “casa comunale”, ma per molti, come detto, è risultato sempre, fino ad oggi, molto difficile poter anche solo pensare di considerare il Comune, casa nostra…eppure è proprio così: ogni spesa, ogni investimento, ogni sacrificio, ogni affanno che come cittadino affronto ha una immediata ripercussione sulla comunità di cittadini nella quale vivo ed opero.
Ecco che la partecipazione diviene l’elemento fondamentale della democrazia attraverso il quale s’introducono i principi di equità, giustizia e destinazione delle risorse della comunità: perché questo possa essere davvero tradotto in atti concreti è necessario aderire completamente alle norme, alle regole, ai principi già vigenti in termini di trasparenza, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, ma, più di ogni altra, in relazione al comune buon senso posseduto da ciascuno di noi nell’operare nella gestione della cosa pubblica come un buon padre di famiglia, perché se il Comune è una casa, la comunità dei cittadini che la abitano non può che essere la famiglia da amministrare.
Per amministrarla degnamente, occorrono: onestà, merito, competenza, spirito di sacrificio.
Accogliendo le best practice del nostro Movimento, già previste dai programmi elettorali di altre comunità presenti sul territorio nazionale, gli amministratori pubblici provenienti da questa lista ed in particolare il cittadino individuato quale candidato sindaco predisporrà, entro la data della nomina, una lista di assessori scelta per il tramite di avvisi pubblici molto puntuali che consentano di individuare per l’amministrazione della città i più meritevoli e competenti che, portatori anch’essi di esperienze conformi ai nostri principi (onestà etc.), sottoscrivano la volontà di conformarsi agli obiettivi del Movimento 5 Stelle e l’adesione completa al programma di governo della città per l’intera legislatura. La proposta per la designazione dei componenti della Giunta sarà operata da una commissione interna all’uopo nominata, fermo restando il potere di veto del candidato sindaco al quale, una volta eletto, per specifica previsione normativa, competerà la volontà o meno di confidare la propria fiducia.
Affrontata la parte relativa agli amministratori, consiglieri, assessori e sindaco l’azione del Movimento intende realizzarsi attraverso diversi step.
Piano di azione generale
Riteniamo che l’amministrazione possa essere rinnovata e ridimensionata a misura di cittadino attraverso le seguenti azioni:
aggiornamento dello Statuto comunale in ossequio ai principi di partecipazione diretta dei cittadini, trasparenza e accesso agli atti;
revisione generale della pianta organica del Comune attraverso una preventiva analisi dei carichi di lavoro, delle condizioni di onorabilità previste per lo svolgimento di incarichi pubblici, dei conflitti di interesse anche latenti dei dipendenti e degli amministratori, degli inquadramenti e delle mansioni non conformi al concorso pubblico sostenuto;
valorizzazione di specifiche competenze interne ed individuazione di sacche di inefficienza contemplando l’istituzione di uffici di ascolto, collaborazione e sostegno all’iniziativa e alle necessità dei cittadini;
in assenza di competenze interne, apertura al mercato delle risorse umane per l’individuazione, entro i limiti di bilancio, di specifiche professionalità con incarichi di durata determinata e prestabilita finalizzati non tanto alla consultazione, quanto all’ottenimento di risultati ben ponderati;
maggiore e più capillare presenza sul territorio comunale attraverso una rivitalizzazione dei quartieri ed una rete gratuita di cittadini responsabili che consenta di accorciare la distanza tra amministratore ed amministrato;
consultazione dei cittadini attraverso referendum locali e strumenti di democrazia diretta sulle tematiche di maggior impatto strategico anche eventualmente nella forma mediata dell’ascolto delle associazioni di categoria, ordini professionali e differenti corporazioni;
decurtazione di una percentuale dell’appannaggio previsto da devolversi in favore di un conto corrente dedicato ad iniziative di carattere locale (sostegno alla povertà e al disagio, iniziative economiche di sviluppo locale etc.);
corresponsione dei gettoni di presenza agli amministratori pubblici in ragione dell’effettiva partecipazione alle adunanze anche attraverso la verifica puntuale delle stesse;
programmazione adeguata delle commissioni consiliari atta a non creare sovrapposizioni di orari ed argomenti;
evoluzione degli strumenti di comunicazione tra uffici e tra uffici e cittadino attraverso l’implementazione di software “open source” e sistemi di telefonia via Internet a costo zero.
Bilancio
Il bilancio è lo strumento principe di analisi e verifica del buon andamento di un’organizzazione: il Comune di Brindisi, per come ci verrà consegnato dopo anni di altrui gestione, anche da questo punto di vista presenta significative anomalie e diffuse responsabilità in termini di inefficienza, spreco ed imprecisa rappresentazione per scritture contabili dell’attività economico-finanziaria dell’ente anche verosimilmente di rilievo giuridico in considerazione del fatto che la magistratura, soprattutto contabile, ha segnalato numerosi profili di irregolarità.
L’azione prioritaria in questo ambito assume i caratteri dell’emergenza e passa per alcuni obiettivi improcrastinabili quali:
il risanamento delle finanze pubbliche attraverso una riconciliazione più puntuale e fedele delle scritture contabili attraverso una precisa individuazione dei debiti e dei crediti dell’Ente;
il conseguente risanamento delle finanze pubbliche attraverso una capillare razionalizzazione della spesa, una sostanziale cancellazione del ricorso all’indebitamento tramite mutui e ricorsi alla Cassa Depositi e Prestiti, una ricognizione puntuale dell’evasione del tributo locale;
processo completamente interno del tributo partendo dall’analisi e progettazione dei suoi presupposti impositivi fino all’aggio derivante dalla riscossione;
una ridistribuzione degli oneri fiscali su cittadini, nuclei familiari ed attività economiche e/o professionali che tenga conto del fattore umano (disagio, disabilità, obiettivo sociale dell’organizzazione) con un “tributo a misura di cittadino”;
una riscossione comunale e totalmente pubblica del tributo in maniera esclusivamente interna tramite la macchina amministrativa comunale, attraverso la collaborazione e l’incrocio dei dati con altre Amministrazioni Pubbliche e/o dello Stato;
una rivisitazione delle partecipate comunali atta a razionalizzare incarichi e gestioni ed a consolidare gli utili attraverso la revisione degli statuti, la verifica del buon andamento ed il vantaggio economico-sociale delle stesse, la legalità, la meritocrazia, la responsabilità e la trasparenza.
Trasparenza, valutazione dei dipendenti e misure anticorruzione
Piano d’intervento:
adesione completa e totale alle norme di legge già vigenti (pubblicazione curricula, redditi, conflitti, etc.);
precisa e completa alimentazione del portale Amministrazione Trasparente;
allungamento dei tempi di disponibilità degli atti sull’albo pretorio online;
previsione di uno Sportello Trasparenza, un rafforzamento/superamento nei fatti dell’Ufficio Relazione con il Pubblico al quale il cittadino può chiedere conto di provvedimenti amministrativi che lo riguardano e segnalare reclami/abusi/ anomalie;
dotazione di una casella di posta elettronica istituzionale e personale per tutti i componenti dell’amministrazione (Sindaco, Componenti della Giunta, Membri del Consiglio Comunale e Dirigenti comunali), superando l’attuale assegnazione di caselle dedicate ai settori dell’amministrazione;
adozione di una casella di posta elettronica istituzionale (whistleblowing) atta ad accogliere suggerimenti e segnalazioni relative all’attività amministrativa, sia interna, con riferimento al contesto interno (l’apparato burocratico/politico) ove si voglia segnalare quanto sopra al sindaco, tanto esterna con riferimento ai cittadini che vogliano comunicare col sindaco;
immediata soppressione del Nucleo di Valutazione ed istituzione di un Organismo di Valutazione della performance dei dipendenti composto da professionisti esterni, autonomi ed indipendenti dotati di comprovate esperienze professionali di merito;
valutazione della performance anche del Segretario Generale dell’ente;
pubblicazione delle valutazioni e irrogazione di sanzioni e provvedimenti disciplinari in caso di performance negative;
dichiarazione di assenza di condanne penali in via definitiva per tutti i dipendenti pubblici ed assimilati del Comune di Brindisi;
previsione di immediate dichiarazioni da rendersi al sindaco in caso di condanne penali anche non definitive;
elaborazione di un piano annuale e triennale della performance dei dirigenti e loro sottoposti contenente obiettivi non routinari ed ordinari, (ma per come) già previsti dalla vigente normativa;
rotazione degli incarichi di vertice e non dell’amministrazione in ragione dei tassi di rischio oggettivamente collegati alla commissione di fatti corruttivi e quindi con riguardo soprattutto ai ruoli più che alle persone.
Oltre alla corretta e puntuale adesione ai richiami normativi si intende offrire, ove possibile, la disponibilità alla trasmissione in diretta di attività consigliar tramite un canale appositamente dedicato sul sito istituzionale del Comune.
Interventi di rilancio dell’amministrazione
Piano d’intervento:
previsione di una figura di controllo interno che possa verificare procedure, parametri alle dipendenze dirette del sindaco;
costituzione nel settore competente di un ufficio “Porto, aeroporto ed altre infrastrutture strategiche” al fine di dare attuazione amministrativa alla linea guida politica concernente tali ambiti;
analisi attenta delle partecipate comunali anche attraverso parametri di mercato che ne garantiscano la sostenibilità e indicazione di amministratori e professionisti da nominarsi con apposita commissione esaminatrice sulla base del criterio della meritocrazia;
pubblicazione dei resoconti stenografici di ogni seduta consigliare;
previsione di uno strumento di comunicazione periodica alla cittadinanza circa l’avanzamento del programma e le difficoltà incontrate;
previsione di un’agenda periodica relativa al rapporto Assessore/Dirigente attraverso la quale il primo possa costantemente e a cadenze prefissate monitorare e controllare l’adesione dell’azione amministrativa alla linea politica emanata;
costruzione di un bilancio comunale “ascoltato” attraverso l’ascolto delle istanze provenienti da Enti, associazioni e semplici cittadini attraverso momenti diffusi di collegialità e democrazia diretta;
adozione di forme di comunicazione semplificate e più accessibili al cittadino anche in relazione ai temi del bilancio;
puntuale confronto e verifica delle condizioni prevista dai capitolati d’appalto e l’effettivo svolgimento dei servizi in essi predicati;
pianificazione dei fabbisogni e delle necessità della città con ampio orizzonte temporale al fine di scoraggiare attività improntate all’emergenza ed urgenza anche con riferimento agli interventi di manutenzione e di pubblica utilità;
istituzione di un “Albo Fornitori” per gli acquisti di beni e servizi che, a parità di condizioni, privilegino le aziende del territorio e relativo aggiornamento garantendo una costante rotazione degli affidatari;
istituzione di una black list, relativa a fornitori inadempienti ovvero contestati, nella fornitura di un bene/servizio etc.;
attivazione di uno sportello per l’Europa: l’opportunità fornita dall’Unione Europea in relazione all’adesione a programmi, piani etc. ed alla conseguente ricezione di fondi connessi ad iniziative specifiche deve trovare una sua dimensione ufficiale ed appositamente determinata nell’organizzazione comunale;
costituzione di un ufficio internazionalizzazione: in previsione dell’imminente soppressione della Camera di Commercio, ma anche in relazione ad esigenze pubblicistiche (aventi come destinatario il cittadino) dell’ente non solo legate al comparto impresa, ma anche a settori quali l’agricoltura, la cultura ed il turismo. Appare necessario individuare e costituire, nell’organigramma comunale, un ufficio che possa dedicarsi a questo contesto rintracciando competenze specifiche, se possibile già disponibili internamente.
SVILUPPO ECONOMICO DEL TERRITORIO
Sono a tutti note le circostanze e le cause, che hanno portato Brindisi e la sua comunità a dover fare i conti con una situazione drammatica sotto tutti i punti di vista. Tutti gli indicatori per valutare la qualità della vita del territorio, esprimono in maniera incontestabile la fine di un modello di sviluppo non più sostenibile e la totale incapacità della politica di amministrare la cosa pubblica nell’interesse generale.
Siamo consapevoli che la responsabilità del decadimento economico e culturale della nostra città è da attribuire in gran parte alla partitocrazia che si è alternata negli ultimi 30 anni, votata a soddisfare interessi personali attraverso politiche clientelari, asservendosi alle multinazionali e alle lobby presenti sul territorio che, grazie a questa subalternità, si sono ingrassate a discapito di tutta la collettività rendendo inattuabili nuove e differenti opportunità di sviluppo.
Questi sono i fatti, di Brindisi restano solo le macerie, l’unica alternativa possibile e iniziare a ricostruirla sin dalle fondamenta. Non è più pensabile né proponibile continuare con questo modello.
Brindisi necessita di una visione che – con una seria programmazione che coinvolga tutti i settori – attraverso un periodo di transizione, la traghetti verso la modernità. Abbiamo le potenzialità per divenire in pochi anni, punto di riferimento per tutte quelle città che, nel prossimo futuro, fisiologicamente, vorranno divenire moderne. Puntando sull’innovazione a tutti i livelli, creando know-how in settori che già oggi fanno la fortuna di quelle comunità che hanno deciso di trasformare le loro città portandole nel XXI secolo.
Principi e strumenti per attuare questo cambiamento esistono già e in molte parti del mondo sono in fase di attuazione se non già realizzati. E’ fondamentale divenire consapevoli che il vero cambiamento può essere innescato solo se ognuno farà la sua parte, iniziando proprio dal rinnovamento della classe politica che deve tornare ad essere portatrice di un progetto che abbia come obiettivo finale il benessere diffuso.
Il progetto/programma per la nostra città nasce non solo dal confronto fra le idee di tutti gli attivisti unito all’ascolto costante dei cittadini, ma anche dalla presa di coscienza delle gravi problematiche che affossano la città. Siamo convinti che anche a Brindisi si possa parlare di una nuova era e per iniziare ad innescare il cambiamento dobbiamo inevitabilmente passare dalla riorganizzazione degli assessorati attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro intersettoriale comprendente gli assessorati: Ambiente ed Energia, Agricoltura, Sviluppo Economico e Mobilità.
Lo sviluppo economico, nell’accezione più ampia, sarà dunque il frutto della strettissima collaborazione tra i diversi interpreti della macchina amministrativa, tutti mossi dalla medesima visione, ossia, rendere Brindisi una città sostenibile. Sarà necessario puntare sulla riconquista delle reali vocazioni di questa terra, sostenendo e incentivando le comunità locali verso le piccole e medie imprese (PMI), in settori quali: agricoltura, pesca, turismo, commercio e cultura. Parallelamente si dovrà necessariamente pianificare la progressiva dismissione di quegli impianti – che già per età e cessata funzionalità al progetto cittadino si avviano alla chiusura – vincolando già da ora le stesse multinazionali, che tanto profitto hanno avuto in dote, ad accollarsi l’onere dei costi e ovviamente ad impostare una seria campagna di bonifica delle aree inquinate. Il programma che segue sarà dunque il nostro vademecum per iniziare ad impostare il cambiamento e a posare le fondamenta della rinascita di Brindisi. Per fugare qualsiasi tipo di fraintendimento e per onestà intellettuale ci pare doveroso evidenziare che a nessuno di noi sfugge la dimensione e l’ambizione del progetto nel suo complesso, la Politica, però, non a caso con la P maiuscola, ha il dovere di programmare e non di tirare a campare giorno dopo giorno. Ed è per questo motivo che presentiamo ai nostri concittadini questo progetto/programma certamente ambizioso ma assolutamente realizzabile.
Per una più comoda e scorrevole lettura questi settori saranno suddivisi secondo gli ambiti di appartenenza, ma non sarà difficile intravedere quello che sarà l’obiettivo che si persegue e cioè un percorso di rinnovamento e crescita verso una società sostenibile.
Energia
I fallimenti dei mercati alla base dell’attuale contingenza economica associata ad una forte critica dell’ineguaglianza distributiva, hanno aperto le porte ai nuovi concetti della scarsità delle risorse, della difesa degli ecosistemi naturali, delle energie rinnovabili etc. Tutti questi elementi, fortemente reattivi, sono alla base dell’elaborazione di una teoria completa dell’economia dello sviluppo, che acquisisce forti connotazioni egualitarie ed ecologiche, la green economy. Il nucleo della green economy è la produzione pulita (clean) e sicura di beni, materiali ed energia, la ricostruzione degli ecosistemi naturali, la minimizzazione delle emissioni e dell’inquinamento e l’uso efficiente delle risorse non rinnovabili. La green economy è circolare, poiché l’uso efficiente delle risorse impone la minimizzazione dei rifiuti e la loro trasformazione in materia prima di nuovi prodotti.
La missione di questo progetto/programma, come accennato nella parte introduttiva, è la ripianificazione economica, ambientale e sociale, puntando sulla valorizzazione del potenziale locale sia in termini di risorse umane che territoriali. Abbiamo dunque sottolineato la necessità della costituzione di un gruppo di lavoro intersettoriale comprendente gli assessorati: Ambiente ed Energia, Agricoltura, Sviluppo Economico e Mobilità. Tale atto si rende necessario, per rendere la struttura amministrativa del Comune efficace nell’attuare i punti programmatici e funzionale ai bisogni di questo nuovo modello economico: digitale, collaborativo e sostenibile.
Questo nuovo approccio richiede una nuova generazione di professionisti dell’Energia; per questo motivo, prevediamo la collaborazione con poli universitari e Scuole Secondarie per la formazione di figure professionali come: produttori, importatori, progettisti, installatori, tecnici ed integratori di sistemi e commerciali da istruire su tecnologie come solare termico e termodinamico, solar cooling, fotovoltaico, integrazione architettonica, pompe di calore, mini eolico, idrogeno e Smart grids. L’ingresso nel mercato delle fonti rinnovabili ha già creato delle nuove professionalità specifiche del settore, anche nel campo della ricerca di nuove tecnologie, figure in possesso di specializzazioni, conoscenze e manualità spendibili nel resto d’Europa e del mondo. Diverremo esportatori non solo di conoscenze ma soprattutto di manodopera altamente specializzata. Questo esempio deve indurre a pensare che la realizzazione di questi obiettivi ha come scopo, quello di dare nuovo impulso al settore energetico quale volano per una crescita sostenibile.
La stessa Confindustria in: “Proposte di Confindustria per il Piano Straordinario di EFFICIENZA ENERGETICA 2010” – Task Force Efficienza Energetica Comitato Tecnico Energia e Mercato; sottolinea e sviluppa la validità e la bontà, in termini di razionalizzazione dei consumi ed impulso al mercato del lavoro, di questo modello di crescita.
Nell’ottica della razionalizzazione tra produzione e consumi, rimane fondamentale perseguire il criterio della riqualificazione energetica degli edifici, giacché lo scopo primario rimane la minimizzazione degli sprechi.
La Direttiva 2010/31/UE del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica dell’edilizia definisce gli edifici ad “energia quasi zero” come strutture aventi fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo (da coprire quasi completamente da energia da fonti rinnovabili).
La stessa direttiva dispone che:
a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi siano edifici a energia quasi zero;
entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano edifici a energia quasi zero.
Come già previsto dal “Protocollo Itaca Puglia 2011 – Residenziale”, strumento di valutazione del livello di sostenibilità energetica e ambientale degli edifici, approvato con Deliberazione n. 3 del 16.01.2013, pubblicata sul BURP n. 26 del 19.02.2013, dalla Giunta Regionale, ai sensi degli art. 9 e 10 della L.R. 13/2008; per gli edifici di nuova costruzione bisogna garantire che, prima dell’inizio dei lavori di costruzione, sia valutata in via prioritaria la fattibilità tecnica, ambientale ed economica di sistemi alternativi ad alta efficienza, dando priorità alle forniture energetiche decentrate basate su fonti rinnovabili.
Appare quindi evidente che il concetto della progettazione edilizia si stia evolvendo, spostandosi da meri calcoli statici e contabili verso una direzione che debba, obbligatoriamente, tenere in considerazione l’impronta energetica che ogni costruzione lascia all’interno del tessuto urbano.
La nuova concezione di progettazione è quindi un approccio integrato che tiene in considerazione i criteri di riscaldamento/raffreddamento, l’illuminazione e l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione elettrica e termica, creando un complesso edilizio che sia anche possibile da gestire tramite domotica per l’ottimizzazione dei carichi.
Riprogettare con criteri sostenibili ha già portato al superamento degli edifici ad energia quasi zero, generando già adesso “edifici ad energia zero” ed addirittura ad “energia positiva”, questi ultimi capaci di produrre più energia rispetto al proprio fabbisogno.
Le opere di riqualificazione energetica, inoltre, creano nuovo impulso sia alla razionalizzazione degli sprechi che alla creazione di nuove professionalità.
Il calo dei consumi energetici (Eurostat – Energy production and consumption) che si sta registrando in questi anni, oltre al contributo delle fonti rinnovabili, è anche merito di questa operazione incentivante che andrebbe proseguita, anche perché diventa un volano per la creazione di nuove imprese che basano il loro reddito in relazione al risparmio energetico generato.
Esempio concreto di nuove forme di impresa sono le cosiddette ESCO (Energy Service Company), che, in un contratto di rendimento energetico, provvedono al compimento, con mezzi finanziari propri o di soggetti terzi, di un servizio integrato volto alla riqualificazione energetica di un impianto o di un edificio di proprietà del beneficiario, a fronte di un corrispettivo correlato all’entità dei risparmi energetici ottenuti. Tutto questo dunque a costo zero per la collettività ed aggirando il problema insito nel Patto di stabilità.
Nello specifico sarà necessario sviluppare questa direttiva su due livelli, ossia edilizia pubblica e privata. Nel primo caso, sarà l’amministrazione a richiedere il servizio da parte di una o più ESCO per la riqualificazione del proprio patrimonio immobiliare. Nel caso dell’edilizia residenziale, sarà necessaria una preliminare campagna informativa atta ad illustrare i vantaggi sia in termini di prestazioni energetiche che di effettivo risparmio derivante da questi interventi.
A conferma di questa linea strategica, Direttiva 2012/27/UE del 25 ottobre sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE raccomanda agli Stati membri di stimolare gli enti pubblici a ricorrere alle società di servizi energetici ed ai contratti di rendimento energetico per finanziare le ristrutturazioni ed attuare piani tesi a mantenere o migliorare l’efficienza energetica a lungo termine (e non solo in riferimento agli edifici, ma anche agli impianti come l’illuminazione pubblica).
Rifiuti
La visione del rifiuto come problema per una comunità va mutata in risorsa, attuando una politica dei consumi tendenzialmente “senza rifiuti”, di cui sia protagonista l’essere umano anziché la logica dei grandi impianti, partendo dalla prospettiva indicata dalla Direttiva Europea 2008/98 del 19 novembre (recepita nell’ordinamento nazionale italiano nel 2010 ed entrata in vigore nel dicembre dello stesso anno), che detta una rigida gerarchia nella gestione dei rifiuti fondata su:
prevenzione;
riutilizzo;
riciclo;
recupero dei materiali;
smaltimento dei rifiuti.
La nostra proposta oltre che ispirarsi alla suddetta Direttiva, persegue più in generale l’orientamento verso un economia circolare, ovvero in primis sulla prevenzione dei rifiuti.
Qualsiasi piano di gestione virtuosa dei rifiuti, transitorio e definitivo, deve contemplare il coinvolgimento di tutti i cittadini, consci del cambiamento radicale che si apprestano ad abbracciare nelle abitudini quotidiane.
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione e riuso dei materiali, bisogna immediatamente dare seguito ad una campagna informativa capillare ai cittadini, con la concreta realizzazione di una strategia sui rifiuti, il cittadino e l’ente locale diverranno partecipi del proprio futuro e del risanamento ambientale.
Dunque per quanto riguarda i consumi e la diminuzione dei rifiuti gli obiettivi sono:
riduzione della produzione degli stessi;
riutilizzo delle risorse in modo naturale, secondo cicli circolari e non lineari;
promozione di pratiche efficaci di riciclo attraverso la raccolta differenziata e la previsione di filiere del riciclo.
Questa strategia promuove tutte quelle pratiche virtuose per una società sostenibile, che riduca il suo impatto ambientale, contrapponendosi all’incenerimento dei rifiuti e alle discariche.
Si tratta insomma di uno scenario economicamente ed ecologicamente conveniente, che crea occupazione.
La sfida di risoluzione del problema di smaltimento dei rifiuti, costituirà occasione di incremento occupazionale, ritrovando mestieri che con l’avvento del consumismo, si erano persi. Dal risparmio che si ottiene riducendo lo smaltimento dei rifiuti, si compensano le spese di nuove assunzioni e addirittura, si potrà incentivare la buona volontà dei cittadini con sconti sulle tariffe delle spese di raccolta della spazzatura.
La nostra azione sarà rivolta all’individuazione di una gerarchia nel sistema di gestione dei rifiuti, in riferimento all’art. 4 della Direttiva 2008/98/CE.
Pertanto, partendo dal concetto che “il miglior rifiuto è quello non prodotto” e che qualsiasi società sostenibile, per dirsi tale, deve impegnarsi a risolverne il problema dello smaltimento a monte, le nostre priorità possono essere così riassunte:
riduzione della produzione dei rifiuti, art. 29 della direttiva 2008/98/CE, indirizzando i consumatori, gli enti locali e gli esercizi pubblici a scelte sobrie per privilegiare prodotti a ridotto imballaggio e tutte le iniziative atte a non produrre a monte il rifiuto;
riuso di quanto ancora sfruttabile e che non abbia concluso il suo ciclo di utilità;
riciclo con una quantità accettabile di rifiuti da smaltire.
La conseguenzialità appena elencata non è intercambiabile, il sistema fin ora spesso ha sovvertito questi ordini, rendendo utopistico lo smaltimento di una mole esagerata della raccolta differenziata, perché senza un’azione preventiva di riduzione del rifiuto, anche il riciclo diventa ingestibile.
Le linee guida possono così sintetizzarsi, in un’applicazione aggiornata della gerarchia europea dei rifiuti in quattro ambiti:
riduzione;
riuso;
compostaggio;
riciclo.
1) Introdurre modelli di consumo che scoraggino la produzione di rifiuti in modo da ottenere una sostanziale riduzione dei volumi di risorse inviate a smaltimento.
L’art. 28 della Direttiva europea 2008/98 in tema di rifiuti, individua l’importanza dell’azione sociale per dissociare quella che è la crescita economica, dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti. Per questo risulta determinante la responsabilità dei produttori quanto dei cittadini; all’art. 26 della Direttiva si introduce il principio-guida di chi “inquina/paga”.
Per questo occorre coinvolgere la cittadinanza in un processo partecipativo che pianifichi la riduzione, individuando le modalità per attuarla e le conseguenti verifiche.
La nostra azione, tra l’altro, sarà volta ad indicare come superare la fase critica nella prevenzione della produzione del rifiuto, con interventi fondamentali legati alla riduzione di imballaggi, ed al divieto della plastica: i cosiddetti prodotti “usa e getta”.
L’unico modo per passare ad un nuovo paradigma in cui l’atto del consumo non debba necessariamente corrispondere a quello del rifiuto è prevenire. La reale riduzione della produzione del rifiuto deve coinvolgere anche gli esercizi commerciali, così il consumatore, oltre ad attuare un comportamento virtuoso a basso impatto ambientale, potrà ottenere un reale risparmio in termini economici di spesa.
2) Incoraggiare la creazione di Banche del riuso secondo le esigenze del territorio.
Le ragioni per cui un bene di consumo finisce prematuramente in discarica dipendono dal mercato, dalle mode, dalla mancanza di spazio nelle abitazioni, dallo stato di usura e necessità di riparazione. Di qui la necessità dei laboratori di riparazione, strutture destinate, grazie all’ausilio di personale formato e specializzato, a preparare al riutilizzo risorse ancora dotate di buone potenzialità, al fine di ridurre i volumi di oggetti post/consumo, in discarica o negli inceneritori. Per questo motivo i Centri di Riparazione come quelli del Riuso contribuiscono alla chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti.
Le Banche del Riuso dovranno essere progettate secondo criteri sintetizzabili con questo schema:
creazione della Banca di accettazione remunerata degli oggetti a fine ciclo (non più rifiuti) in apposito capannone o ambiente dismesso di proporzioni adeguate a fare da deposito;
progettazione dei laboratori di riparazione;
creazione delle filiere della rivendita dell’usato;
progettazione finanziaria dopo attenta analisi degli aspetti economici del ciclo dei rifiuti integrata nella pianificazione finanziaria sul piano comunale.
3) Per la frazione umida, incentivare la produzione di compost su piccola, media e larga scala.
Alla base di un’efficace prevenzione della produzione del rifiuto, vi è indubbiamente una modificazione virtuosa degli stili di vita, partendo dal contesto familiare, fino a quello industriale, scindendo il rifiuto organico (che risulta costituire il 30% dei rifiuti), come indicato dalla Direttiva Europea all’art. 22, che ne incoraggia la raccolta separata, ai fini del compostaggio e ne raccomanda il trattamento sempre realizzato ad un livello elevato di protezione ambientale.
Il compost è il risultato dalla decomposizione e umificazione di una serie di materie organiche come gli scarti di cucina, dei banchi dei supermercati, può essere reimpiegato dagli agricoltori locali al posto di costosi ed inquinanti fertilizzanti chimici, non è impattante e di conseguenza, la collettività non dovrà farsi carico in futuro della bonifica dei terreni e delle falde.
Il risultato del compostaggio risulta essere quindi un obiettivo strategico di politica energetica diretto ad una riduzione dei combustibili fossili, che dagli scarti, senza costi aggiuntivi, favorisce un’agricoltura di qualità.
4) Per la frazione secca, prevedere la raccolta differenziata e le filiere del riciclo su scala locale per oggetti riciclabili e per gli oggetti non riciclabili prevedere sistemi di smaltimento temporaneo in attesa del loro smaltimento.
E’ soltanto a questo punto che bisognerà coordinare e controllare in modo molto rigoroso la pianificazione e la realizzazione di strategie di riciclo attraverso metodi spinti di raccolta differenziata della frazione secca residua, dopo la puntuale applicazione delle indicazioni di cui alle linee guida precedenti. La raccolta, la selezione e l’avvio al riciclo, potranno essere previsti per ogni ARO (ambito di raccolta ottimale).
Il nostro intento è di dare immediata attuazione alla legge 448/2001 e al decreto del ministero dell’ambiente 8 maggio 2003, n. 203, in cui sono dettate le norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico acquistino manufatti e beni da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30%. In Puglia la legge regionale che le recepisce e la amplia, è la n. 23 del 2006 e dal DGR 3031/2010.
Il nostro impegno sarà orientato dunque alla programmazione di pratiche per la riduzione e il riuso, scoraggiando lo smaltimento in discarica o l’incenerimento dei beni ancora utilizzabili, in ossequio all’art. 6 della direttiva europea, che stabilisce i criteri in base ai quali il rifiuto possa cessare di essere considerato tale. Perciò promuoveremo la creazione delle cosiddette banche del riuso, i laboratori di riparazione ed i negozi di seconda mano, i mercatini del baratto, e tutte quelle attività che prevengano lo spreco delle risorse, individuando le aree strategiche presenti sul territorio e valutando i risultati sottoposti ad una commissione di esperti.
Ambiente e Industria
Prima di illustrare le linee guida che il nostro progetto/programma vuole perseguire in questo ambito è necessario elencare, dal punto di vista normativo, quali sono le leggi e le ordinanze che per loro natura e contenuti delineano in maniera chiara e non interpretabile lo scenario, che non facciamo fatica a definire drammatico, in cui si versa il nostro territorio.
Legge n. 349 dell’8 luglio 1986, con la quale Brindisi con Carovigno, San Pietro Vernotico e Torchiarolo è inclusa in un elenco, più volte aggiornato, che identifica in Italia una serie di aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Lo scopo della legge era di prevenire ulteriori degradi del territorio;
Decreto Legislativo 22/1997 che ha incluso Brindisi tra i 57 Siti di Interesse Nazionale per interventi di Bonifica. Il territorio in questione ha una estensione complessiva di aree private di 21 km2 e pubbliche di circa 93 km2, con una popolazione residente nelle aree limitrofe pari a 1/3 della popolazione regionale. Il criterio di inclusione di un sito tra quelli di interesse nazionale dipende dal rischio sanitario che le condizioni di quel sito rappresentano per le popolazioni;
Decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 1998. Approvazione del piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi;
Ordinanza Sindacale n.18 del 28/06/2007 a firma del Sindaco Domenico Mennitti che vieta la coltivazione dei prodotti alimentari nei terreni limitrofi alla centrale termoelettrica a carbone Enel Federico II;
Ordinanza Sindacale del 2011 a firma del Sindaco Mennitti che prevede l’interdizione totale dell’area Micorosa nei pressi del Petrolchimico di Brindisi a causa dell’elevato tasso di inquinamento dei terreni;
Piano Regionale della Qualità dell’Aria predisposta dall’ARPA Puglia che inserisce Brindisi in fascia C, la più critica che necessità di azioni di riduzione dell’inquinamento;
Legge 349/1986 e successiva dichiarazione specifica con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 giugno 1990 definisce Brindisi AREA AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE caratterizzata da gravi alterazioni degli equilibri ambientali, nell’atmosfera, nel suolo, nei corpi idrici, che comportano rischio per l’ambiente e per la salute della gente;
Decreto Legislativo 334/1999: legge Seveso, D.M. 9-5-2001,D.Lgs. 238/2005, Direttive Europee Seveso I-II-III Soggetti a Rischio di Incidente Rilevante”, industrie che possono causare eventi di grande entità (emissioni in atmosfera, incendi , esplosioni) dovuti a sviluppi incontrollati che possono dar luogo a pericolo grave, immediato o differito nel tempo, per la salute umana e per l’ambiente, sia all’interno che all’esterno dell’industria;
Legge Regionale n°28 del 23-12-2002 “Sito di Importanza Comunitario” per le particolarità naturalistiche del nostro territorio – “Parco Regionale Saline di Punta Contessa”. Vale per tutta la costa sud, da Fiume Grande compreso a Cerano: area S.I.C.
La doverosa introduzione normativa impone, a nostro avviso, come prima azione di dotare la città di un Piano d’emergenza, come previsto dalla Direttiva 82/501/CEE – “Seveso I” – a proposito di informazione della popolazione si legge: “Le persone che potrebbero subire all’esterno degli stabilimenti le conseguenze di un incidente rilevante devono essere adeguatamente informate sulle misure di sicurezza da adottare e sui comportamenti da assumere”. Ad oggi, a Brindisi, non esiste un piano d’emergenza.
Questo primo atto dovuto e soprattutto di rispetto, verso la comunità del nostro territorio, non può che divenire apripista per la nostra azione che sarà rivolta – nei limiti normativi e di competenze in cui purtroppo può agire l’amministrazione comunale su temi così impattanti sullo sviluppo ed il benessere del territorio – alla tutela della salute e dell’ambiente che possono e devono viaggiare in sinergia con il diritto al lavoro e soprattutto il diritto di una comunità di vivere in un contesto salubre.
Siamo consci della vastità e complessità della questione, non a caso da sempre mai affrontata in maniera organica e veramente strategica, così come siamo consapevoli dei costi elevatissimi di un piano di riconversione e riqualificazione dell’intera area.
A tal proposito riteniamo fondamentale l’istituzione di una tassa di scopo per gli impianti fotovoltaici a terra e una rinegoziazione di tutte le convenzioni con le grandi aziende presenti sul territorio che in questi decenni hanno realizzato profitti miliardari a Brindisi.
Tassa di scopo sui redditi generati dagli impianti fotovoltaici a terra. Una piccola ma doverosa premessa, siamo assolutamente favorevoli alle fonti rinnovabili ed il nostro progetto/programma ne è una prova inconfutabile, ma siamo assolutamente contrari al modo in cui ci si è approcciati allo sviluppo delle stesse sul nostro territorio.
Negli ultimi anni solo in agro di Brindisi sono stati istallati altre 400 parchi fotovoltaici con la conseguente perdita di circa 400 ettari di terreno agricolo.
La proprietà della maggioranza di questi impianti, se non tutti, appartiene a banche, fondi di investimento ed in generale a società spesso straniere, configurando in pratica una speculazione finanziaria avvenuta ai danni delle nostre campagne.
Per questo motivo è nostra intenzione introdurre, per gli impianti sopra i 50 Kw di potenza installata a terra, una tassa di scopo del 15% sulla remunerazione del conto energia. Inoltre saranno verificate tutte le fideiussioni delle aziende operanti nel settore, per assicurarsi che gli impianti, una volta a fine ciclo, siano dismessi e vengano ripristinate le aree.
Convenzioni e Bonifiche. Questione spinosa e complessa quella delle convenzioni, a tal proposito riteniamo fondamentale una precisazione su questo tema. Mai nessuna cifra potrà compensare le tante morti e la crisi ambientale e sanitaria generata dall’inquinamento prodotto nei decenni dalla moltitudine e varietà di impianti altamente impattanti presenti sul nostro territorio.
Forti di questa premessa, le nostre richieste, saranno articolate essenzialmente su due direttrici, chi ha generato profitti enormi dall’attività svolta sul territorio, causando altrettanto enormi danni alla comunità, deve indennizzare (se mai cifra esista) la nostra città; richiesta questa che non dovrà avere alcuna rilevanza sulla seconda direttrice che è quella di pretendere scadenze certe sul definitivo disimpegno dal nostro territorio e garanzie certe sugli impegni economici inerenti alle dismissione degli impianti e alle bonifiche dei siti inquinati, in ossequio alle direttiva europea riassumibile in “chi inquina paga”. La nostra azione sarà quindi rivolta a realizzare in tempi brevi un tavolo permanente con Governo, Ministeri competenti ed aziende coinvolte.
Quello delle bonifiche è uno dei grandi temi che volenti o nolenti bisognerà affrontare se si vuole essere credibili quando si parla di sviluppo del territorio e della sua economia. Diviene imprescindibile affrontare con il Governo centrale la questione, ridisegnando il piano d’intervento.
Per iniziare a rendere concreto questo cambio di paradigma e iniziare a porre le basi anche per un diverso mercato del lavoro e quindi rilanciare l’occupazione, avviare la dismissione della centrale Edipower (così come già previsto) e del nastro trasportatore, procedere alla bonifica del sito e alla riqualificazione dell’area, riconsiderare immediatamente il banchinamento di S. Apollinare, riprogettando l’intera area, restituendola alla comunità con finalità e destinazioni d’uso che meglio esporremo nel PUG.
Parallelamente andrà incentivata la ricerca e la sperimentazione nell’ambito delle bonifiche che, è bene ricordarlo, è un processo lunghissimo e di non facile risoluzione. Difatti ad oggi, la spinosa questione delle bonifiche di aree come la nostra è di difficile gestione, non solo dal punto economico, ma anche e forse soprattutto, perché strettamente correlato al modo con cui si debbano effettuare.
La complessa situazione, per quantità e diversità di inquinanti presenti, non può essere affrontata con interventi, come quello che si sta per mettere in atto a Micorosa, né stoccando in altri siti gli inquinanti.
Ecco perché crediamo che trasformare il problema delle bonifiche in opportunità sia l’unica strada percorribile. La nostra intenzione, oltre al già accennato dialogo con il Governo centrale che è imprescindibile per la risoluzione del problema, sarà quella di promuovere l’istituzione di uno o più centri ricerca, che diventino attrattivi per i ricercatori di tutto il mondo, al fine di sperimentare, perfezionare e mettere a sistema protocolli di bonifica delle aree inquinate basate su processi biologici, che vengono riunite sotto il nome di BIODEPURAZIONE. L’intento chiaro di questo percorso, oltre alla risoluzione del problema, si concentra sulla possibilità di creare un vero e proprio mercato del lavoro che necessiterà di esperti del settore e che creerà nuove figure e professionalità spendibili in tutte quelle aree industriali e non solo, a livello nazionale ed internazionale, che si trovano in situazioni similari.
Agricoltura
Un modello di sviluppo alternativo deve incentrarsi sull’idea di sovranità alimentare intesa come diritto dei popoli ad un cibo salubre, culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi sostenibili ed ecologici e mediante l’autodeterminazione dei sistemi agricoli e alimentari.
Il nostro intento anche in questo settore sarà di ripristinare la giusta attenzione sia alla salute dell’uomo che al lavoro dei campi.
Riteniamo necessario per realizzare un’occupazione stabile legata al territorio e una valorizzazione sostenibile delle sue risorse naturali, agricole ed eno-gastronomiche, istituire una nuova PAC (Politica Agricola Comune) che miri a rafforzare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura al fine di garantire la produzione di alimenti di qualità, di preservare l’ambiente e contribuire allo sviluppo sano nelle aree rurali.
Per quelle che sono le competenze comunali, intendiamo portare avanti un piano di semplificazione delle pratiche burocratiche e rendere le procedure più rapide e trasparenti.
Per rendere comunque efficiente il complesso equilibrio tra monitoraggio ed esigenze di produzione, ci muoveremo su un percorso ben definito, per tanto sarà prioritario:
sviluppo progetti di alternanza scuola-lavoro per Istituti Superiori in base agli specifici indirizzi e competenze;
istituire un percorso partecipato tra produttori e consumatori per riscrivere insieme le regole sui controlli di filiera in difesa della qualità, riducendo la burocrazia e migliorando l’efficacia;
promuovere la tracciabilità del prodotto (azienda, trattamenti ricevuti, metodo di produzione);
perseguire le opportunità di finanziamento e sostegno dai fondi europei, regionali e statali tramite l’azione distribuita di uno sportello apposito;
sostenere i mercati locali e i centri commerciali naturali.
Nella nostra azione sarà centrale la sicurezza alimentare, incentivando la filiera produttiva locale, dalla coltivazione alla trasformazione, con l’adozione di un marchio di filiera “chilometro zero” che certifichi i prodotti agricoli ed agroalimentari ad alta sostenibilità ambientale. A tal proposito diverrà essenziale delineare una exit strategy circa l’utilizzo dei pesticidi, incentivando le buone pratiche agricole e la per garanzia al consumatore di maggiore conoscenza e sicurezza sul prodotto attraverso l’accesso pubblico ai dati non sensibili dell’azienda e della filiera anche mediante codice QR.
Sempre nell’ottica della valorizzazione e incentivazione della filiera corta di qualità sosterremo e promuoveremo l’incontro tra produttori a km zero e consumatori locali, attraverso i centri commerciali naturali e i mercati contadini locali, magari mettendo a disposizione oltre ai finanziamenti anche degli spazi gratuiti per i primi 3 anni.
Centrale in questo progetto sarà il ruolo delle aziende agricole, a tal proposito la nostra azione sarà rivolta al recupero delle zone agricole abbandonate e marginali, verranno promosse le sinergie tra agricoltura e ”turismo naturale”, per quanto nelle competenze dell’amministrazione comunale riteniamo utile incentivare con sgravi fiscali le aziende che propongono modelli sostenibili che riducono l’impronta ecologica. Proprio in questa ottica sarà centrale il sostegno e la promozione della permacultura e della coltivazione di piante per la fitodepurazione e per il contenimento del dissesto idrogeologico; e ancora il sostegno all’introduzione di colture parallele e, quando necessario, sostitutive a quelle tradizionali, in modo da diversificare i rischi dovuti ai cambiamenti climatici (es: creazione e sviluppo della filiera della canapa a livello comunale; sperimentazione e diffusione di piante officinali nei terreni marginali).
Infine, sempre nell’ottica di un nuovo modo di intendere il comparto, sarà forte la nostra azione a contrastare il caporalato, nonché alla definitiva messa al bando di nuovi insediamenti eolici e/o fotovoltaici su terreni agricoli, avendo già espresso in precedenza quale sia il nostro convincimento sul comunque imprescindibile sviluppo del settore delle rinnovabili.
Infrastrutture: Porto ed Aeroporto
Nel nostro programma/progetto per il rilancio dell’economia, è ovviamente centrale il ruolo di infrastrutture cardine quali sono il porto e l’aeroporto.
Nell’ambito di manovra e delle competenze dell’amministrazione comunale, la nostra azione sarà volta a mettere in campo tutte le strategie e le azioni funzionali al potenziamento ed al rilancio di entrambe, per garantire a sua volta il rilancio del settore turistico e commerciale inscindibilmente legato a tali infrastrutture.
In particolare, per il Porto, sosteniamo che l’idea di fare squadra con tutti gli altri porti pugliesi possa naturalmente premiare le vocazioni di ciascuno, nell’ambito di un’articolata e condivisa visione di sviluppo regionale, nazionale ed internazionale, turistico, commerciale, ma quindi più in generale economico dei nostri territori, una visione di sistema che possa tenere conto delle volontà e degli indirizzi che ogni porto saprà declinare nell’ambito di un unico programma di crescita.
Sull’aeroporto, riteniamo fondamentale il suo ruolo di volano per il turismo e l’internazionalizzazione delle produzioni locali e quindi la nostra amministrazione sarà da pungolo per stimolare gli enti preposti ad intensificare le rotte da e verso destinazioni ad alta domanda turistico-culturale.
Per l’importanza strategica comunque che queste due infrastrutture assumono nell’ambito dell’economia cittadina, riteniamo debbano essere contemperate all’interno di un documento più ampio, il PUG al quale stiamo già lavorando non solo in senso strettamente urbanistico, ma altresì di sviluppo economico ed in cui le nostre proposte troveranno più articolata e puntuale descrizione.
Acqua e servizio idrico
L’acqua è bene essenziale che appartiene a tutti ed è un diritto umano universale, perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
Per il servizio idrico, nell’ambito delle competenze dell’amministrazione comunale ed in collaborazione con gli enti preposti, intendiamo intervenire sull’adeguamento della rete di distribuzione idrica e fognaria ad oggi mal funzionate. Riteniamo non più procrastinabile la seria pianificazione di interventi immediati rivolti alla rimozione e bonifica di arsenico e tallio.
Riteniamo utile garantire un minimo vitale giornaliero di 50 litri di acqua a carico della fiscalità pubblica.
Nell’ottica della razionalizzazione dei consumi la nostra azione sarà rivolta a garantire gli usi a scopo agricolo, affinché vengano considerati prioritari rispetto a quelli industriali. Inoltre, in ossequio a quanto finora esposto, verranno trovate forme di incentivazione per favorire nelle ristrutturazioni edilizie l’adozione di impianti che recuperino le acque di lavatrici e lavastoviglie per gli scarichi igienici e di impianti che utilizzino le acque piovane per usi non alimentari.
Riteniamo inoltre, imprescindibile l’incentivo all’utilizzo dell’acqua pubblica, pertanto prevediamo la diffusione periodica dei dati delle analisi dell’acqua pubblica per incentivarne l’uso nei luoghi pubblici e nelle mense. Vincolo per tutte le strutture scolastiche e gli uffici pubblici all’utilizzo esclusivo di acqua del rubinetto per uso potabile (dove conforme alle norme), abbattendo così costi e produzione di rifiuti. Infine, sempre nell’ottica della riduzione dei rifiuti, istituzione di un servizio per quartiere, nel quale, appositi spazi, verranno allestiti con erogatori di acqua pubblica e apposite aree per il recupero della plastica e la distribuzione di bottiglie di vetro. La finalità è quella di incentivare, non solo l’uso dell’acqua pubblica ma anche quello di rieducare la collettività all’utilizzo del vuoto a rendere.

 
URBANISTICA, MOBILITA’ E TRASPORTI
La crisi economica e la crisi urbana, pur seguendo logiche talvolta contrapposte, si manifestano quale prodotto di uno stesso e più generale declino e di un modello di sviluppo diventato sempre più insostenibile.
Per il M5S di Brindisi è necessario avere obiettivi da porre alla base di politiche urbanistiche sostenibili. Si può osservare come il fenomeno di cementificazione non pianificata abbia generato un processo costante di deroga della capacità di avere una visione d’insieme, causando la mancanza dello spazio pubblico e dei servizi pubblici per il cittadino. L’urbanistica si deve confrontare con la sostenibilità dell’insediamento urbanistico:
l’individuazione delle aree per la riqualificazione e il recupero urbano e produttivo sostenibile;
il Mantenimento dell’integrità dell’ambiente naturale e storico-archeologico;
il corretto funzionamento delle reti e servizi;
la qualità delle soluzioni spaziali dello spazio urbano vissuto quotidianamente dal cittadino.
Si ritiene necessario contenere il consumo del suolo promuovendo forme di riuso del patrimonio edilizio esistente e garantendo la massima permeabilità del terreno attraverso il verde urbano non pavimentato.
L’organizzazione e la pianificazione territoriale determinano sia la qualità di vita, sia la ricchezza locale e pertanto è necessario integrare i processi decisionali consueti con quelli più avanzati.
Si prevede la realizzazione di uno studio urbanistico complessivo del territorio comunale
(che possa dar vita ad una pianificazione partecipata) e la creazione, all’interno di tutte le varie zone della città, degli standard minimi previsti dalle norme del Piano Regolatore Urbanistico e dalle norme nazionali. A tal fine è necessario:
individuare quali priorità, la manutenzione degli spazi pubblici ed il miglioramento delle infrastrutture urbane anche attraverso il coinvolgimento di investimenti privati (cofinancing nell’adozione di spazi pubblici);
procedere alla mappatura di ogni quartiere per l’individuazione di spazi e luoghi da rivitalizzare o riqualificare, sulla base delle esigenze e dinamiche di quel determinato brano di città;
attribuirne la gestione a determinati soggetti “volontari” o in grado di concedere tempo in cambio di bonus fiscali, agevolazioni, piccoli compensi (banche del tempo per pensionati, minorenni, studenti, disoccupati, part-time, categorie svantaggiate);
prevedere opere ed incentivi per la riqualificazione delle aree urbane degradate.
Infine, conseguentemente allo studio saranno avviati degli incontri per la pianificazione urbanistica partecipata dei luoghi suddetti che daranno vita a piani dei servizi nelle unità minime del territorio comunale, individuate da un’identità di quartiere.
Quindi, in sintesi, attraverso l’individuazione dei luoghi del vivere quotidiano (quartieri):
individuare e sviluppare un’identità contemporanea degli stessi;
prevedere un centro o un sistema di centralità dello spazio pubblico;
prevedere un parco o un sistema di giardini pedonali e connetterli direttamente con il Trasporto Pubblico Locale e con un sistema ambientale verde o con un corridoio verde;
favorire il mix sociale evitando la ghettizzazione, favorire il mix funzionale decentralizzando i servizi contro il traffico, fornire connessioni pedonali tra centralità, trasporti pubblici e servizi o luoghi di interesse pubblico;
prevedere servizi igienici nei punti della città di maggiore interesse e fruizione collettiva e aree di ristoro attrezzate nei parchi cittadini ed in aree protette;
concedere la possibilità di installare dehors in maniera trasparente ed equanime, monitorando costantemente il codice dello stile degli stessi conformemente alla matrice urbanistica sulla quale insistono, con particolare riguardo a quelli pertinenti agli immobili siti nel centro storico.
Aggiornamento del piano regolatore generale
Conformemente alla Carta di Firenze, pilastro del nostro Movimento, bloccare e non autorizzare nuove costruzioni e nuove sopraelevazioni, intanto nel Centro storico;
rivedere con urgenza le cubature consentite per i nuovi edifici con particolare riguardo alle zone Cappuccini e Casale per preservare la conservazione di abitazioni e dimore storiche o risalenti negli anni, garantendo la conservazione e preservazione dell’identità cittadina;
nell’ambito di politiche volte ad incentivare il ripristino del decoro e dell’igiene urbana prevedere strumenti di sostegno ai proprietari di immobili vetusti e fatiscenti anche per il tramite di una rimodulazione favorevole della leva fiscale locale ovvero l’intimazione con conseguente messa in mora per gli inadempienti (messa in sicurezza e tinteggiatura dei prospetti);
contemplare nelle politiche di decoro urbano, il coinvolgimento di operatori di servizi telefonici ed elettrici per la rimozione definitiva di cavi e sospensioni dai prospetti dei palazzi, partendo dal centro storico e progressivamente estenderli a tutto il territorio comunale;
dare immediata attuazione alla campagna “Amianto 0” censendo immobili pubblici e privati ove ancora insista tale materiale diffidando formalmente ad adempiere alla eliminazione dello stesso, anche approfittando dei fondi regionali già all’uopo previsti;
recuperare e restituire all’immediata fruizione pubblica immobili sottratti e confiscati alle mafie.
L’indirizzo strategico urbanistico della città per il prossimo avvenire troverà ampia illustrazione nella redazione del Piano Urbanistico Generale (PUG).
Mobilità
La mobilità, ovvero la possibilità di muoversi liberamente sul territorio, deve coniugarsi alla risoluzione dei problemi connessi al traffico riconosciuto nei diversi centri urbani, come un problema ambientale di importante rilievo. A livello del centro urbano, garantire la mobilità ai cittadini si traduce in una riconquista della città, dei suoi spazi e delle sue funzioni da parte di tutti gli abitanti e, in particolare, di quelli che ne sono maggiormente esclusi come anziani, minori, disabili o chi non può permettersi un autoveicolo.
Il piano della mobilità sostenibile può e deve includere:
progettazione delle infrastrutture conseguente ad una reale constatazione dei flussi di Traffico ai vari orari della giornata stabilendo chi si sposta, i punti di partenza e d’arrivo e i mezzi utilizzati per incentivare la mobilità ciclopedonale e quella del trasporto pubblico locale su quella privata;
collegamento tramite mezzo pubblico dei principali punti di interesse pubblico, quali parchi urbani, boschi cittadini e aree protette;
favorire il raggiungimento pedonale dell’ospedale, struttura ad oggi del tutto isolata dal tessuto cittadino;
sviluppo della rete ciclabile secondo standard di mobilità moderna, concependo lo spostamento in bicicletta o pedonale alla stregua di un mezzo di trasporto garantendo quindi percorsi protetti, diretti, veloci e senza interruzioni su quelli già esistenti estendendoli verso i quartieri periferici;
passaggio successivo sarà quello di introdurre in via sperimentale nella mobilità del Comune la miscela idrogeno-metano e idrogeno puro attraverso vetture alimentate a idrometano e vetture elettriche con alimentazione a fuel cells a idrogeno: ciò consentirebbe un importante abbattimento delle emissioni inquinanti;
previsione di aree pedonalizzate e di zone a traffico limitato nel centro storico: la realizzazione di dette aree e la loro estensione sarà strettamente legata alla possibilità di accesso tramite mezzo pubblico singolo e/o collettivo;
fare del concetto di waterfront una vera modalità di fruizione collettiva dell’area portuale consentendo, almeno in giorni opportunamente calendarizzati, la possibilità di passeggiare sull’intera banchina, anche della parte interdetta tramite opportuni accordi con le autorità preposte.
Trasporti
La nostra politica di mobilità nasce rispettosa della salute, del territorio e dell’ambiente tramite una visione del tessuto urbano come intreccio di luoghi naturali ed artificiali per una qualità di vita migliore, nei quali il cittadino possa sentirsi a proprio agio e possa scegliere come spostarsi.
Appare fondamentale rivoluzionare l’idea che la città debba essere pensata a misura d’auto per un malinteso diritto di mobilità: l’automobile è divenuta protagonista della vita cittadina, occupando spazi altrimenti destinati alla persona ed alle sue attività. Il progetto di mobilità disegna una città che, grazie ad un sistema di capolinea rionali, nodi di scambio e ad un sistema di servizi pubblici dinamicamente adattabile nel tempo, nel modo e nei mezzi utilizzati, consenta uno spostamento comodo ed utile delle persone, garantendo loro la riappropriazione degli spazi e l’uso del mezzo più adatto per i propri spostamenti.
In particolare, l’uso della città così pensato è particolarmente attento ai diritti di mobilità di quanti per disabilità o condizione si trovino in posizione svantaggiata rispetto ad altri, si pensi alle donne in gravidanza, ai diversamente abili ed ai meno abbienti, agli anziani ed ai bambini ed in generale a quanti impossibilitati a condurre un’automobile.
Per avviare un processo di ottimizzazione del TPL (Trasporto Pubblico Locale) è necessario, oltre che predisporre un buon Piano della mobilità, provvedere alla revisione dei tragitti delle linee e degli orari, rendendoli più conformi alle effettive esigenze riscontrate in fase di studio.
È inoltre necessario individuare punti/isole di interscambio con altri mezzi del TPL (taxi, bici, ecc) per favorire l’intermodalità e un utilizzo più diffuso dei mezzi pubblici.
Si propone quindi di:
ripristinare adeguatamente e a cadenze periodiche, legate al naturale ciclo di vita dell’asfalto, una diversa copertura del manto stradale;
prevedere la realizzazione di corsie preferenziali per autobus, taxi e velocipedi;
acquistare mezzi di trasporto elettrici incrementando così il numero dei mezzi pubblici, vista la Direttiva 2010/40/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010, sul quadro generale per la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri modi di trasporto, che mira a incoraggiare lo sviluppo di tecnologie di trasporto innovative per creare sistemi di trasporto intelligente (ITS);
aumentare la frequenza delle corse dei trasporti pubblici e ridisegnare le attuali linee, con l’obiettivo di coprire tutto il territorio soprattutto negli orari di punta;
realizzare una “card” o abbonamento individuale di mobilità cittadina intermodale che consenta l’utilizzo di qualsiasi mezzo di trasporto (bus, bike sharing, taxi) con credito prepagato o con addebito contestuale su conto corrente, incentivando l’uso dei mezzi pubblici grazie alla semplificazione e all’allargamento delle modalità di pagamento;
dare comunicazione su orari e altre informazioni su tutti i mezzi del TPL, tramite web, applicazioni smartphone ed ogni altro supporto informativo (pensiline smart);
valutare un programma a medio termine che vada nel senso di incentivare l’utilizzo dei trasporti per gli studenti/scolari per favorire il decongestionamento del traffico durante le ore di punta;
introdurre in modo progressivo un sistema di scontistica per le famiglie (ad esempio familiare scontato e sconti progressivi sugli abbonamenti per i figli oltre il primo);
prevedere incontri di formazione civica improntati al sostegno del car sharing, per esempio, per raggiungere il posto di lavoro comune;
prevedere l’ingresso attraverso percorsi univoci e la sosta di autoarticolati solo in determinate fasce orarie del giorno, privilegiando soprattutto in aree ad alta densità di traffico l’utilizzo per consegni e trasporti di mezzi leggeri;
istituire la figura dell’ “operatore privato TPL”. Questa figura, munita di apposita licenza, mette a disposizione il proprio mezzo privato per coprire delle linee che saranno opportunamente individuate e per le quali sia economicamente svantaggioso fare ricorso all’operatore pubblico: i costi e gli standard del servizio offerto saranno concertati e costantemente controllati dal Comune;
introdurre i risciò elettrici per turisti e cittadini;
prestare attenzione a categorie disagiate e svantaggiate, quali anziani e disabili anche attraverso la disponibilità di mezzi di trasporto speciali presso strutture sanitarie, cimiteri e parchi cittadini;
introdurre, se possibile, fasce di esenzione del pagamento del titolo per ultra 75enni e fasce disagiate.

 
CULTURA, TURISMO E PROMOZIONE DEL TERRITORIO
Millenni di storia in un porto e la sua città; a Brindisi i messapi si insediarono per vivere e commerciare, i romani la resero testa di ponte per l’espansione via mare verso l’oriente, crociati e pellegrini si imbarcarono per la difesa e l’onore della fede, l’Inghilterra la scelse per risparmiare giorni di navigazione per i suoi traffici commerciali con l’India, e durante la seconda guerra mondiale Brindisi fu anche capitale d’Italia. Sin da quando l’uomo ha calcato con i suoi piedi la sua terra e navigato le sue acque, Brindisi ha rappresentato un importante snodo strategico-militare e commerciale ma mai turistico. Per alcuni decenni ha visto masse di turisti muoversi per le sue vie, solo in attesa d’imbarcarsi per raggiungere mete più appetibili. Nessuno ha mai creduto realmente nella capacità della nostra terra di attrarre lo straniero in visita, forse i primi a non crederci sono stati i suoi cittadini e i suoi governanti. A riprova di ciò, la spesa prevista dal comune per il 2014 per il settore turistico è stata pari allo 0,01 % del totale, una percentuale ridicola rispetto al patrimonio materiale e storico della nostra città e al suo potenziale turistico, di quel turismo che può di fatto rappresentare la nuova grande risorsa di questo territorio e il volto nuovo di una terra che vuole cambiare.
Per le ragioni sopra elencate, il programma che segue vede cultura e turismo quali punti forti per attivare un cambiamento ed una crescita territoriale, attraverso proposte concrete di itinerari e attrattive turistiche, creazione di servizi idonei, incentivazione dell’iniziativa imprenditoriale e un’intensa campagna promozionale, puntando a sviluppare un settore dalle infinite potenzialità.
Questi i punti da sviluppare:
studio e si realizzazione di un brand (marchio cittadino) che racchiuda in sé tutte le eccellenze offerte dal nostro territorio;
realizzazione di una rinnovata ed adeguata presentazione del nuovo volto turistico della città attraverso un’attenta campagna pubblicitaria di promozione turistica, sia web che tradizionale, nei luoghi quali stazione ferroviaria, porto e aeroporto, soggetti ad un ampio flusso di viaggiatori di passaggio che potranno essere invogliati ad un soggiorno più lungo;
potenziamento dei punti d’informazione turistica, per i quali si promuoveranno progetti di collaborazione con istituti scolastici, operatori turistici e operatori ricettivi presenti sul territorio con i quali saranno realizzati incontri di formazione;
sviluppo sia in termini di visibilità che di valorizzazione, promozione e tutela dei prodotti enogastronomici locali. Il Comune dovrà essere in prima linea nella promozione e nella cura degli interessi dei produttori locali incentivandone i processi di produzione, snellendo gli adempimenti burocratici per l’apertura di nuove attività;
realizzazione di itinerari turistico-culturali urbani ed extraurbani incentrati su percorsi ecclesiastici (chiese e arte sacra ), storico-archeologici (musei, scavi archeologici, torri costiere, castelli etc.), ambientali (parchi e boschi). I percorsi, con i relativi orari di apertura e chiusura dei luoghi d’interesse turistico, saranno realizzati di concerto con le varie forme istituzionali che gestiscono i beni, nella fattispecie curia, comune, soprintendenza, regione e le associazioni culturali ad esse eventualmente legate, in modo da non precludere in qualsiasi giorno della settimana, a qualsiasi ora del giorno, la possibilità di accedere al bene;
sviluppo e miglioramento della fruibilità dei percorsi turistici, sia in città che nelle strade comunali in campagna, attraverso l’eliminazione di barriere architettoniche, nonché attraverso un servizio di mezzi idonei (via terra e via mare nel porto) per muoversi in città e al di fuori di essa, prevedendo percorsi stradali chiari e con adeguata cartellonistica che indichi i punti d’interesse culturale, enogastronomico e commerciale;
valorizzazione del lungomare e dei corsi, con passeggiate pedonali e\o piste ciclabili, incentivando l’apertura di nuove attività di servizi, ristorazione, degustazione e vendita di prodotti tipici e artigianali, snellendo la parte burocratica e sostenendo le attività già esistenti inserendole nei percorsi di interesse turistico. Si incentiveranno variazioni quali l’estensione dell’orario di apertura degli esercizi commerciali e dei poli culturali, nei periodi maggiormente interessati dal flusso turistico. Saranno garantite agevolazioni fiscali per l’apertura di nuove attività (con priorità a quelle culturali) nei locali attualmente sfitti situati nel centro storico, lungo i corsi principali e sul lungomare;
impegno costante per la promozione e sponsorizzazione di eventi, fiere e spettacoli legati all’arte, all’intrattenimento, alla cultura e allo sport, rivolgendosi alla più ampia fascia possibile di utenza e coinvolgendo associazioni culturali, teatri cittadini, gruppi musicali, società sportive, (con priorità alle proposte presentate da enti e associazioni locali) mediante un procedimento di realizzazione e sponsorizzazione trasparente e coerente con le finalità dell’evento stesso. Particolare attenzione sarà rivolta alle manifestazioni di ampio interesse quali mostre, rappresentazioni teatrali e danza, fiere del libro e dell’arte disegnata, rassegne cinematografiche e musicali, eventi sportivi nazionali e internazionali, che possano attirare l’attenzione del pubblico e dei media a livello internazionale;
particolare attenzione sulla puntualità degli interventi di manutenzione, rivisitazione ed omogeneizzazione degli arredi urbani, con particolare attenzione all’accoglienza dei turisti, nonché alla sicurezza dei visitatori e dei beni storico-artistici della città, attraverso l’installazione (con regolari gare d’appalto) di telecamere di video sorveglianza;
concessione il comodato d’uso temporaneo di tutti i “contenitori culturali” e gli spazi di competenza del comune ( bastioni, palazzi antichi e moderni, capannoni, ecc) per lo svolgimento di attività espositive e culturali, nonché come sedi di incontro e/o sportello per associazioni no profit del territorio;
concessione di uno spazio agli universitari, che rappresenti il loro polo su Brindisi, unitamente ad interventi che stimolino i privati a garantire agevolazioni e sconti per gli stessi studenti universitari su tutta la cultura, ingressi in musei, cinema e teatro, ecc. allo scopo di stimolare un decentramento da Lecce e dare vita ad un “contro-esodo”, con un’ovvia ricaduta sulle attività commerciali e di intrattenimento serale;
particolare attenzione all’integrazione di fondi per la cultura grazie al reperimento, con team di consulenti esperti, di fondi (europei e regionali) per dare sostegno agli operatori del settore attraverso concessione di contributi alle imprese, esenzioni fiscali, programmi di intervento per incrementare il movimento turistico in entrata e azioni di qualificazione dell’offerta turistica non solo di passaggio;
riqualificazione degli itinerari dei trasporti cittadini con rafforzamento dei collegamenti tra Porto, Aeroporto e centro cittadino (stazione). Si valuteranno con la categoria dei tassisti tutte le azioni necessarie per migliorare il servizio pubblico di trasporto di persone, aumentando i controlli per meglio tutelare i fruitori;
riqualificazione e sviluppo della costa e delle spiagge (punti di forza del nostro territorio) riconvertendo i vecchi ed obsoleti stabilimenti costruiti in cemento in spiagge attrezzate, con particolare attenzione all’utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente ed accesso facilitato ai disabili. Si aumenteranno i controlli per la regolamentazione dei contratti con i concessionari al fine di migliorare la fruibilità del mare da parte dei cittadini.
Brindisi può diventare una città in cui il turismo, la cultura e la valorizzazione del territorio rappresentino la primaria fonte di crescita economica e la vera alternativa al mono-sviluppo industriale, con una conseguente ed inevitabile ricaduta sulla creazione di nuovi posti di lavoro per un ampio ventaglio di competenze e di fasce di età.

 

 

SICUREZZA
Il tema della sicurezza urbana è ormai diventato una delle questioni centrali dei governi nazionali e locali a partire dalla constatazione, sempre più condivisa, che il sistema della giustizia penale, le strategie di controllo e di repressione non sembrano essere in grado di produrre contesti di sicurezza. Il repentino emergere del problema sicurezza non appare solo collegato all’aggravarsi dei fenomeni criminali, ma anche ad alcuni avvenimenti di portata generale, quali le rapide trasformazioni fisico-sociali delle realtà urbane, il diradarsi delle forme del controllo sociale formale ed informale, le crescenti difficoltà di relazione tra la società civile ed il mondo istituzionale. La conseguenza di tutto ciò è una crisi di identità del cittadino, delle sue coordinate di appartenenza che creano un senso di insicurezza globale che va oltre i timori indotti dal rischio di eventi specifici e che affonda le proprie radici nella perdita del senso di quei valori che fondano l’identità collettiva. La sicurezza non rappresenta, quindi, solo una questione riconducibile all’azione del tradizionale apparato repressivo, ma è anche un problema di condivisione dei valori su cui poggia l’identità civica nella quale si riconosce la comunità locale.
Appaiono evidenti, a questo punto, i limiti di un’azione finalizzata soltanto a perseguire i responsabili dei fatti penalmente rilevanti e considerare, invece, imprescindibile la necessità di intensificare ogni attività di prevenzione che consenta di impedire o di attenuare fatti, circostanze, comportamenti magari non rilevanti sotto il profilo penale, ma certamente idonei a suscitare disagio o allarme. Tuttavia, un’attività di prevenzione, perché sia avvertita come fattore di stabilità sociale, deve vedere coinvolti tutti i soggetti, pubblici e privati, che, in qualunque modo, possono contribuire a rendere più sicuri e vivibili i diversi territori urbani in cui vivono i cittadini. Parlare di prevenzione, oggi, significa essere in grado di liberare qualsiasi area urbana dai rischi reali o presunti e realizzare, su quei territori, condizioni ambientali in grado di diffondere un diffuso senso di fiducia.
L’esigenza non è quella di realizzare una “militarizzazione” del territorio, ricorrendo ad un massiccio impiego delle sole Forze dell’Ordine, ma quella di sperimentare forme di integrazione secondo nuovi modelli operativi riconducibili al concetto di polizia di prossimità , ovvero a quel nuovo piano d’azione orientato alla sicurezza quotidiana delle città, alla prevenzione del crimine più che alla repressione, al fine di migliorare la qualità dei servizi offerti e aumentare il grado di soddisfazione degli individui.
La Polizia di prossimità o di quartiere – introdotta in Italia ufficialmente nel dicembre 2002 – rappresenta il passaggio da una attività di polizia centrata sul mantenimento dell’ordine e sulla reazione agli eventi, ad un servizio orientato alla sicurezza quotidiana dei cittadini e caratterizzato da un approccio pro-attivo nei confronti della criminalità diffusa. Obbiettivo principale appare quello di avvicinare le istituzioni al cittadino per comprendere meglio le sue esigenze e per individuare, possibilmente, con la partecipazione attiva dei soggetti interessati, le soluzioni da loro stessi condivise e quindi più utili ed opportune. Mutato il quadro di riferimento, è diventata una priorità strategica quella di ispirare l’azione della polizia ai canoni della prossimità, che prevedono risposte alla domanda di sicurezza sempre più ampie ed articolate e che presuppongono un diverso approccio culturale ed una nuova filosofia comportamentale dei professionisti della sicurezza
Un valore aggiunto é rappresentato poi dal partenariato, inteso come capacità di sviluppare le migliori sinergie tra tutti gli addetti ai lavori che si trovano ad interagire sul campo, sia che appartengano alle forze dell’ordine, sia alla polizia locale.
Partenariato significa però anche innescare e favorire processi collaborativi con altri soggetti, pubblici e privati, che possono essere coinvolti nella produzione del fattore sicurezza ( comitati di quartiere , associazioni ).
La polizia di prossimità rappresenta, dunque, un modo di pensare e di operare orientato verso la gente, fondato su un lavoro comune, finalizzato ad ottimizzare il grado di sicurezza e di ordine pubblico attraverso una migliore conoscenza reciproca e una corresponsabilizzazione fra agente di quartiere e cittadino. Occorre, dunque, riaffermare, in modo visibile e produttivo, il legame tra le forze di polizia e i bisogni le aspirazioni della gente, per migliorare la qualità della convivenza civile. Il successo di qualsiasi strategia organizzativa e operativa richiede però il coinvolgimento di quanti, in considerazione dei vari ambiti di competenze e responsabilità, vengono chiamati ad attuarla. La nuova cultura della sicurezza, che mette in discussione l’immagine e il modo di lavorare della polizia, sembra l’unica strada al passo con i tempi per migliorare la qualità dei servizi offerti e di conseguenza aumentare il grado di soddisfazione della collettività. Un cambiamento radicale che impone di mettere al centro il cittadino, di coinvolgerlo e di rassicurarlo attraverso il contatto diretto e costante.
La scelta di incentrare l’attenzione sui vigili deriva da due ordini di motivi: il primo si riferisce al fatto che le politiche di sicurezza in Italia nascono dal sistema delle autonomie locali e dai Comuni nonché dal consolidamento del loro ruolo nelle politiche di sicurezza urbana (legge 8 giugno 1990, n. 142 “Ordinamento delle autonomie locali”). La responsabilizzazione diretta dei sindaci e dei presidenti delle regioni (legge 81/1993, confluita nel d.lgs. n. 267/2000), l’incentivazione di attività e di programmi finalizzati al miglioramento della sicurezza urbana tramite l’impiego del settore della polizia municipale, la ridefinizione dei compiti di polizia amministrativa stabiliti con le recenti riforme costituzionali hanno reso evidente, e contribuito a sviluppare, il ruolo significativo della polizia locale. Il secondo riguarda il fatto che la polizia municipale sembra rappresentare, in funzione del suo radicamento territoriale e di una maggiore vicinanza ai cittadini, lo strumento più idoneo ad abbracciare la filosofia della prossimità.
È da rimarcare, inoltre, come le prime sperimentazioni del modello di prossimità siano state realizzate proprio dagli appartenenti della Polizia Municipale (nei comuni di Milano e Modena). Il vigile di quartiere o di prossimità nasce proprio per poter essere la risposta all’esigenza di un ponte relazionale tra il tessuto urbano, la comunità e le forze dell’ordine. La sua introduzione rappresenta una svolta negli indirizzi delle politiche della sicurezza pubblica, in quanto l’agente non interpreta più il solo ruolo amministrativo della polizia municipale, non si limita a far rispettare le leggi e a perseguire chi le viola, ma agisce secondo un’ottica di “prossimità”.
L’obiettivo principale che si vuole raggiungere, oltre a creare un deterrente per chi è intenzionato a compiere atti devianti e criminali, è concorrere a diminuire i livelli di insicurezza percepita e quindi migliorare la qualità della vita dei cittadini.
A tal proposito sarà pertanto necessario costituire un tavolo permanente di confronto e di progettazione, con tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio e con i Comitati di quartiere.

 
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Istruzione
Riteniamo che l’utilizzo delle nuove tecnologie sia fondamentale per fornire un’adeguata formazione e soprattutto per essere da subito competitivi per l’inserimento nel mercato del lavoro. Crediamo dunque che sia fondamentale dotare gli edifici scolastici di una copertura WIFI gratuita, che consentirebbe tra l’altro di alleggerire il pesante carico insito nel materiale cartaceo a favore di una consultazione online del materiale didattico. Inoltre questo, alleggerirebbe di non poco anche la spesa che ogni famiglia deve sostenere annualmente per l’acquisto dei libri.
Sarà dunque prioritario la creazione di un documento che metta in evidenza l’importanza dell’e-learning nella didattica e nella metodologia, con conseguente coinvolgimento delle famiglie nella vita scolastica dei propri figli.
Occorrerà inoltre potenziare maggiormente la collaborazione Scuola-Comune tramite una serie di servizi e progetti nei POF (piani di offerta formativa) delle varie scuole, utilizzando i servizi di un istituto, in fase di progetto, che si occupino di:
corsi di formazione e aggiornamento per insegnanti;
laboratori e sperimentazioni per classi;
ricerca per l’innovazione didattica;
consulenze educative;
produzione e prestiti di materiale didattico;
videoteca e mediateca;
sportello per circoli di studio e per l’educazione degli adulti.
Sarà opportuno ricalibrare gli orari di fruizione al pubblico di biblioteche, musei cittadini etc. con la previsione di aperture serali.
Per quanto riguarda la parte più squisitamente pedagogica altre proposte sono:
la generalizzazione dello screening volto ad individuare, nei bambini a partire da 5 anni di età, problematiche connesse con la sfera dell’apprendimento e dell’emotività;
l’obbligatorietà di frequenza di corsi sui DSA (disturbi specifici di apprendimento) per tutti gli insegnanti;
il ripristino delle visite pediatriche nelle scuole;
l’inserimento nei POF di progetti sull’educazione ambientale e di approfondimento della storia locale;
l’attuazione di percorsi conoscitivi guidati e di corsi di auto-aiuto per genitori sul tema della comunicazione genitori-figli da effettuarsi nelle scuole;
la presenza di psico-pedagogisti in tutte le scuole di ogni ordine e grado;
la creazione di corsi pomeridiani con dei laboratori artistico-creativi oltre l’orario scolastico;
la possibilità di sviluppare dei progetti di alternanza scuola-lavoro per gli Istituti Superiori in base agli specifici indirizzi e competenze.
Università e ricerca
Nell’ottica di uno sviluppo del territorio che dello stesso assecondi le vocazioni, sarà nostra intenzione stimolare la collaborazione con le università limitrofe, al fine di instituire a Brindisi una facoltà di scienze ambientali, o parte di essa, per trasformare l’annoso problema di inquinamento del nostro territorio in opportunità di crescita, stimolando la ricerca e lo sviluppo di protocolli atti alla riqualificazione ambientale. Altre proposte di collaborazione riguarderanno sempre le sue peculiarità territoriali, pensiamo ad esempio a:
ingegneria navale, aereonautica ed aereospaziale;
biotecnologie;
agraria;
turismo.
Infine, sarà fondamentale un più accorto studio del bilancio regionale ed una utilizzazione più razionale e trasparente dei fondi erogati dalla Regione.
Sintesi delle proposte
Controllo e revisione del bilancio comunale al fine di destinare maggiori fondi possibili all’istruzione e alla manutenzione degli edifici scolastici;
stanziamento di fondi comunali solamente a favore delle scuole pubbliche;
coordinamento di progetti e laboratori da parte di uno specifico ufficio di dipendenza comunale;
censimento e mappatura del territorio al fine di individuare edifici non utilizzati, che potrebbero ospitare nuovi asili nido e scuole materne;
eliminazione di tariffe d’iscrizione per asili nido e scuole materne in caso di comprovate difficoltà economiche delle famiglie;
studio di un edificio o di un villaggio scolastico a impatto zero, qualora si rivelasse eccessivamente oneroso il recupero di strutture già esistenti, utilizzando materiali eco-sostenibili e fonti di energia alternativa e rinnovabile, così come specificato precedentemente nel punto energia;
WIFI gratuito e presente in tutte le scuole di ogni ordine e grado con il fine, tra l’altro, di abbattere gli eccessivi costi dei libri di utilizzo scolastico a favore dei testi in formato digitale;
stanziamento di maggiori fondi da investire in apparati tecnologici e creazioni di maggiori spazi di condivisione e di collaborazione in rete per gli studenti e le loro famiglie, creazione di un database che contenga tutti i progetti scolastici da condividere fra le varie scuole;
presenza di psicologi volontari e sportelli d’ascolto in tutte le scuole di ogni ordine e grado;
visite pediatriche periodiche per asili nido, scuole materne e primarie attraverso convenzioni a titolo gratuito;
screening volto ad individuare, nei bambini a partire dai cinque anni di età, problematiche connesse con la sfera dell’apprendimento e dell’emotività;
apertura di corsi pomeridiani con laboratori artistico-creativi e attività di supporto alle famiglie per lo svolgimento quotidiano dei compiti assegnati a casa da organizzare oltre l’orario scolastico;
collaborazioni e convenzioni con scuole artistico-musicali del territorio per ampliare l’offerta formativa;
creazione di un centro di Arte e Cultura sovvenzionato dal Comune che possa fungere sia da centro di coordinamento per l’arte e la cultura sul territorio, sia da sede per gruppi e attività artistiche di vario genere;
individuazione di spazi di studio per studenti anche rivalutando le sedi delle Circoscrizioni e apertura serale di biblioteche, musei cittadini e scuole comunali utilizzando il personale di cooperative locali;
sviluppo progetti di alternanza scuola-lavoro per Istituti Superiori in base agli specifici indirizzi e competenze.

 
POLITICHE SOCIALI
Le politiche sociali devono concretizzarsi attraverso investimenti in grado di creare opportunità occupazionali e generare un benessere sociale per i cittadini. In un contesto sempre più globale, con la necessità di integrazione interculturale, con un aumento dell’invecchiamento della popolazione ed un impoverimento delle risorse della Pubblica Amministrazione (p.a.), la politica sociale del Comune deve essere sempre più orientata al principio di sussidiarietà. In quest’ottica occorre valorizzare la “cittadinanza attiva” (vedi comitati di quartiere, associazionismo, volontariato e organizzazioni senza scopo di lucro) al fine di coadiuvare l’azione della p.a, tramite i seguenti punti:
consolidare l’integrazione tra gli enti preposti all’erogazione dei servizi al cittadino (servizio sociale del Comune, la ASL, enti previdenziali, l’anagrafe, ecc) in modo da ridurre disagi agli utenti ed offrire un servizio mirato alle reali necessità del singolo;
massima trasparenza in tutti gli atti della p.a., con particolare riferimento, nel rispetto della privacy degli utenti, alle graduatorie per contributi economici ed emergenza abitativa;
maggiori e più stringenti controlli contro i “furbi” del sociale tramite lo strumento delle verifiche incrociate da attuarsi anche in collaborazione con le forze dell’ordine a tal fine deputate;
istituzione di una tavola rotonda permanente di co-progettazione tra i servizi sociali del comune, le associazioni presenti sul territorio e i comitati di quartiere; questo al fine di poter raggiungere e monitorare tutte le situazioni di disagio sociale e poter sviluppare progetti che siano rivolti al maggior numero di persone e che possano offrire le condizioni migliori alle associazioni per poter operare al meglio in collaborazione con le istituzioni;
pianificare la realizzazione del progetto “Banco alimentare” con la creazione di una rete di collegamento tra il Comune e le associazioni di volontariato per il recupero e la redistribuzione a persone in stato d’indigenza delle eccedenze alimentari provenienti dalla ristorazione, mense aziendali e scolastiche, supermercati, forni, mercato, al fine di convertire lo spreco di cibo in risorsa, contribuendo ad un consumo alimentare più consapevole ed alla riduzione di situazioni di disagio sociale.

 
Giovani
Il M5S mira a mettere in atto una rivoluzione culturale nel nostro paese. È ovvio che tale rivoluzione sarà più efficace quanto più riuscirà a coinvolgere le nuove generazioni. L’ambizioso obbiettivo è quindi quello di educare i giovani ad una nuova società e ad una nuova concezione della loro città oltre a dare loro una coscienza indipendente e critica.
Sarà quindi necessario garantire, tramite attività dentro e fuori le scuole, un’adeguata educazione su vari temi di rilevanza civile, come il rispetto dell’ambiente, la sana alimentazione, l’affettività e la sessualità, attraverso attività concrete sul territorio di appartenenza e il coinvolgimento nella vita cittadina.
Quindi ci proponiamo di:
coinvolgere i più giovani nella vita cittadina attraverso i comitati di quartiere che potrebbero proporre attività mirate in base all’indirizzo di studi scelto affinché le conoscenze scolastiche possano essere messe a frutto sul territorio (come ad esempio le attività di “guida” alla città per turisti e visitatori);
promuovere il rapporto con le istituzioni e la partecipazione alla discussione politica con un dialogo diretto studenti/consigliere comunale da attuare all’interno dell’istituto scolastico scuola media superiore in giornate d’assemblea d’istituto;
al fine di avere riscontri sulle attività svolte in questo senso, organizzare, ad intervalli regolari, consultazioni generali con i giovani della città per chiedere a loro quali sono le esigenze, le necessità, le priorità e allo scopo sottoporli periodicamente a questionari via internet tramite le scuole;
attivare politiche volte ad esaltare il rispetto reciproco e lotta ai fenomeni di bullismo, da condividere con le scuole.
Anziani
La cura e il sostegno degli anziani ha la doppia valenza di ridare dignità ad una delle categorie più disagiate del nostro paese e di aiutare anche i care-giver nella loro azione di supporto e assistenza.
Sarà dunque prioritaria la promozione d’interventi di sostegno assistenziale per permettere la permanenza degli anziani non autosufficienti nel proprio domicilio, prevedendo, sulla base delle risorse disponibili, corsi di formazione professionale per assistenti familiari (badanti), di cui verrà costituito un apposito elenco, per favorire l’incontro tra domanda e offerta e la regolarizzazione del rapporto di lavoro. Altrettanto importante sarà la promozione dei servizi leggeri non specialistici, consistenti in prestazioni di supporto all’autonomia individuale erogate in collaborazione con le associazioni di volontariato (compagnia a casa, trasporti sociali, disbrigo di servizi per conto dell’utente), i centri sociali e i comitati di quartiere.
Disabilità
I bisogni identitari di un disabile spesso sono sottovalutati, se non addirittura scontati da quella che viene riconosciuta come “normalità”, a causa di un ruolo sociale poco o per nulla valorizzato. La presenza di innumerevoli e ingiustificate barriere architettoniche in città, né sono un esempio lampante. Il nostro indirizzo sarà dunque rivolto a:
finanziare progetti di formazione ed integrazione di persone con disabilità, promuovendo lo sviluppo di tutte le capacità di cui dispone ogni individuo, ponendosi come obiettivo il maggior grado di autonomia e la valorizzazione delle possibilità di ognuno;
verificare le condizioni di accessibilità di uffici, locali pubblici, spiagge e spazi di interesse collettivo e dello stato di applicazione del Piano di Abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA), riguardo alla programmazione degli interventi per la riduzione e l’eliminazione delle stesse, possibilmente coinvolgendo attivamente le persone con disabilità, in qualità di soggetti direttamente interessati;
predisporre un Piano Integrato di Sviluppo Urbano (PISU) il cui obbiettivo è concorrere all’individuazione e all’abbattimento delle barriere architettoniche per migliorare accessibilità e percorribilità degli spazi urbani;
previo censimento delle barriere architettoniche in edifici pubblici e in spazi d’interesse collettivo, destinare eventuali oneri di urbanizzazione alla programmazione degli interventi reputati necessari dalla pianificazione congiunta imposta da PEBA e PISU.
Ovviamente questo tipo di pianificazione si rivolge oltre che alle persone con disabilità motoria, anche ad anziani e bambini al fine di aumentarne la sicurezza nella fruizione degli spazi pubblici cittadini. Nella cultura progettuale va inculcato il concetto di “accessibilità diffusa”.
Famiglie e minori
La famiglia è il nucleo fondamentale della società. È quindi necessario supportarla anche nelle dinamiche interne laddove si presentassero problematiche. La nostra azione dunque sarà coì orientata:
in condivisione con la gestione delle politiche giovanili, si propone il progetto “La Fabbrica dei quartieri”. L’idea alla base di tale progetto è quella di rivitalizzare le periferie della città, attraverso la realizzazione di attività che coinvolgano l’intero quartiere mediante la costruzione di una rete con altre realtà associative e organizzazioni presenti come i comitati, con particolare attenzione ai bisogni dei giovani residenti;
in collaborazione con le Forze dell’Ordine la ASL e le associazioni di volontariato, incentivare azioni di prevenzione dei fenomeni di disagio giovanile quali alcolismo, bullismo, prostituzione minorile, da realizzare nelle scuole di ogni ordine e grado;
attivare progetti di promozione della salute, evidenziando gli effetti di fumo, alcool e droghe sulla crescita e sulla vita delle persone;
appoggiare i progetti di assistenza sociale e aiuto alle famiglie disagiate già in essere.
Animali
Anche l’attenzione verso questa piaga sociale che affligge la città sarà elevata. In tal senso intendiamo perseguire i seguenti obiettivi:
sterilizzazione obbligatoria, per tutti i randagi e per tutti gli animali (cani e gatti) domestici;
programma servizio veterinario garantito H24 (esempio rotazione orari aperture farmacie);
canile: risolvere il problema dell’affollamento e della cattiva gestione del canile, quindi esercitare un controllo ottimale sul randagismo non è impossibile. E’ possibile istituire delle squadre di servizio dog rescue da attivare sul territorio comunale per il “controllo” del randagismo. Conseguentemente, il canile, potrà cessare di essere la “prigione” dei cani solo ed esclusivamente attuando un programma di “recupero dell’animale”, che si interseca perfettamente con il sociale. Nella fattispecie i cani, possono divenire una risorsa, affidandoli, per un periodo di tempo definito, ad associazioni no profit, che si occupano di inserimento in società del soggetto diversamente abile. In tal senso, gli utenti delle associazioni dovranno portare a termine dei programmi di recupero dell’animale (educazione. Ri-educazione), al fine di poter agevolare le campagne adozioni. Un cane già educato è un cane che può essere adottato più facilmente. I cani che arriveranno a fine programma educazione, potrebbero anche essere impiegati, sempre da altre associazioni no profit, per pet therapy, compagnia per utenti ecc…;
lo stesso programma potrebbe essere attuato nelle carceri, assegnando i cani da educare a chi si è macchiato di reati minori. Al termine del programma, il carcerato, una volta scontata la sua pena e solo dopo aver portato a termine con successo il progetto con il cane assegnatogli, potrà essere re-inserito in società. In questo modo non solo otteniamo l’educazione canina, ma anche la ri-educazione civica di persone;
individuazione ed incremento di aree per il libero passeggio dei cani;
individuazione di aree balneari dog friendly;
cimitero per animali, per il quale sono già state raccolte le firme dai cittadini.

 
COMMERCIO E ARTIGIANATO
Politiche di sostegno ai piccoli commercianti, sgravi fiscali, ente centro commerciale cittadino (CCC), riordino aperture GDO.
Appare superfluo sottolineare il grave momento che sta attraversando il settore sia a livello globale che locale, quest’ultimo aggravato dalla grave situazione economica che attanaglia il nostro territorio.
La nostra azione vuole essere di completa rottura rispetto alle scelte, dimostratesi troppo spesso miopi, attuate dalle precedenti amministrazioni comunali, che quasi sempre si sono dimostrate incapaci di sostenere e rilanciare il piccolo commercio locale, affossato definitivamente dalla cattiva gestione del calendario per le aperture dei GDO e dalle liberalizzazioni delle aperture.
Sempre nel rispetto dei vincoli imposti dalla legge n.248 del 4 agosto 2006 che regola anche le libere attività commerciali in libero stato, riteniamo che l’amministrazione possa e debba incidere in maniera decisa per aiutare la ripresa del settore.
Proposte
Istituzione di un Centro commerciale cittadino (CCC), con la possibilità di aiuti economici denominati “finanziamento di progetti di qualificazione del sistema commerciale di vicinato”. Tale provvedimento mira a sviluppare una strategia avanzata per ciò che riguarda le politiche attive a favore del piccolo/medio commercio urbano. Il CCC è un’aggregazione di attività commerciali che, in collaborazione con le organizzazioni di settore, quali, Confcommercio e Confesercenti, si pone quale obiettivo la creazione di un circuito altamente concorrenziale in risposta alla sempre più crescente vocazione a favore dei Centri Commerciali ubicati alle porte della città. Lo scopo del CCC sarà quello di raggruppare tutte le attività commerciali della città, implementando così tutte le pratiche commerciali e di marketing atte a riportare “la gente” a fare acquisti in città;
gestione idonea dei locali sfitti, facendo rispettare finalmente le norme vigenti sul decoro pubblico;
creazione, in collaborazione con le associazioni di categoria, di uno sportello informativo per gli imprenditori, gli artigiani, pronto a dialogare con le aziende in modo da rendere sempre più chiaro ed accessibile il processo di avvio di una nuova attività;
censimento degli immobili (in questo caso trattasi esclusivamente di locali commerciali, immobili vari con possibile destinazione commerciale in uso e non) comunali, verificando regolarità edilizie e catastali;
incentivare la locazione dei locali sfitti attraverso agevolazioni fiscali, favorendo una strategia per il rilancio del piccolo e medio artigianato locale, considerando prioritari i seguenti criteri:
nuove imprese artigiane costituite da imprenditori originari di Brindisi, emigrati o discendenti di emigrati, che vogliono rientrare nella propria città di origine;
nuove imprese artigiane costituite da giovani imprenditori residenti di età compresa tra diciotto e cinquant’anni;
artigianato a contenuto artistico;
artigianato ad impiego di tecnologia sostenibile (es. stampanti 3D);
consorzi, enti, società e organismi di consulenza, assistenza, formazione e di erogazione di servizi promosse dalle associazioni degli artigiani e scuole per l’insegnamento dell’Arte o del Mestiere;
favorire la conoscenza del micro-credito ricavato dal tagli degli stipendi da parte di parlamentari, ed in generale consiglieri (regionali e comunali) ed amministrazioni M5S.

 

 
SPORT
La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair play. Sport è sinonimo di salute e socialità e, non ultimo, anche occasione di sviluppo economico, turistico e lavorativo. Nonostante la grande tradizione sportiva cittadina ricada esclusivamente nel basket, il nostro lavoro si pone come obiettivo quello di ridare pari “dignità” a tutte le discipline sportive praticate sul nostro territorio con particolare attenzione a quella di base.
Proposte
Introduzione di un sistema di valutazione dell’uso degli impianti sportivi e ricreativi comunali dati in concessione, con possibilità di annullamento della concessione in caso di mancata valorizzazione o speculazioni e di introduzione di tariffe calmierate;
priorità nell’assegnazione della gestione degli impianti sportivi comunali ad associazioni sportive o di quartiere e secondariamente a società con scopo di lucro. Tali impianti devono essere resi fruibili non solo alle attività agonistiche, ma anche a quelle non agonistiche;
creazione di una cittadella dello sport rivalutando impianti già esistenti quali: palazzetto Nuova Idea complesso sportivo ex Fiat Avio;
centro polisportivo del quartiere Sant’Elia;
palestra comunale “Galiano”;
pattinodromo comunale;
campo sportivo rionale quartiere Perrino;
implementazione di un progetto che punti alla pratica sportiva per i disabili. No ad opere faraoniche, ma investimenti in piccoli centri di quartiere;
apertura di un tavolo di trattativa con i dirigenti scolastici delle scuole primarie per uno sfruttamento efficiente delle palestre scolastiche a seconda delle esigenze dei quartieri;
promozione di grandi eventi sportivi nelle strutture esistenti e verifica delle ricadute sulla città (promozione del turismo con gli eventi sportivi e di conseguenza del livello occupazionale locale).

 
CONNETTIVITA’
Parlare di Connettività è come parlare di strade, rotaie o comunque di infrastrutture che ci permettono di muoverci intellettualmente. Il M5S considera l’accesso garantito al web un obiettivo da perseguire affinché la Rete diventi realmente accessibile a tutti i cittadini.
Proposte
Stipulare un contratto con un fornitore di connettività al migliore prezzo di mercato;
installare hotspot di connessione presso ospedali, case di cura ed in prossimità di scuole pubbliche oltre che nei punti di attrazione turistica, compreso il lungomare;
incrementare il numero di cittadini capaci di usare, anche in modo elementare, le nuove tecnologie informatiche, attraverso progetti di formazione ed eventi con il coinvolgimento delle associazioni di promozione del software libero;
sviluppare una rete proprietaria WiFi che copra integralmente il comune di Brindisi; tale rete permetterà l’integrazione di servizi di telegestione, telecontrollo e connettività per la cittadinanza con un vantaggioso rapporto costi/benefici;
istituire borse di studio e progetti con premio per incoraggiare gli studenti di ogni ordine e grado ad analizzare, progettare e sviluppare software utilizzando linguaggi di programmazione di alto e basso livello e piattaforme, puntando sul software Open Source;
realizzare una piattaforma per l’interazione tra cittadino e giunta sulle scelte programmatiche;
creare un “laboratorio permanente” per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di quanto inerente al software;
servizi interattivi ad alto valore aggiunto per una città intelligente (smart city), per mezzo di una rete di telecontrollo e telegestione presente sul territorio, estesa fino al singolo punto luce sui pali della pubblica illuminazione, che consenta la fruizione di servizi aggiuntivi di facile implementazione, per lo sviluppo di un progetto gratuito di Open Wifi Brindisi, mediante installazione di quadri di comando control panels e modem/ripetitori, attivo per tutti i fruitori e i residenti;
migrazione del software della P.A. verso l’Open Source, che consente, oltre al risparmio economico indubbio a medio termine, di avviare un processo di condivisione tra P.A. di software di alto livello autoprodotto o prodotto localmente, che interessi altre realtà nazionali. L’open source non obbliga il cittadino, nell’ottica di una digitalizzazione dei documenti della P.A. all’acquisto di onerosi software proprietari. Il primo software interessato sarà necessariamente quello che permette la creazione dei documenti, cercando di effettuare la migrazione, come è già stato fatto con successo in altre regioni, con Open Office;
accorciare la distanza tra P.A. e il cittadino, favorendo l’utilizzo di piattaforme informatiche attraverso il WEB che consentano di istituire un rapporto più diretto tra loro. Alcuni esempi:
streaming video (con archivio per ricerche successive) di ogni attività all’interno del comune: le riunioni consiliari, di giunta, delle varie commissioni o dei vari tavoli di lavoro etc.;
portale di proposte del cittadino dove lo stesso può dare suggerimenti, portare idee o effettuare segnalazioni all’amministrazione pubblica e vederne l’iter ed il risultato in tempo reale;
aumentare la quantità dei servizi on-line e potenziare i già presenti così da rendere più semplice e snello il lavoro degli uffici preposti così da rendere il rapporto con il pubblico più qualitativo dove necessario;
integrare le banche dati dei differenti servizi comunali, delle partecipate e delle agenzie che lavorano sul territorio. Ciò permetterà ad esempio di evitare atti di ingiustizia sociale che molto spesso vengono compiuti per mancanza di informazioni.

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