… vorrei …
diosolo sa quanto vorrei …
vorrei ma non ce la faccio …
e non ce la faccio perché, in fondo, mi piace …
mi piace assai …
mi piace già aprirlo quel pacchetto di sigarette …
cercare con il tatto della punta delle dita la linguetta sporgente dalla carta plasticata esterna e tentare con un colpo unico (caso che riesce una volta l’anno) di farle fare il giro completo così da ritrovarsi in mano quel mezzo parallelepipedo trasparente sano e intonso ( con il Tronky non è la stessa soddisfazione) …
e poi mi piace sorvolare sulle immagini che oramai deturpano tutti quei bei pacchetti colorati ed accattivanti, opera di diuturne fatiche di creativi e grafici fra i più pagati del mondo …
immagini raccapriccianti e, nell’intenzione, deterrenti : donne terrorizzate nell’osservare fazzoletti pieni di sangue, bombolette d’ossigeno attaccate a moribondi grigiastri, sezioni di polmoni corrosi dal tumore, gole squarciate e labbra tumefatte …
mi piace ignorare le scritte orrorifiche …
il fumo è la prima causa di cancro ai polmoni ….
il fumo nuoce a te e a chi ti sta intorno …
il fumo causa inspessimento delle arterie …
il fumo riduce la fertilità …
il fumo porta all’impotenza (ahahahah) …
mi piace far finta di non vedere tutto ciò e sentire una parte di quel brivido che Nietzsche probabilmente provava quando definì la sifilide come “il disprezzo delle conseguenze”…
e mi piace anche aprire quel pacchetto come se fosse una promessa, tirare fuori il quadratino di carta ben ripiegato sui filtri delle venti Merit e messo lì probabilmente a preservarne il profumo … e tirarne fuori una, far scorrere l’accendino nell’altra mano e sentire lo sfridio della pietrina e, contemporaneamente: vedere la fiamma che brucia il primo tabacco, guardare la prima voluta di fumo che si spande nell’aria assieme ai cinque euro e venti centesimi di nulla e assaporare il primo fumo caldo nella bocca spingendolo giù sino ai polmoni …
aaaaaaaahhhhh …
non ci posso fare niente, tutto ciò mi piace …
so che non ho più l’età per farlo ma mi piace …
so che dovrei farlo in maniera più contenuta ma non ci riesco e non ci riesco perché mi piace …
vivo in una città di piccole soddisfazioni …
conduco una esistenza in fin dei conti scialba …
qualche piacere devo pure averlo …
non voglio mica smettere di bere e di fumare …
ed è così che carico di anni e di vizi mi reco nell’unico tabaccaio aperto a quest’ora in questo bellissimo pomeriggio settembrino … mia moglie è in macchina in attesa delle sue merit cento’s (variante sofisticata della stessa marca) …
prima di me due avventori …
il signore distinto poggia i soldi già contati sul bancone ed, indicando con lo sguardo, proferisce chiaramente “ due pacchetti di Philip Morris slim oro” …
la signorina lo guarda appena, si gira verso la rastrelliera piena di pacchetti e dopo uno sguardo fugace risponde “No, non le abbiamo” …
il signore è perplesso, lascia i soldi sul bancone per avere una mano libera ed indica …
quello che lui ha richiesto è lì, in vista, evidente come la luce del sole …
fra il suo dito ed il pacchetto di sigarette indicato non ci sono più di venti centimetri …
la signorina avverte negli occhi dell’avventore in crisi d’astinenza una certa freddezza …
sa che un fumatore incallito a quell’ora è pericoloso più di un pitbull lasciato libero ai giardinetti e decide di seguire la traiettoria che quella mano tesa indica con precisione …
il pacchetto indicato non risponde esattamente alla richiesta proferita ma gli assomiglia …
vuole le gold? … e lo dice come se stesse fornendo una valida alternativa …
la signorina non conosce l’inglese, l’avventore si …
la signorina non deve necessariamente fumare subito, l’avventore si … la signorina ha tempo da perdere per puntualizzare che gold è gold e oro è oro , l’avventore no …
la signorina con fare lento posa i due pacchetti sul bancone e l’avventore in un nanosecondo è già fuori a fumare …
io attendo il mio turno …
il ragazzo prima di me chiede un Camel da dieci generico e dalla velocità con cui viene servito pur in mancanza di precisazioni ulteriori capisco che è un abituè …
penso che sia finita ma non è così … il ragazzo vuole anche
“un gratta e vinci” …
“non ne ho” …
“e quiddi ce sontu?” …
“si sta pure il gratta e vinci ma quelli sono i biglietti della lotteria” … “e sta pure lu gratta e vinci?” …
“si” …
“dammindi unu, quantu veni?” …
“cinque euro” …
“na” …
“occhei”…
“ciao” …
“ciao” …
“ah, approprosito, e quand’edi la lotteria?” …
“il sei gennaio” …
“noooo, dammindi unu cchiù subitu” …
esco ridendo dal tabaccaio …
appena in macchina racconto tutto a mia moglie …
è sollevata e mi confida che aveva temuto che stessi ridendo per la soddisfazione di aver comprato le sigarette …
pi lu sangu di quella terra … dicu sini sini …
A.Serni
Su Brundisium.net: L’Archivio de “La Grande Bellezza” di A.Serni
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