Si è tenuto presso il Castello di Carovigno un incontro con gli imprenditori agricoli della riserva naturale dello stato di Torre Guaceto circa lo studio di fattibilità approntato per il recupero a scopi irrigui dei reflui affinati provenienti dall’impianto consortile di Bufalaria.
Secondo quanto rilevato, il depuratore di Carovigno che raccoglie gli scarichi di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, oltreché di Carovigno in futuro, dovrebbe sversare nel Canale Reale della riserva, ed in mare attraverso la condotta sottomarina che deve essere ultimata, circa 4 milioni di metri cubi di acqua depurata ogni anno. Dallo studio che si è fatto, in base alle colture praticate in riserva, il fabbisogno irriguo annuo è pari a 2.500mila metri cubi. Pertanto l’acqua affinata proveniente dal depuratore supera abbondantemente il quantitativo di cui necessitano le coltivazioni.
Lo studio si è concentrato sul sistema di affinamento, che in parte già esiste, presso l’impianto di Bufalaria che dovrebbe essere potenziato per rendere l’acqua idonea agli scopi irrigui.
Tali acque hanno la caratteristica principale di essere cariche di azoto quindi l’utilizzo in agricoltura comporterebbe grossi vantaggi per gli operatori del settore che non avrebbero più la necessità di apportare concimi azotati alle colture.
Durante l’incontro con gli agricoltori il presidente del consorzio, Enzo Epifani ed il tecnico Raffaele De Giovanni hanno spiegato agli interlocutori che per la distribuzione delle acque verranno utilizzate vasche di accumulo che si stanno già realizzando e che il sistema irriguo seguirà gli assi viari, il che permette di escludere l’ipotesi degli espropri dei terreni che avrebbero dovuto essere attraversati dall’impianto.
Per quanto concerne i costi, la somma per la realizzazione dell’impianto pari a circa 10.300mila euro verrà dal finanziamento pubblico, mentre l’esborso economico richiesto all’utente sarà pari a 20 centesi al metro cubo in caso in cui i costi di ammortamento graveranno sui privati, e di soli 5 centesimi al metro cubo in caso in cui il costo di ammortamento dovesse gravare sull’ente pubblico.
Gli agricoltori hanno avanzato due istanze: innanzitutto che il sistema di idrico che distribuirà l’acqua affinata arrivi anche alle aree agricole presenti nella zona che va dalla strada statale 379 verso mare, area per il momento esclusa dal progetto, e secondariamente che le spese di cui sopra vengano affrontate dall’ente pubblico permettendo un risparmio per gli operatori.
Il consorzio ha recepito tali suggerimenti e li ha trasmessi alla Regione Puglia che dovrà inserire le integrazione nel Programma Operativo regionale 2014/2020.
Questo progetto permette la chiusura del ciclo di depurazione dei reflui prodotti dai tre comuni dell’impianto consortile di Bufalaria. Ciclo per il quale in questi giorni si sta sciogliendo un altro nodo costituito dalla realizzazione delle trincee disperdenti, le quali a regime impediranno lo sversamento di acque reflue all’interno dell’area marina protetta, così come ipotizzato dal consorzio di gestione di Torre Guaceto e proposto nell’apposito tavolo tecnico istituito presso la Regione Puglia già dell’ottobre 2014.
CONSORZIO DI GESTIONE DI TORRE GUACETO
No Comments